lunedì 9 giugno 2025
Il deficit di personale sta contribuendo ai ritardi negli arrivi, mentre si sono allungati fino a 5 anni i tempi di consegne dei velivoli alle compagnie. In vista rimborsi più bassi per i passeggeri
Più ritardi, meno rimborsi, prezzi alle stelle: l'estate in bilico di chi vola
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Ritardi prolungati nella consegna degli aerei da parte dei produttori, ritardi nell’orario di arrivo rispetto a quelli programmati per la carenza di personale specializzato, ritardi ampliati perché i passeggeri abbiano diritto a rimborsi e indennizzi. Nonostante il calo del prezzo del carburante potrebbe in parte calmierare gli aumenti dei biglietti, l’estate 2025 rischia di trasformarsi in un incubo per i viaggiatori europei, considerate le criticità di un settore, quello dei voli commerciali, che vede sì salire i fatturati ma che si porta dietro ancora molte incognite del periodo post-pandemia. Tra queste, il rebus legato ai produttori, soprattutto Boeing e Airbus, che faticano a recuperare i livelli di produzione precedenti al Covid, con le consegne rimaste del 30% al di sotto del picco pre-pandemia.

Un aereo su dieci ormai accumula ritardi significativi, con gli arrivi che slittano in media di 25-30 minuti. Secondo Eurocontrol, in termini assoluti nel 2025 si parla di oltre 70mila minuti di ritardo cumulativo ogni giorno, con un media per volo più che doppia rispetto agli obiettivi. Chi va in vacanza programmando scali e coincidenze risicate farebbe bene a tenerne conto. Tra le cause, secondo le sigle del trasporto aereo, la grave carenza di operatori specializzati nelle torri di controllo e nei centri radar. Per Eurocontrol, il deficit di personale nelle strutture di controllo sarebbe di circa il 10-20%, con carenze significative in particolare in Paesi come Spagna, Germania, Grecia, Ungheria, Croazia e Serbia, dove i ritardi si accumulano ormai in maniera significativa.

Attenzione, però: il Consiglio dei Trasporti dell’Ue ha appena dato il via libera ad alcune modifiche al regolamento 261/2002 sul trasporto aereo che modifica i meccanismi di indennizzo, rendendoli più complicati: il testo è ora all'esame dell'Europarlamento. In breve, serviranno più ore di ritardo del volo aereo per avere un indennizzo dalle compagnie. Gli indennizzi per i ritardi, e i rimborsi per i voli alternativi in caso di cancellazioni, saranno più bassi. Le novità introducono anche 30 nuovi diritti, come l'obbligo per le compagnie di indicare entro tre ore voli alternativi. Ma l'effetto pratico è soprattutto sulla riduzione dei rimborsi: l'85% degli utenti danneggiati – hanno calcolato le società specializzate – rischia di rimanere fuori. Si riduce da 600 e 500 euro l'indennizzo in caso di ritardo, che ora è fissato a tre ore e che in futuro dovrà essere tra le quattro e le sei ore a seconda della lunghezza della tratta. Non solo, vengono introdotti dei limiti ai rimborsi per una riprotezione su altri vettori in caso di cancellazione del volo.

Le ultime stime della Iata, l’Associazione del trasporto aereo internazionale, prevedono che nel 2025 saranno 4,99 miliardi i passeggeri a livello globale, con una crescita di 200 milioni di persone rispetto al 2024 (+4%). Crescerà anche il fatturato complessivo del settore, a quota 979 miliardi di dollari – 693 miliardi dal trasporto passeggeri –, sopra dunque i 913 miliardi del 2024 e con risparmi significativi nel costo del carburante: 236 miliardi contro i 261 miliardi dell’anno scorso, nonostante un aumento da 37,4 a 38,3 milioni nel numero dei voli. Resta, però, l’importante criticità dei ritardi nelle consegne dei velivoli alle compagnie aeree: nel 2024 si è allungato fino a 5,3 anni. Secondo alcune stime, stando agli attuali livelli di produzione ci vorranno oltre 13 anni per smaltire l’arretrato di ordini. Stando a quanto riferito da Reuters, i ritardi nelle consegne di nuovi Airbus si protrarranno ancora, almeno fino al 2028. Boeing, reduce da un anno nero in cui ha perso 11,8 miliardi di dollari tra incidenti e maxi-scioperi, ha consegnato 348 jet nel 2024, rimanendo con un arretrato complessivo di oltre 5.500 ordini non evasi.

I ritardi nelle consegne si traducono in perdita di clienti per le compagnie e in un peggioramento del servizio per gli stessi passeggeri, mentre il settore, storicamente protetto dalle barriere commerciali, vive ora anche l’incognita di potenziali interruzioni nelle catene di approvvigionamento globali a causa dei dazi. Proprio ieri, peraltro, un velivolo Boeing è tornato ad atterrare in Cina, dopo lo stop nelle consegne di aprile legato alla guerra delle tariffe. Un velivolo con le insegne della Xiamen Airlines è atterrato in un impianto vicino a Shanghai, in conseguenza della pausa sui dazi di 90 giorni decisa nelle scorse settimane tra Washington e Pechino. L’incognita dazi, però, è ancora tutta da verificare.

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