L'allarme di Mattarella sul clima di rancore: «L'odio moltiplica odio»

A Colleferro il presidente della Repubblica ricorda Willy, il ragazzo ucciso cinque anni fa: «Si rischia che la violenza diventi ordinaria e banale e c’è chi ne arriva a fare una ragione di vanto»
September 15, 2025
L'allarme di Mattarella sul clima di rancore: «L'odio moltiplica odio»
Ansa | Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella saluta la Signora Lucia Monteiro Duarte, madre di Willy, durante la cerimonia commemorativa del quinto anniversario della morte di Willy Monteiro Duarte, Colleferro 16 settembre 2025
«L'odio porta molto odio e la violenza molta violenza. Siamo qui perché non vogliamo dimenticare, perché non vogliamo essere indifferenti a tanto orrore». Quando il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, pronuncia queste parole nel ricordo di Willy Monteiro Duarte - il 21enne ucciso a calci e pugni 5 anni fa per aver difeso un amico - tutta la commozione palpabile nella piazza di Colleferro si libera in un grande, interminabile applauso, soprattutto da parte degli almeno tremila giovani presenti: ci sono i bambini delle elementari, festanti con le bandierine tricolori, ma anche tanti coetanei di Willy, studenti e no, arrivati da tutto il comprensorio per partecipare alla commemorazione con il Capo dello Stato.
Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella visita la Biblioteca Comunale di Colleferro, in occasione della cerimonia nel quinto anniversario dall'uccisione di Willy Monteiro Duarte - Ansa
Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella visita la Biblioteca Comunale di Colleferro, in occasione della cerimonia nel quinto anniversario dall'uccisione di Willy Monteiro Duarte - Ansa

​Il messaggio di Mattarella contro odio e violenza

Ed è soprattutto a loro, ma anche agli adulti, che Mattarella si rivolge: «I giovani meritano maggiore rispetto e richiedono grande attenzione; dobbiamo offrire loro un orizzonte di speranza; va ricordato a loro e agli adulti e forse in modo particolare agli adulti che la violenza non è forza ma debolezza. Chi crede di affermarsi con la violenza è una persona che è destinata al fallimento. Un grande uomo come Martin Luther King ripeteva che l’odio moltiplica l’odio e la violenza moltiplica la violenza. L’umanità celebra da sempre le persone che con i loro gesti hanno diffuso l’umanità e tra loro c’è Willy».
Pur senza dirlo esplicitamente, Mattarella sembra far riferimento ad alcuni recenti episodi: «In ogni tempo la violenza si è manifestata in modi diversi. Dobbiamo guardare alla violenza del nostro tempo per contrastarla, per sconfiggerla. Nelle società del mondo di oggi ritorna la diffusione di un clima di avversione, di rancore, di reciproco rifiuto che spesso - come si legge nei recenti fatti di cronaca - sfocia nella violenza e giunge all'omicidio».
No ad ogni forma di odio, dunque, è il messaggio che lancia Mattarella da Colleferro, compresa quella che alberga anche sui social, dove «vengono amplificate parole di odio, accompagnate da una narrazione per generare sfiducia, per provocare conflitti, divisioni e scontri. Sono rifiutate la realtà, il rispetto delle opinioni, la critica civile; il diverso da sé stessi viene visto come un nemico, un nemico da combattere e abbattere. Lungi dal considerare la diversità di opinione una sfida all’approfondimento, si ritiene che gli altri debbano essere annientati. Si rischia che la violenza diventi ordinaria e banale e c’è chi ne arriva a fare una ragione di vanto».
Willy Monteiro Duarte in una foto sul suo profilo Facebook
Willy Monteiro Duarte in una foto sul suo profilo Facebook

Il ricordo di Willy

E proprio il ricordo di Willy può e deve mettere un argine a odio e violenza, ribadisce Mattarella, mentre si inumidiscono gli occhi dei suoi amici arrivati da Paliano (Frosinone), dove viveva con la famiglia, originaria di Capoverde, e perfettamente integrata, tanto che il ragazzo giocava nella locale squadra di calcio e non si tirava mai indietro quando c’era da dare una mano alle attività del paese, dai campi di Azione Cattolica alle rievocazioni storiche in costume: «Willy è un italiano esemplare e per questo è stato insignito alla memoria della medaglia d'oro al valor civile, in riconoscimento del suo gesto di coraggio e altruismo. A lui va il ricordo e il dolore di tutti gli italiani, feriti da tanto orrore. Non dimenticare vuol dire non essere indifferenti. L’indifferenza è negativa e spregevole come la violenza. L’indifferenza nasce dalla chiusura in sé stessi, dalla sfiducia, dalla rassegnazione. La violenza si sconfigge con la solidarietà, con le relazioni umane, con l’inclusione, con il dialogo, con la comprensione delle opinioni e delle esigenze degli altri», ha sottolineato il presidente Mattarella.
Lo stesso Sergio Mattarella, accolto dal sindaco Pierluigi Sanna, prima della commemorazione ufficiale ha incontrato la mamma e la sorella di Willy: «Nel nostro grande dolore abbiamo sentito l'abbraccio dell'Italia intera e il conforto – ha detto tra l’altro Lucia Monteiro Duarte nel ringraziare il presidente della Repubblica - Willy non sia ricordato come eroe ma come un ragazzo semplice e amico di tutti. Il nostro messaggio, quello che stiamo portando avanti da cinque anni, è vivere la vita con la pace nel cuore, senza odio. Perché l'odio e la vendetta portano sempre ad altro dolore e impediscono di vedere le cose belle».
Per l’omicidio di Willy Monteiro, a marzo si è tenuto il processo bis e la Corte d'Appello di Roma ha condannato Marco Bianchi all'ergastolo. Per il fratello maggiore, Gabriele Bianchi, è stata invece emessa una condanna a 28 anni di carcere. Gli altri due imputati, Francesco Belleggia e Mario Pincarelli, sono stati condannati a 23 e 21 anni di carcere.

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