Intesa sul gas argentino:
passo di Eni sull’export

Firmato dall’ad Descalzi un accordo tecnico relativo al bacino di Vaca Muerta: l’obiettivo del gruppo italiano è di produrre ed esportare Gnl per 12 milioni di tonnellate all’anno
October 10, 2025
Intesa sul gas argentino:
passo di Eni sull’export
Claudio Descalzi, ad di Eni, durante la cerimonia di premiazione dei vincitori Eni Award al Quirinale
Mentre l’Argentina di Javier Milei tenta di riscrivere il proprio destino economico, un’alleanza energetica prende forma con l’Italia come protagonista. L’amministratore delegato di Eni, Claudio Descalzi, ha incontrato a Buenos Aires il presidente argentino e il numero uno della compagnia nazionale Ypf, Horacio Marín, siglando un passo decisivo verso la realizzazione di Argentina Lng: il progetto che promette di trasformare il Paese sudamericano in un hub di esportazione di gas naturale liquefatto tra i più importanti dell’emisfero australe. L’intesa raggiunta – la firma della Final Technical Project Description, tappa propedeutica alla Final Investment Decision – prevede la realizzazione di un sistema integrato di produzione, trattamento, trasporto e liquefazione del gas proveniente dal giacimento non convenzionale di Vaca Muerta, una delle riserve di shale gas più vaste al mondo. L’impianto, articolato su due unità galleggianti (Floating Lng) da 6 milioni di tonnellate annue ciascuna, potrà generare fino a 12 milioni di tonnellate di Gnl all’anno, equivalenti a circa nove miliardi di metri cubi di gas.
È il cuore di una visione più ampia, destinata – secondo le proiezioni – a raggiungere i 30 milioni di tonnellate annue nei prossimi anni, rendendo l’Argentina un esportatore netto di energia. Per Eni, si tratta di un tassello coerente nella strategia di lungo periodo che privilegia la crescita del gas naturale come fonte e ponte nella transizione energetica e come strumento di sicurezza degli approvvigionamenti. «Siamo orgogliosi di contribuire allo sviluppo del gas naturale liquefatto argentino, che potrà rappresentare una fonte strategica per i mercati internazionali» ha dichiarato Descalzi, sottolineando come l’esperienza maturata da Eni nei progetti fast-track di Congo e Mozambico offra una base tecnologica solida per l’avvio di Argentina Lng.
Per Buenos Aires, l’operazione è la chiave per monetizzare in modo strutturale le immense risorse di Vaca Muerta, finora intrappolate da infrastrutture limitate e da un contesto regolatorio incerto. Già nei giorni scorsi il ministro degli Esteri Antonio Tajani aveva salutato con favore l’avanzamento dell’intesa, rimarcando come il progetto Eni-Ypf rappresenti «un esempio concreto di cooperazione economica tra Italia e America Latina, in un settore cruciale per la sicurezza energetica e la competitività delle nostre imprese». Il piano, presentato da Horacio Marín alla recente fiera Gastech di Milano, è ambizioso: circa 6 miliardi di dollari di investimenti iniziali e tempi di realizzazione più rapidi di un anno rispetto alle previsioni originarie. Per Eni il progetto argentino è anche una prova di coerenza strategica: l’azienda continua a spostare il baricentro delle proprie attività verso il gas e l’Africa e l’America Latina, costruendo una rete di progetti integrati capaci di alimentare la transizione verso la neutralità carbonica entro il 2050. L’uso di infrastrutture Flng, che riducono tempi e costi rispetto agli impianti a terra, è parte di questa filosofia. 

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