giovedì 26 aprile 2018
Diventa un Gruppo generando Polestar e Lynk & co e non smette di stupire per il suo valore tecnologico e per il ribaltamento economico ottenuto dopo l'acquisizione da parte della cinese Geely
Li Shufu, proprietario di Geely e Hakan Samuelsson, ceo di Volvo

Li Shufu, proprietario di Geely e Hakan Samuelsson, ceo di Volvo

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In soli 9 anni dallo spettro del fallimento alla ricostruzione di una realtà industriale fortissima e capace di festeggiare vendite record, utili in costante crescita e straordinarie prospettive di sviluppo. Al punto da generare ora due nuovi brand (Polestar e Link & co) che andranno a creare una triade diversificata nei prodotti da offrire sul mercato. Più che un marchio, oggi Volvo è un fenomeno automobilistico da studiare: per il suo valore tecnologico e per il ribaltamento economico ottenuto dopo la sua acquisizione da parte della cinese Geely, azienda che ha rilevato nel 2010 il marchio svedese dal Gruppo Ford per poco meno di due miliardi di dollari, l’ha ristrutturato iniettandovi liquidità e manager europei di grande esperienza, tornando a sfornare modelli di successo.

Decisivo l’approccio che il nuovo management ha adottato, attraverso la strategia del mantenimento del dna svedese e degli aspetti che da sempre contraddistinguono la casa automobilistica. In più nessun intervento sulle scelte stilistiche e tecnologiche, nessun avvicendamento tra i designer e nessun licenziamento. La proprietà cinese anzi, attraverso Li Shufu, il suo geniale primo azionista, ha potenziato l’area produttiva di Gand in Belgio e quella di Torslanda in Svezia. Inoltre ha costruito tre nuove fabbriche in Cina per incrementare il mercato asiatico e a giugno verrà inaugurato il primo stabilimento degli Usa, in South Carolina. Il risultato è stato il passaggio dalle circa 335mila auto vendute nel 2009 alle quasi 600mila del 2017, e Volvo stima che entro il 2020 si possano toccare le 800mila unità.

Anche grazie ai successi di Volvo, nel frattempo Geely – che è recentemente salita di quota anche nel Gruppo Daimler – nell’esercizio 2017 ha più che raddoppiato l’utile netto rispetto al bilancio precedente (circa 1,7 miliardi di dollari), mentre i ricavi hanno registrato una crescita del 73% a 14,6 miliardi di dollari. Volvo dal 2014 a oggi, è il marchio che al mondo è in assoluto cresciuto di più: ha rinnovato completamente la gamma con 9 nuovi modelli, e la strategia di elettrificazione del marchio annunciata da Hakan Samuelsson, Ceo del brand, ha permesso di annunciare 1 milione di vetture elettrificate su strada a marchio Volvo entro il 2025. Il gradimento di pubblico e critica sono stati immediati, tanto che Samuelsson è stato nominato “personaggio automotive dell’anno” e sono arrivati i due premi più ambiti: il “Car of the Year 2018” assegnato alla neonata XC40 e il “World Car of the Year 2018” vinto dalla XC60. In più nel marzo scorso è stato lanciato un fondo di investimento in Start Up tecnologiche (Volvo Cars Tech Found) per lo sviluppo di tecnologie di intelligenza artificiale, propulsione elettrica, guida autonoma e servizi digitali.

L’obiettivo dichiarato per i prossimi anni, oltre alla decisa virata verso le motorizzazioni a batteria, sono la “Vision 2020”, ovvero il traguardo della “mortalità zero” a bordo delle vetture Volvo grazie ai suoi sempre più sofisticati sistemi di sicurezza, e la nascita di nuovi marchi che permetteranno di differenziare l’offerta sul mercato. Il primo è già stato lanciato, si chiama Polestar e contraddistingue i modelli prestazionali, d’alta gamma ed esclusivamente elettrici di quello che ormai si può considerare il Gruppo Volvo. La Polestar 1, primo modello ad arrivare sul mercato ha già totalizzato 7.000 pre-ordini prima ancora di debuttare in concessionaria.

Il secondo brand nascente si chiama Lynk & Co, e contraddistinguerà le vetture di “entry level” cioè quelle con un prezzo più contenuto rispetto alle altre due anime del Gruppo. Lynk & co soprattutto promette di essere un brand rivoluzionario e senza una vera e propria rete di vendita. Dal prossimo anno il potenziale cliente potrà acquistare le vetture direttamente online e senza sconti nè trattative sul prezzo. L’auto sarà consegnata a casa e il servizio a domicilio gestirà anche ogni necessità di assistenza (prestata peraltro dalle officine del network Volvo). In più cambia anche il concetto di allestimento: i modelli di Lynk & Co non prevedono accessori; si potrà scegliere tra tre-quattro livelli di configurazione e altrettante combinazioni di colore tra interno ed esterno. Tutte le vetture del nuovo brand saranno collegate 24 ore su 24 al server della casa madre via cloud. Quindi: prezzi ragionevoli, alta tecnologia all’origine e wifi potente a bordo. Anche su questo marchio è ipotizzabile l’applicazione dell’altra grande novità strategica, cioè Care by Volvo, il nuovo servizio di mobilità completa per clienti privati che attraverso un canone fisso fa abbandonare il concetto di proprietà del mezzo per passare a quello di utilizzo, più al passo con i tempi e le necessità dell’automobilista di oggi.

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