Sicurezza sul lavoro, obbligo formazione per cinque milioni di datori
di Redazione
È stato introdotto con l'accordo Stato-Regioni dello scorso aprile. Secondo un'indagine AiFOS è ritenuto utile da circa il 90% degli interessati. I pareri dei legali

L’accordo Stato-Regioni del 17 aprile 2025 ha introdotto per la prima volta nella nostra legislazione l’obbligo di formazione alla salute e sicurezza per tutti i datori di lavoro italiani. Finora, il vertice aziendale, su cui ricadono tutte le responsabilità in materia, era l’unico escluso dalla necessità di frequentare i corsi di formazione. Il percorso introdotto si propone l’obiettivo di far acquisire ai datori di lavoro la consapevolezza delle azioni conseguenti alle responsabilità del ruolo.
L’indagine AiFOS 2025
Circa il 90% dei datori di lavoro ritiene l’obbligo di formazione sulla salute e sicurezza un adempimento utile e il 69% sono al corrente del nuovo obbligo formativo. Il 59% dei rispondenti, tuttavia, pensa che l’attività formativa si possa tradurre in mero obbligo burocratico privo di valore reale. Ad oggi già il 10% dei datori di lavoro, in pochi mesi dall’obbligo, ha intrapreso un percorso di formazione, ma ci sono 2 anni per adempiere all’obbligo. Questi alcuni dei dati emersi dall’indagine AiFOS, con oltre mille rispondenti, dal titolo Formazione del datore di lavoro: da obbligo ad opportunità. Tra i principali vantaggi emersi dall’indagine si evidenziano per il 77% la maggiore consapevolezza dei rischi aziendali, per l’80% il rafforzamento del ruolo decisionale in materia di salute e sicurezza e per il 68% l’aumento del coinvolgimento diretto nella cultura della prevenzione del datore di lavoro. Tra le principali criticità, invece, il 55% dei rispondenti ha indicato il reperimento di corsi aggiornati e conformi, circa il 70% il tema dei costi e l’81% la risorsa tempo da dedicare alla formazione.
«L’obbligo della formazione dei datori di lavoro - spiega Paolo Carminati, presidente di AiFOS - è una tappa decisiva per la crescita della cultura della sicurezza e salute sul lavoro nel nostro sistema economico-produttivo. Si tratta di una novità storica per il nostro Paese che metterà nelle condizioni milioni di imprenditori, di cui 4,9 milioni di pmi, di accrescere la propria consapevolezza in merito al tema. L’obiettivo della ricerca di AiFOS è indagare come il recente obbligo normativo introdotto possa trasformarsi in una opportunità, rendendo il datore di lavoro protagonista di una rinnovata cultura della prevenzione aziendale. Come, principale associazione datoriale nell’ambito della sicurezza sul lavoro, con più di 260.000 attestati rilasciati nel 2024, siamo focalizzati nel fare in modo che questo obbligo diventi opportunità per il datore di lavoro coinvolgendolo anche direttamente nella progettazione stessa del percorso formativo».
