martedì 3 gennaio 2023
Il bollettino di Anpal e Unioncamere segnala un aumento del mismatch tra la domanda e l'offerta: dirigenti e operai specializzati introvabili
Le imprese cercano mezzo milione di lavoratori (ma non li trovano)
COMMENTA E CONDIVIDI

Anno nuovo, nuove assunzioni. Il 2023 si apre con un mercato del lavoro in fermento. Le imprese italiane cercano oltre mezzo milione di lavoratori (504mila) da reclutare a gennaio, il 10% in più rispetto all'anno scorso. La domanda di lavoro si colloca sopra i livelli pre-Covid con un netto 14% in più (62mila contratti) rispetto a gennaio 2019. Nel primo trimestre le posizioni aperte saranno ben 1,3 milioni, 149mila in più rispetto al 2022 (+12,9%). A guidare la domanda di lavoro il manifatturiero con un incremento su base annua del 17,8%, seguito dal turismo (21%), servizi operativi di supporto a imprese e persone (17,7%) e servizi alle persone (12,9%).

L'altra faccia della medaglia è l'aumento del mismatch tra domanda e offerta: sale al 46,5% la difficoltà di reperimento (7 punti percentuali in più rispetto a un anno fa) che si attesta al 66% per le figure dirigenziali e sfiora il 62% per gli operai specializzati. Rischiano di rimanere scoperte ben 230mila posizioni. La mancanza di candidati è la motivazione più indicata dalle imprese (27,8%), seguita dalla preparazione inadeguata (13,5%). A delineare questo scenario il Bollettino del Sistema informativo Excelsior, realizzato da Unioncamere e Anpal presentato oggi.

L'industria ha in programma 174mila assunzioni a gennaio tra costruzioni (51mila), meccatronica (34mila) e metallurgia (27mila). I servizi prevedono di assumere 330mila lavoratori: a offrire le maggiori opportunità lavorative sono i servizi alle persone che ricercano 64mila profili, seguiti da commercio (60mila) e turismo (58mila). Dal Borsino delle professioni sono maggiormente difficili da reperire dirigenti (66,1%), operai specializzati (61,9%), tecnici (51,6%), conduttori di impianti (49%), professioni intellettuali, scientifiche e con elevata specializzazione (47,5%), professioni qualificate nelle attività commerciali e nei servizi (41%). Supera i 4 mesi (4,3) il tempo medio di ricerca necessario per ricoprire le vacancies valutate dalle imprese di difficile reperimento.

Sono 153mila le assunzioni programmate rivolte preferenzialmente ai giovani sotto i 30 anni e per le quali si registra una difficoltà media di reperimento ancora più elevata, che arriva al 48%. Circa il 20% delle ricerche di personale sono rivolte a laureati (96mila) e il 30% a diplomati (150mila). Per il 18,1% delle assunzioni (oltre 91mila) le imprese pensano di rivolgersi a lavoratori immigrati, soprattutto nei settori della logistica, dei servizi operativi e nella metallurgia.

A livello territoriale, sono le macro-ripartizioni del Nord-Ovest e del Nord-Est a segnalare le previsioni di assunzione più elevate (rispettivamente oltre 171mila e circa 123mila), seguite dalle regioni del Sud (oltre 109mila) e del Centro (circa 101mila). La graduatoria regionale delle assunzioni vede, nell'ordine, Lombardia (121mila), Veneto (51mila), Lazio (50mila), Emilia-Romagna (49mila), Piemonte (37mila) e Campania (32mila). Il contratto a tempo determinato è la forma di assunzione proposta nel 41,3% dei casi, segue quello a tempo indeterminato (24,3%) e in somministrazione (14,7%).

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: