mercoledì 24 marzo 2021
Si legge spesso che in Sardegna vivono più pecore che persone, che le spiagge sono fantastiche e che il Cagliari di Gigi Riva vinse il suo unico scudetto nel 1970...
A Cagliari il CLab genera innovazione
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Si legge spesso che in Sardegna vivono più pecore che persone, che le spiagge sono fantastiche e che il Cagliari di Gigi Riva vinse il suo unico scudetto nel 1970.

Ma si dovrebbe prestare più attenzione al fatto che in Sardegna sono presenti due università, quelle di Cagliari e Sassari, che con più di duemila docenti e ricercatori e circa 38mila studenti contribuiscono alla crescita della regione, dal punto di vista economico e culturale, sia nel campo dei settori tradizionali che in quelli più innovativi.

A Cagliari, in particolare, sono presenti competenze e attività nel campo dell’informatica, sia presso l’università che in numerose imprese private. Ma le competenze sui territori non nascono e si consolidano da un giorno all’altro e anche l’informatica a Cagliari è cresciuta nel tempo grazie a molte iniziative diverse: tra queste, la costituzione del CRS4 nel 1990, un centro di ricerca di base presieduto da Carlo Rubbia e fortemente voluto dall’allora governo regionale; le intuizioni imprenditoriali di Niki Grauso, che rese L’Unione Sarda il secondo quotidiano online in Italia, nel 1994; le innovazioni introdotte da Renato Soru, che ha fondato Tiscali e l’ha portata a diventare leader internazionale nel periodo di boom del digitale.

Oggi proprio un compagno di viaggio di Soru, Mario Mariani, è il fondatore dell’incubatore The Net Value, dove crescono start- up del settore informatico, spesso costituite da giovani universitari. L’Università di Cagliari fornisce il suo contributo al territorio anche attraverso un’iniziativa che ormai è un punto di riferimento a livello nazionale, il Contamination Lab (CLab UniCa).

Il CLab è un luogo dove studenti provenienti da discipline diverse imparano a fare impresa con modalità innovative, lavorando in team multidiscipinari. Dalla sua costituzione, nel 2013 sono passati dal Clab di Cagliari circa mille studenti, che hanno contribuito a sviluppare l’ecosistema locale anche attraverso la creazione di circa 25 startup innovative. Una di queste, Intendime, sviluppa un sistema per migliorare la vita delle persone con deficit uditivo e ha ricevuto di recente un round di finanziamento di quasi 3 milioni di Euro.

Le attività del CLab hanno permesso di sviluppare competenze tali da promuovere la cultura d’impresa anche verso non universitari, con particolare riferimento a disoccupati e inoccupati, con una serie di progetti nelle zone rurali della Sardegna.

Per esempio, sono state promosse iniziative nel territorio della Marmilla, un’area molto fragile dal punto di vista economico, con l’obiettivo di fornire ai partecipanti gli strumenti per fronteggiare le fasi di avvio e crescita di nuove imprese.

Un altro progetto che vede coinvolta l’Università di Cagliari si svolge a Seruci, vecchia zona mineraria, e coinvolge un team internazionale di più di 250 università e centri di ricerca. Più precisamente, il progetto di ricerca ARIA riguarda la creazione di colonne, all’interno delle miniere, per la separazione dell’aria nei suoi componenti fondamentali, uno dei quali, l’argon- 40, ha importanti applicazioni nella ricerca scientifica.

Ma operando nella miniera abbandonata, a grandi profondità, si ottengono cascami di calore e acqua geotermica, che crea le condizioni ideali per la coltivazione della spirulina, la microalga azzurra con importanti proprietà nutritive. Il Clab sta collaborando insieme e scienziati e ricercatori anche per la creazione di un ecosistema territoriale volto alla produzione e commercializzazione della spirulina.

Cinquanta anni dopo lo scudetto di Gigi Riva si continua quindi a parlare di Cagliari, ma questa volta grazie all’università.

andrea.piccaluga@santannapisa.it

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