sabato 11 gennaio 2025
In attesa del 19 gennaio i giudici hanno ascoltato, ieri, in aula nell’ultimo passaggio prima del verdetto, le argomentazioni della difesa sulla legge che metterebbe al bando la piattaforma
TikTok rischia d'essere vietata in America

TikTok rischia d'essere vietata in America - Reuters

COMMENTA E CONDIVIDI

In attesa del 19 gennaio, la Corte Suprema degli Stati Uniti ha ascoltato, ieri, in aula nell’ultimo passaggio prima del verdetto, le argomentazioni dei legali di TikTok sulla legge che metterebbe al bando sul suolo americano la popolarissima piattaforma social di video brevissimi.

La casa madre ByteDance sta cercando attraverso le vie legali di far annullare la legge federale, firmata dal presidente Joe Biden ad aprile dell’anno scorso, che le impone di vendere la propria app di video brevi a una società non cinese o di affrontare un divieto negli Stati Uniti a partire dal 19 gennaio. TikTok ha affermato che «una vendita è impossibile» e ha contestato la legge federale come incostituzionale.

Al centro del caso giudiziario si contrappongono il diritto alla libertà di parola alle preoccupazioni per la sicurezza nazionale. La legge era stata approvata dal Congresso con un forte sostegno bipartisan l’anno scorso e un tribunale di grado inferiore alla Corte Suprema aveva già respinto l’argomentazione, avanzata dalla tech company cinese ByteDance, secondo cui essa viola la protezione del Primo Emendamento della Costituzione degli Stati Uniti contro la limitazione della libertà di parola da parte del governo.

L’esame del caso da parte della Corte Suprema giunge in un momento di crescenti tensioni commerciali tra le due maggiori economie mondiali, la Cina e gli Stati Uniti e su questo punto lo scorso 27 dicembre era intervenuto anche il presidente eletto, il repubblicano Donald Trump che si insedierà alla Casa Bianca solo il 20 gennaio, chiedendo ai giudici di avere il tempo per trovare una «soluzione politica» che permetta un accordo che tuteli la sicurezza nazionale ed eviti la chiusura di TikTok.

Al di là della richiesta di sospensione di Trump, le posizioni sembrano distanti: con il Dipartimento di Giustizia che sostiene che TikTok rappresenti una grave minaccia per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti a causa del rischio che la Cina possa utilizzare questa immensa quantità di dati sugli americani per spionaggio o ricatto, o per manipolare segretamente i contenuti che visualizzano sull’App per servire i propri interessi. Il potente algoritmo della piattaforma ha un meccanismo che invia ai singoli utenti dei brevi video personalizzati in base ai loro gusti e alle loro precedenti visualizzazioni.

TikTok, dal canto suo, ha affermato che il divieto colpirebbe non solo gli utenti, oltre 170 milioni di cittadini americani, ma anche i 7mila dipendenti negli Stati Uniti, gli inserzionisti e gli stessi creator che con la piattaforma lavorano e guadagnano. TikTok rappresenta «una delle piattaforme di parola più significative in America» secondo i legali di ByteDance, che davanti ai giudici della Corte Suprema hanno sostenuto che la legge è «in guerra con il Primo Emendamento». La posizione di TikTok è supportato da diversi gruppi libertari e difensori della libertà di parola; mentre molti fra gli stessi alleati repubblicani di Trump continuano a sostenere la legge e il ban a TikTok, la cui scomparsa sconvolgerebbe il panorama dei social media e del marketing, indirizzando miliardi di dollari pubblicitari verso piattaforme rivali e americane come Instagram di Meta e YouTube di Google.

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: