
Una suggestiva immagine di Piazza San Pietro e via della Conciliazione - Vyacheslav Argenberg
Il ritorno alla casa del Padre del santo pontefice Francesco ha dato prova in questi giorni del grande amore che il Papa venuto dalla fine del mondo suscita nella moltitudine dei fedeli, ma anche in tante persone ancora lontane dalla Chiesa. Il suo magistero così autorevole ed energico di fronte alle grandi sfide mondiali e alla crisi di leadership internazionale continua a ispirare tutti. E anche se la canonizzazione del beato Carlo Acutis, il giovane informatico figlio di imprenditori, è rinviata, e molti di noi sperano sarà tra i primi atti del prossimo Papa, dal 1 al 5 maggio si terrà il Giubileo dei lavoratori e degli imprenditori e migliaia di capitani d’azienda con i propri collaboratori saranno a Roma.
Resta per noi imprenditori importante questo Giubileo perché ci consente di ripensare il nostro ruolo alla luce di tutto il ricco e luminoso contributo offerto in questi anni dal Santo padre. Secondo papa Francesco gli imprenditori sono coloro i quali hanno risposto ad una nobile vocazione. Lo ricorda in un suo magistrale intervento durante la visita pastorale del 2017 a Genova: “Gli imprenditori onesti e virtuosi vanno avanti, alla fine, nonostante tutto. Mi piace citare a questo proposito una bella frase di Luigi Einaudi, economista e presidente della Repubblica Italiana. Scriveva: «Migliaia, milioni di individui lavorano, producono e risparmiano nonostante tutto quello che noi possiamo inventare per molestarli, incepparli, scoraggiarli. È la vocazione naturale che li spinge, non soltanto la sete di guadagno. Il gusto, l’orgoglio di vedere la propria azienda prosperare, acquistare credito, ispirare fiducia a clientele sempre più vaste, ampliare gli impianti»”.
Sarebbe un errore, in un tempo di guerre e di protervia degli stati, se non leggessimo il Giubileo degli imprenditori come un evento fondamentale per rilanciare un modello di sviluppo basato innanzitutto sull’economia d’impresa (cit. Centesimus Annus), insostituibile nel creare ricchezza diffusa, occupazione dignitosa, dialogo e pace tra le persone e tra i popoli. Si tratta di una grande occasione per mettere al centro l’imprenditore, rilanciarne la figura contro un’economia anonima e tecnocratica, e contro sistemi burocratici e fiscali iniqui che, come ha ricordato il Santo Padre, finiscono per penalizzare gli imprenditori e favorire i malfattori.
Per questo i giovani imprenditori e dirigenti d’azienda dell’Ucid, insieme con l’Istituto Acton, hanno organizzato per venerdì 2 maggio a Roma una giornata all’insegna della vocazione dell’imprenditore. L’evento, che ha ricevuto il patrocinio del dicastero per l’Evangelizzazione e avrà luogo presso la chiesa giubilare di San Salvatore in Lauro, vedrà, a partire dalle ore 9, la celebrazione della Messa presieduta dal cardinale Dominique Mambertì. Seguiranno, dopo un momento di agape, gli interventi introduttivi di monsignor Renato Tarantelli (vescovo ausiliare e vicegerente della diocesi di Roma), Davide Mambriani (incaricato per gli Affari culturali Giubileo 2025 per il dicastero per l’Evangelizzazione), Umberto Vattani (presidente della Viu di Venezia e già segretario generale del ministero degli Affari esteri), di me stesso e di Matthew Santucci (Istituto Acton di Roma). Si proseguirà con gli interventi e le testimonianze di alcuni leader civili, d’opinione e d’impresa, tra i quali Safiria Leccese (conduttrice televisiva e autrice del libro La ricchezza del bene, in cui narra le storie di alcuni grandi imprenditori e di Carlo Acutis), Eugenio Miccone (presidente dei Giovani Imprenditori di Confcommercio Roma), padre Robert Sirico (presidente emerito dell’Istituto Acton e autore del libro L’economia delle parabole) e Riccardo Pozzi (capo relazioni internazionali in Enel).
L’impresa è vocazione creativa, l’imprenditore come diceva Schumpeter è prima di tutto un innovatore ed innovatore fu ad esempio il giovane Carlo Acutis, che ideò mostre virtuali sui temi della fede e dei miracoli eucaristici in tutto il mondo per aiutare l'evangelizzazione. Corollario della creatività è la virtù dell’imprenditore intesa come capacità di organizzare tutti i fattori della produzione al meglio, creatività e virtù sono i pilastri di una vocazione che vede il leader d’impresa come cooperatore del Creatore, chiamato a lavorare e custodire la creazione responsabilmente, mettendo a frutto un particolare talento, ma anche cooperatore con gli altri uomini, soci e collaboratori affinché l’azienda vada avanti. Un manifesto di fraternità, insomma, di cui c’è assoluto bisogno.
*Presidente nazionale Movimento Giovani Ucid (Unione Cristiana Imprenditori Dirigenti)