I pareri legali sulla normativa e la sua applicazione
Il 31 ottobre 2025 è entrato in vigore, con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, il decreto legge n. 159 intitolato: “Misure urgenti per la tutela della salute e della sicurezza sui luoghi di lavoro e in materia di protezione civile”. Tra i numerosi aspetti affrontati nei 21 articoli del testo, il rafforzamento della cultura della formazione e prevenzione (art. 5) anche con il sistema di tracciamento dei mancati infortuni (art. 15), il rafforzamento degli organi preposti alla vigilanza (artt. 4 e 16) e il focus sulle attività in regime di appalto e subappalto, in particolare con il tema del badge di cantiere e alcune modifiche sull’istituto, peraltro di recentissima introduzione, della patente a crediti (art. 3). «Le future linee guida (da emanarsi con apposito decreto del ministero del Lavoro, d’intesa con Inail e sentite le parti sociali) per l’identificazione, il tracciamento e l’analisi dei mancati infortuni da parte delle imprese con più di 15 dipendenti, dovranno individuare le modalità attraverso le quali le imprese comunicheranno i dati aggregati relativi agli eventi segnalati come mancati infortuni - sottolinea l'avvocato Ugo Ettore Di Stefano, senior partner e responsabile Dipartimento Privacy & Corporate Compliance Lexellent -. Le imprese dovranno altresì indicare le azioni correttive o preventive intraprese per il miglioramento della sicurezza, a seguito del tracciamento dei mancati infortuni. Con lo stesso decreto ministeriale saranno definiti i criteri utili alla predisposizione di un rapporto annuale di monitoraggio nazionale sui mancati infortuni, utile anche per decidere gli interventi formativi e di sostegno tecnico alle imprese. Ci sono però due importanti considerazioni generali da ricordare. Innanzitutto, il decreto prevede tutta una serie di disposizioni di attuazione, a mezzo di successivi decreti ministeriali da emanarsi nei prossimi 60 giorni, senza le quali non sarà possibile dare concretezza ed effettività a quanto qui previsto. In secondo luogo, occorre che il tema sicurezza sul lavoro sia riconsiderato in maniera organica. Si tratta dei diritti fondamentali dei lavoratori, della dignità stessa della persona. Invece, lo strumento del decreto-legge, della normazione di urgenza, che disciplina aspetti specifici e limitati, non permette di affrontare compiutamente quello che non è un problema emergenziale a cui dare risposta solo quando la cronaca risveglia l’attenzione per la tragedia del giorno. La mancata sicurezza è un grave e costante vulnus della cultura del lavoro, purtroppo strutturalmente radicato nella nostra società. Inoltre, non dimentichiamo che il decreto legge, essendo un provvedimento del governo, se non sarà convertito in legge dal Parlamento nei prossimi 60 giorni, decadrà».
Tra le principali novità della normativa, si segnala il rafforzamento della disciplina della patente a crediti nei cantieri, disciplinata dall' 27 del decreto legislativo 81/08 e introdotta nel 2024. In particolare, è previsto l'irrigidimento delle misure di controllo e sanzionatorie, ma la relativa disciplina verrà estesa altri settori, oltre a quello dei cantieri, per mezzo di un decreto ministeriale da emanarsi entro i prossimi mesi. «Nell'ottica di incrementare i controlli sul "lavoro regolare" e sulla sicurezza - precisa Valentina Pepe, partner dello studio legale Pepe & Associati - l'Ispettorato nazionale del lavoro dovrà orientare la propria attività di vigilanza per il rilascio dell'attestato e l'iscrizione alla "Lista di conformità Inl", disponendo in via prioritaria i controlli di competenza nei confronti dei datori di lavoro che svolgono la propria attività in regime di subappalto, pubblico o privato. Le imprese che operano nei cantieri edili in regime di appalto e subappalto, pubblico o privato, sono tenute a fornire ai propri dipendenti un badge digitale, che assolverà alla finzione dell'attuale tessera di riconoscimento prevista dall'articolo 18 lettera u) del decreto legislativo 81/2008, dotata di un Codice univoco anticontraffazione. Nell'ottica della promozione della cultura della sicurezza, l'Inail, a decorrere dal 1° gennaio 2026, è autorizzata ad effettuare la revisione delle aliquote di oscillazione in bonus per andamento infortunistico, al fine di incentivare la riduzione degli infortuni sui luoghi di lavoro e di premiare i datori di lavoro virtuosi, nel rispetto dell'equilibrio della gestione tariffaria. Rilevanti misure riguardano, ancora, l'aggiornamento dei sistemi di protezione individuale e collettiva contro le cadute dall'alto e la digitalizzazione del fascicolo formativo dei lavoratori, rafforzando il ruolo dell'Inail nella promozione della formazione sulla cultura della salute e sicurezza sul lavoro nonché l'obbligo di aggiornamento periodico dei Rls nelle imprese con meno di 15 dipendenti e sul mantenimento in efficienza dei dispositivi di protezione individuale. L'inasprimento delle misure di controllo e sanzionatorie introdotte dal decreto Sicurezza 2025 dimostra la crescente attenzione delle istituzioni non solo in materia di sicurezza, ma anche rispetto ai fenomeni di lavoro irregolare e all'istituto del subappalto che, negli ultimi anni, è stato ampiamente strumentalizzato nell'ottica della riduzione dei costi del lavoro e dell'elusione delle normative a tutela dei lavoratori».
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