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Una misura che aspettavamo da tempo e che «rappresenta una risposta per il settore bufalino, afflitto dalle difficoltà legate alle giacenze di latte e di cagliate, un fattore questo che contribuisce all'alterazione dei prezzi alla stalla, con un inevitabile calo del reddito degli allevatori, che non riescono a coprire neanche i costi di produzione. In questo modo sarà possibile alleggerire i magazzini anche del prodotto congelato e allo stesso tempo trasformare per gli indigenti». Così il presidente di Coldiretti Lazio David Granieri sulla delibera approvata dalla Giunta regionale del Lazio, presieduta da Francesco Rocca, su proposta dell'assessore all'Agricoltura e al Bilancio Giancarlo Righini che prevede la distribuzione nelle mense di indigenti, negli empori della solidarietà gestiti da enti del Terzo settore o da enti religiosi, dei prodotti provenienti dalla lavorazione e trasformazione di latte bufalino di origine laziale, come mozzarelle Dop e non Dop, formaggi freschi e stagionati, yogurt e dessert.
«L’obiettivo dell’intervento è duplice – spiega l’assessore Righini – da un lato dà sostegno agli allevatori della regione che da tempo lamentano una grave riduzione del prezzo di acquisto del latte bufalino alla stalla, causato da un eccessivo accumulo di scorte giacenti negli impianti di trasformazione. A questo aspetto è anche strettamente collegato un calo dei consumi nei mesi invernali, in particolare della mozzarella di bufala, che ha costretto alcuni produttori a fare contratti a prezzi addirittura inferiori ai costi di produzione. Dall’altro lato consente di dare un contributo concreto a tutti coloro che vivono in uno stato di disagio economico. L’iniziativa rappresenta, infine, anche un’opportunità per valorizzare la filiera dei prodotti caseari ottenuti da latte bufalino, che rappresenta una componente di eccellenza del comparto agroalimentare della regione».
La prima fase del progetto prevede la pubblicazione di una manifestazione di interesse per individuare gli enti disposti a partecipare all’iniziativa. Successivamente, si aprirà l’evidenza pubblica per la presentazione delle domande a sportello, a cui seguirà la sottoscrizione dell’atto di impegno con i beneficiari dell’intervento e, in ultimo, l’erogazione dei contributi.
«Alla luce dell'attività svolta dell'Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari con risultati formidabili, si può andare verso l'utilizzo della piastra genomica, che dimostra se il latte utilizzato per fare la mozzarella sia o meno realmente latte di bufala. È necessario quindi tracciare tutte le fasi della filiera, così da diventare una regione pilota che punti alla ricchezza territoriale», aggiunge Granieri.
La tutela del settore bufalino era stata una delle battaglie sostenute da Coldiretti Lazio, così come quella delle altre filiere in crisi, durante la mobilitazione permanente dello scorso novembre davanti al palazzo regionale, a seguito della quale la federazione aveva ottenuto dalla Regione, tra le altre cose, l'impegno per l'attivazione di un fondo emergenziale regionale per la crisi del latte di bufala, con un incremento del 50% delle risorse stanziate di almeno due milioni di euro aggiuntivi e non in de minimis. «Questo progetto - conclude Granieri - consentirà da un lato di contrastare la povertà e dall'altro di avviare un percorso di valorizzazione dei prodotti caseari del Lazio ottenuti dal latte bufalino, garantendo ai produttori stabilità con un prezzo giusto».
Il progetto approvato dalla Giunta regionale sarà articolato in più fasi, la prima prevede la pubblicazione di una manifestazione di interesse per individuare gli enti disposti a partecipare all'iniziativa. Successivamente, si aprirà l'evidenza pubblica per la presentazione delle domande a sportello, a cui seguirà la sottoscrizione dell'atto di impegno con i beneficiari dell'intervento e, in ultimo, l'erogazione dei contributi.