martedì 27 ottobre 2015
​Il Rapporto dell'Istituto per lo sviluppo del Mezzogiorno: nel 2015 il Pil italiano dovrebbe crescere dell'1% al Centro  Nord e dell' 0.1% al Sud. "Servono misure antipovertà": la scelta tra Reddito di inclusione e il Credito familiare.
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Nel 2015, il Pil italiano "dovrebbe crescere dello 0,8%, risultato del +1% del Centro-Nord e del timidissimo +0,1% del Sud. Se confermata, si tratta della prima variazione positiva di prodotto del Sud da sette anni a questa parte". Queste uno dei dati di maggior rilievo dell'ultimo rapporto dell'Istituto per lo sviluppo del mezzogiorno, presentato oggi. Sud sempre più poveroIl Sud è sempre più povero: il 62% guadagna al massimo il 40% del reddito medio. Una povertà che nei sette anni di crisi, dal 2008 al 2014, ha creato un divario ancora maggiore tra Nord e Sud: se al Centro Nord si è passati dal dal 2,7% del 2008 al 5,6% di poveri assoluti del 2013, nel Sud le percentuali hanno oscillato dal 5,2 del 2008 al 10,6 del 2013. Solo nel 2014 la povertà assoluta ha smesso di crescere nel Centro-Nord ed è leggermente diminuita nel Mezzogiorno, dice ancora lo Svimez, "verosimilmente per l'erogazione del bonus di 80 euro mensili", dice ancora. E se nel 2013 al Centro-Nord si è trovato esposto al rischio di povertà 1 persona su 10, al Sud il dato invece è di 1 persona su 3. A livello regionale, al Sud, la forbice è compresa tra il 16,5% dell'Abruzzo e quasi il 42% della Sicilia dove sono a rischio povertà oltre 4 persone su 10. Una situazione critica soprattutto per le famiglie con minori, e per quelle giovani, con o senza figli. Più esposte al rischio anche le famiglie con un solo percettore di reddito perchè, annota ancora lo Svimez, "non basta avere un lavoro per uscire dal rischio povertà".Servono dunque delle politiche antipovertà, dice ancora il Rapporto Svimez che compara costi e benefici delle due proposte politiche attualmente sul tavolo di discussione: l'introduzione del reddito di inclusione sociale (REIS),che prevede l'erogazione di un sussidio di 400 euro mensili, e il credito familiare (CF), che prevede per le famiglie a rischio povertà un sussidio massimo di 780 euro. In base a elaborazioni e stime Svimez, dunque, il 90% delle famiglie poverissime, con un reddito inferiore al 60% della linea di rischio della povertà, avrebbero diritto a un sussidio: il reddito di inclusione prevederebbe un'erogazione di 8.700 euro annui in media con il Credito familiare il trasferimento medio salirebbe invece a 14.900 euro.
Se le misure fossero state introdotte nel 2013, calcola ancora lo Svimez, con 4 milioni e 400mila poveri assoluti, si sarebbe registrato un livello massimo di spesa di 8,4 miliardi per il REIS e di 16,4 miliardi di euro per il CF. Le regioni più povere, Campania e Sicilia, avrebbero ricevuto 3,7 miliardi del REIS e 7,7 miliardi del CF.
Crollo demografico al Sud: poche nasciteCome già evidenziato nel precedente rapporto, diffuso il 29 luglio scorso, nel 2014 sono nati 174 mila bambini, il valore più basso dall'Unità d'Italia. Negli ultimi dieci anni, il Mezzogiorno ha perso il primato della fecondità femminile, mentre nel Centro-Nord si è manifestato un crescente risveglio della maternità: nel 2013 il numero medio di figli per donna è pari a 1,31 nel Sud e a 1,43 nel Nord. Tante  migrazioniUn dato, quello del calo drastico delle nascite, che. sommato a quello delle migrazioni verso l'estero o il Centro-Nord d'Italia ha portato ad un calo della popolazione complessiva meridionale di oltre 20 mila unità. Tra il 2001 e il 2014 sono emigrati dal Sud verso il Centro-Nord, infatti, oltre 1 milione 667mila meridionali, a fronte di un rientro di 923 mila: il Mezzogiorno ha quindi perso nettamente 744 mila unità. Di questi, il 70%, 526 mila, sono giovani, di cui poco meno del 40% (205 mila) laureati.
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