venerdì 11 novembre 2016
La tutela ambientale unisce le confessioni nel segno indicato dalla Laudato si’ di papa Francesco
Marrakech la richiesta dei leader religiosi: «Stop alle energie fossili»
COMMENTA E CONDIVIDI

Hanno scelto la Cop22 in corso a Marrakech i rappresentanti di diverse confessioni religiose per rivolgere un appello ai leader politici internazionali che chiede impegni stringenti e concreti nella lotta ai cambiamenti climatici. In particolare per l’abbandono delle fonti fossili di energia, in linea con quanto chiede da anni la campagna internazionale per il fossil fuel divestment (a cui a oggi hanno aderito investitori internazionali per 3mila e 400 miliardi di dollari di asset) e con l’invito espresso da papa Francesco nell’enciclica Laudato si’ a sostituire «progressivamente e senza indugio» le fonti fossili (par. 165). Ieri, infatti, a Marrakech ha avuto luogo la conferenza in cui è stata diffusa la Dichiarazione interreligiosa sulla giustizia climatica, promossa da oltre trenta organizzazioni internazionali d’ispirazione religiosa (si può consultare, e sottoscrivere, su www.interfaithstate-ment2016. org).

Che ovviamente, anche se programmata da tempo, assume ancora più rilevanza all’indomani dell’elezione di Donald Trump, che non ha certo fatto mistero in campagna elettorale di non avere il climate change fra le priorità. Nel testo si prende atto che «il cambiamento climatico – si legge – sta già avendo forti impatti a livello mondiale, che colpiscono in modo sproporzionato le comunità povere ed emarginate». Si dichiara che «l’uso continuato da parte della società globale di combustibili fossili è eticamente insostenibile ».

Ma, soprattutto, dopo aver espresso profonda gratitudine per lo storico Accordo di Parigi raggiunto alla Cop21 a fine 2015 per il contenimento delle emissioni di Co2 su scala globale, si invita a «passare all’azione, con urgenza». Cosa si intenda per passare all’azione è esplicitato in fondo al documento con una serie di precise e articolate richieste. Soprattutto una: il disinvestimento di fondi sovrani e fondi pensionistici pubblici (che gestiscono complessivamente asset per circa 19mila miliardi di dollari a livello mondiale) dai combustibili fossili, per mettere le risorse così liberate a supporto dello sviluppo delle energie rinnovabili e di altre soluzioni green. Si chiede, anche, con l’obiettivo ultimo di perseguire un’equa transizione verso le energie rinnovabili, che all’interno delle stesse comunità religiose vengano promossi maggiori impegni per il disinvestimento dalle fonti fossili e il reinvestimento in rinnovabili e in imprese impegnate contro il cambiamento climatico.

Si chiede inoltre, in parallelo, di aumentare i flussi finanziari globali indirizzati ad affrontare il grave problema della povertà energetica, ad esempio attraverso il finanziamento del trasferimento di tecnologie e competenze. Fra i rappresentanti religiosi, oltre 220, che hanno sottoscritto la Dichiarazione, figurano monsignor Marcelo Sánchez Sorondo, cancelliere della Pontificia Accademia delle scienze, il Dalai Lama, il Reverendo Olav Fykse Tveit, Segretario generale del Consiglio mondiale delle chiese, Sayyid M. Syeed, della Società islamica del Nord America e l’arcivescovo anglicano e premio Nobel per la Pace Desmond Tutu.

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: