Cresce la consapevolezza dei lavoratori sulla sicurezza - AiFOS
Il 2024 si è chiuso con un bilancio drammatico per la sicurezza sul lavoro in Italia. Secondo l’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro sono state 1.090 le vittime in 12 mesi, con un aumento del 4,7% rispetto all’anno precedente: numeri che evidenziano un'emergenza nazionale che non può più essere ignorata. Una delle principali criticità resta la scarsa consapevolezza dei rischi negli ambienti di lavoro e un quadro su questi aspetti arriva dai risultati di una recente indagine condotta da Landoil Technology, azienda del Gruppo A+B Industrial Tools Company. Lo studio mette in luce che solo un lavoratore su quattro è "molto" informato sui rischi legati alla sicurezza sul lavoro, mentre quasi la metà (48,6%) si ritiene solo "abbastanza" preparata. Inoltre, solo il 21,5% riceve aggiornamenti periodici sui protocolli di sicurezza e appena il 20,3% dei lavoratori ritiene "molto" adeguati gli investimenti aziendali in dispositivi di protezione. Resta particolarmente allarmante la situazione nel Sud Italia, dove il livello di consapevolezza sui rischi si attesta al 20% sotto la media nazionale, evidenziando un significativo divario territoriale che richiede interventi mirati e tempestivi.
Tuttavia esiste un’Italia sempre più attenta alla qualità, all’etica e alla sicurezza dell’ambiente lavorativo. Ė la fotografia che emerge dall’indagine demoscopica Gli italiani e il lavoro, condotta dall’Istituto Piepoli per conto della Fondazione Studi dei consulenti del lavoro. Obiettivo del sondaggio, mettere in luce quali sono le priorità e le aspettative degli italiani in tema di lavoro. Quando si tratta di indicare le priorità, due aspetti si impongono con forza: l’aumento dei salari (63%) e la sicurezza sul lavoro (60%). Le due tematiche emergono come le vere priorità per i cittadini e sono ben lontane dai temi che fino a qualche anno fa erano concepiti come prioritari, come la crescita occupazionale (35%) o la riduzione della precarietà (31%). A dimostrazione del fatto che c’è anche maggiore percezione nel Paese della crescita dell’occupazione a tempo indeterminato avvenuta negli ultimi tempi.
L’attenzione alla sicurezza sul lavoro è aumentata negli ultimi anni, soprattutto da parte delle istituzioni (il 41% ritiene che sia cresciuta), ma anche delle aziende (il 26%). I sindacati ricevono, invece, una valutazione più tiepida (22%), con un lieve saldo positivo. Il 52% dei lavoratori si sente tutelato sul proprio luogo di lavoro e sette su dieci (71%) dichiarano di partecipare regolarmente a corsi di formazione obbligatoria in materia di sicurezza, organizzati dall’azienda per cui lavorano. Un dato in netto miglioramento rispetto al passato e che testimonia una crescente cultura della prevenzione nei luoghi di lavoro, frutto anche dei molteplici provvedimenti adottati in materia. Alla domanda su chi debba occuparsi principalmente della sicurezza sul lavoro, gli italiani si dividono: il 51% attribuisce la responsabilità principale alle imprese, mentre il 40% sottolinea la necessità di un impegno condiviso tra datori di lavoro e lavoratori.
La denuncia di AiFOS
I corsi di formazione in salute e sicurezza sul lavoro sono uno dei principali strumenti di prevenzione. Eppure, assistiamo quotidianamente a incidenti sul lavoro o alla diffusione costante delle malattie professionali. A questo punto alcune domande sono d’obbligo: ma i lavoratori vittime di incidenti e malattie professionali sono formati sui rischi e sulla prevenzione sul lavoro? Se sì, la formazione è stata veramente efficace, o qualcosa è andato storto? Durante la prestazione lavorativa, sono stati interiorizzati e messi in pratica i concetti appresi durate la formazione? A queste domande ha risposto l’ultimo Rapporto AiFOS 2024 Verifica dell’efficacia della formazione, cui hanno partecipato oltre 820 professionisti e operatori della salute e sicurezza sul lavoro.
La formazione è una misura di sicurezza decisiva per prevenire i rischi di incidenti e malattie professionali. Ma le verifiche necessarie sull’efficacia della formazione vengono veramente messe in atto? Con quali strumenti e come? Non basta, quindi fare formazione, ma bisogna valutare soprattutto l’efficacia di tale percorso. In questo passaggio decisivo si gioca una reale ed efficace prevenzione.
Dalla ricerca emerge che solo il 31% degli operatori afferma di aver approfondito la tematica dell’efficacia della formazione in modo completo. Il 51% dei rispondenti, invece, dichiara di averlo approfondito ma in modo generico. Il 16%, per contro, non l’ha fatto. Complessivamente l’85% è consapevole dell’importanza della valutazione dell’efficacia formativa, ma, come detto, solo il 31% in modo approfondito.
Il 66% dei rispondenti dichiara che all’interno delle realtà aziendali in cui lavora non viene per nulla attuato (27%) o viene attuato poco (39%) il controllo sull’efficacia degli interventi formativi in tema di saluta e sicurezza sul lavoro. I datori di lavoro risultano scarsamente coinvolti nella valutazione dell’efficacia della formazione, solo il 3,4%, pur essendo formalmente i responsabili della gestione della sicurezza aziendale e dovrebbero avere un interesse diretto in tal senso, per garantire sia la sicurezza dei lavoratori che il rispetto delle normative.
La prevenzione passa anche dall'informazione e dalle tesi
Sono stati premiati i cinque istituti vincitori della seconda edizione del concorso Salute e sicurezza…insieme!, organizzato dal ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, d’intesa con il ministero dell’Istruzione e del Merito e in collaborazione con Inail. La promozione della sicurezza nei luoghi di lavoro si trasforma in hashtag, copy social, ritmo rap, cortometraggi, manifesti. La prevenzione degli infortuni entra nella quotidianità delle esperienze e dei linguaggi dei ragazzi e delle ragazze per richiamare l’importanza dell’uso dei dispositivi di protezione individuale, del rispetto delle regole, della diffusione di una cultura della vita sicura. Il primo premio è stato assegnato all’Istituto d’Istruzione Superiore “Benedetto Radice” di Bronte (Catania) per l’invito a “mettere le ali alla cultura della sicurezza”. Secondo classificato l’Istituto d’Istruzione Superiore “Giovanni Ruffini” di Imperia che ha proposto una canzone rap dal ritornello orecchiabile tradotto anche in inglese. Il terzo gradino del podio è andato all’I.I.S. “Giovanni Falcone” di Asola (Mantova) e al progetto “l’arte della sicurezza” attraverso il quale si enfatizza il messaggio per cui indossare i dispositivi di protezione individuale permette di diventare dei capolavori. Gli istituti ricevono un contributo economico – rispettivamente di 3mila, 2mila e 1.000 euro – da investire in strumenti e progetti per la promozione della sicurezza.
La commissione ha inoltre assegnato due menzioni speciali per gli elaborati presentati all’Istituto Tecnico Tecnologico “Giovanni Battista Belzoni” di Padova e al Centro di Castellanza (Varese) del Ciofs-Fp.
Da segnalare anche il Premio per le migliori tesi di laurea su salute, sicurezza sul lavoro e sostenibilità organizzato dalla Fondazione AiFOS, in collaborazione con l’Associazione AiFOS. Ogni anno partecipano numerosi studenti provenienti dagli atenei di tutta Italia. A oggi le tesi ricevute sono 675, elaborate da studenti di 86 diverse Università, di cui premiate oltre 130. Le tesi di laurea possono contribuire, dunque, a creare ambienti di lavoro più sicuri, salutari e sostenibili. Proprio per favorire l’elaborazione di nuove tesi in materia la Fondazione AiFOS anche quest’anno ha lanciato il “Premio tesi di laurea nell’ambito della salute e sicurezza sul lavoro e sostenibilità”.
