Giubileo, chiusa la prima Porta Santa. Il cardinale Makrickas: restiamo aperti all’accoglienza di Dio e degli altri

Nel pomeriggio del giorno di Natale il rito nella Basilica di Santa Maria Maggiore a Roma, prima tappa verso la conclusione dell’Anno Santo. L’arciprete: «La speranza non è illusione, ma forza che restituisce la dignità. La vera porta da lasciare spalancata è quella della misericordia, della riconciliazione, della fraternità»
December 25, 2025
Giubileo, chiusa la prima Porta Santa. Il cardinale Makrickas: restiamo aperti all’accoglienza di Dio e degli altri
Il cardinale Rolandas Makrickas chiude la Porta Santa nella Basilica di Santa Maria Maggiore a Roma nel giorno di Natale / ANSA
Sono da poco passate le sei del pomeriggio del giorno di Natale quando viene chiusa la prima delle Porte Sante del Giubileo della speranza: è quella della Basilica papale di Santa Maria Maggiore. Ad accompagnare il gesto compiuto dal cardinale arciprete Rolandas Makrickas è il suono dell’antica campana del Santuario mariano nel cuore di Roma, la campana detta “La sperduta”. Gesto legato al Natale perché Santa Maria Maggiore non è solo «la casa della Madre di Dio» che riassume l’icona della “Salus Populi Romani”, ma anche «il luogo in cui la Chiesa proclama che Dio ha preso carne nel grembo di Maria», dice il cardinale, come testimonia la reliquia della Sacra Culla di Betlemme che qui è conservato. È la prima tappa che porterà alla conclusione dell’Anno Santo: il 27 sarà la volta della chiusura della Porta Santa in San Giovanni in Laterano, il 28 di quella in San Paolo fuori le Mura e il 6 gennaio di quella in San Pietro quando terminerà ufficialmente il Giubileo.
Il cardinale Rolandas Makrickas dopo aver chiuso la Porta Santa nella Basilica di Santa Maria Maggiore / AFP
Il cardinale Rolandas Makrickas dopo aver chiuso la Porta Santa nella Basilica di Santa Maria Maggiore / AFP
I fedeli si sono messi in coda per ore pur di essere presenti nella chiesa liberiana. Chiesa che racconta un «Anno Santo eccezionale», come lo definisce Makrickas nell’omelia della Messa. Non soltanto per l’afflusso di pellegrini, ma anche per il passaggio di testimone fra due Papi nel corso del Giubileo, di cui la Basilica custodisce uno dei segni più eloquenti: la tomba di papa Francesco. Tomba che, ricorda l’arciprete, è «meta ogni giorno di migliaia di persone». «Esattamente un anno fa – ripercorre il cardinale – papa Francesco aveva aperto la Porta Santa nella Basilica di San Pietro con cui la Chiesa ha invitato a riflettere sulla parola di speranza che Dio ha per l’umanità. Tra pochi giorni la stessa Porta sarà chiusa da Leone XIV. Così abbiamo avuto conferma che il Signore mai abbandona la sua Chiesa che oggi trova in papa Leone il suo pastore e che assieme a lui cammina salda». 
Il rito di chiusura della Porta Santa nella Basilica di Santa Maria Maggiore a Roma il giorno di Natale / REUTERS
Il rito di chiusura della Porta Santa nella Basilica di Santa Maria Maggiore a Roma il giorno di Natale / REUTERS
Quando i battenti si accostano, la Basilica è in silenzio. «Si chiude un tempo speciale ma non la grazia divina – riflette il porporato durante l’Eucaristia –. E ciò che conta è che resti aperta la porta del nostro cuore. Varcare la Porta Santa è stato un dono a diventare porte aperte al Signore e agli altri». Con il Giubileo, evidenzia, «la Chiesa ha annunciato ancora una volta al mondo intero che Dio non è lontano, che la pace sempre è possibile, che la misericordia è più forte del peccato». Poi cita i due Papi che si sono succeduti in questi mesi: «Papa Francesco ci ha ricordato che la speranza cristiana non è un’illusione ma una forza concreta che apre strade nuove e che restituisce dignità a chi l’ha perduta. Più di recente papa Leone ci ha insegnato che la nostra speranza non è evasione ma decisione. Una decisione nel segno dell’amore che riesce a scorgere la presenza autentica e concreta di Dio anche nei momenti più complessi delle nostre vite». Makrickas osserva che la Basilica di Santa Maria Maggiore «è stata uno dei cuori pulsanti del Giubileo; e da qui Maria ha insegnato a tutti che la speranza nasce dall’accoglienza: accoglienza di Dio nella propria vita, accoglienza dell’altro, accoglienza del futuro senza paure». E il lascito: «La vera porta da lasciare aperta è quella della misericordia, della riconciliazione, della fraternità».

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