Le tesi di laurea che affrontano il tema della salute, sicurezza e sostenibilità possono essere cruciali in un contesto lavorativo in costante mutamento, caratterizzato dal continuo avanzamento tecnologico e digitale, da modifiche nell'organizzazione aziendale e da frequenti crisi, anche di tipo ambientale, che richiedono soluzioni innovative e sostenibili. In questa complessa realtà, le tesi di laurea offrono un'analisi dettagliata delle sfide presenti nei luoghi di lavoro, anche con riferimento alle possibili cause degli incidenti e ai fattori di rischio. Possono identificare le buone pratiche esistenti e proporre soluzioni nuove che derivano, ad esempio, da nuove tecnologie o da differenti metodologie di gestione del rischio e dei processi lavorativi.
Nello specifico le tesi di laurea presentate trattano i seguenti argomenti. In tema di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro: ambito giuridico, normativo e organizzativo; ambito tecnico, ingegneristico, medico; ambito psicologico, educativo, formativo, relazionale.
Tutte le tesi dei partecipanti sono pubblicate sul portale Biblioteca Tesi Sicurezza (https://bibliotecatesi.fondazioneaifos.org/). Una biblioteca virtuale di libera consultazione che contiene i lavori di tutti i laureati e laureandi che hanno partecipato al premio dal 2013 ad oggi.
Decalogo per la sicurezza: dieci azioni concrete per tutelare i lavoratori
In risposta a questo scenario, Landoil Technology si fa promotrice del cambiamento attraverso un decalogo strategico: dieci azioni concrete per trasformare la cultura della sicurezza da obbligo normativo a valore condiviso.
1. Cultura del rischio: se consideriamo il settore degli oli lubrorefrigeranti, l'indagine rivela che solo il 10,3% dei lavoratori ne conosce a fondo i pericoli: è fondamentale mappare e comprendere i rischi specifici del proprio ambiente lavorativo perché è dalla conoscenza che nasce la prevenzione.
2. Formazione come investimento: con solo il 21,5% dei lavoratori che riceve aggiornamenti regolari, la formazione continua diventa cruciale. Non un obbligo burocratico, ma un investimento strategico per la sicurezza aziendale.
3. DPI: la prima linea di difesa: i Dispositivi di Protezione Individuale sono la barriera primaria contro gli infortuni. Utilizzo costante, manutenzione regolare e sostituzione tempestiva: tre pilastri per la protezione personale.
4. Manutenzione preventiva: dall’indagine emerge che il 78% delle aziende non controlla regolarmente le emulsioni lubrorefrigeranti. La manutenzione programmata non è un costo ma un investimento: prevenire i guasti significa prevenire gli incidenti.
5. Comunicazione visiva efficace: la segnaletica di sicurezza deve essere chiara, visibile e aggiornata. Un sistema di comunicazione visiva efficace può fare la differenza in situazioni di emergenza.
6. Gestione delle emergenze: procedure chiare, ruoli definiti, simulazioni regolari. Costruire un sistema di risposta alle emergenze efficiente richiede preparazione e pratica costante.
7. Cultura del dialogo: l’indagine Landoil rivela che il 50% dei lavoratori si sente ascoltato quando segnala rischi. Un dato positivo che conferma come incoraggiare il dialogo aperto sulla sicurezza crea un ambiente dove la prevenzione è responsabilità condivisa.
8. Organizzazione degli spazi: un ambiente di lavoro ordinato riduce significativamente il rischio di incidenti. L'organizzazione dello spazio è il primo passo verso la sicurezza operativa.
9. Monitoraggio sanitario: la sorveglianza sanitaria non è un adempimento formale ma uno strumento di prevenzione attiva. Controlli regolari e screening mirati proteggono la salute sul lungo periodo.
10. Innovazione continua: le normative evolvono, le tecnologie avanzano. Mantenersi aggiornati sulle best practice di sicurezza è fondamentale per un ambiente di lavoro all'avanguardia.