Pier Carlo Padoan: «Sistemi resilienti e capitale sociale ricette anti-crisi»

Il presidente di UniCredit illustra Road to social change, iniziativa dedicata al Terzo Settore, e spiega che la domanda cruciale è qual è la valenza Esg dell’investimento da finanziare
April 20, 2022
Pier Carlo Padoan: «Sistemi resilienti e capitale sociale ricette anti-crisi»
Il presidente di UniCredit Pier Carlo Padoan
Il percorso prevede in tutto sei tappe. Si parte a maggio, si proseguirà durante l’estate e poi l’ultimo step è in programma a metà dicembre, quando ci sarà la premiazione dei progetti più innovativi. UniCredit è pronta a lanciare la seconda edizione di Road to social change, l’iniziativa organizzata attraverso la Banking Academy dell’istituto di credito e dedicata al Terzo Settore, ovvero a quel Non profit che oggi gioca un ruolo da protagonista nel processo di ripartenza del Paese. Il tema centrale di quest’anno sarà la sostenibilità integrale, nell’ottica di uno sviluppo che tenga insieme la dimensione ecologica, economica e sociale. «Ci sarà uno stretto legame alle missioni del Pnrr, che sosteniamo attivamente avendo creato una task force ad hoc per supportare le Pmi nell’utilizzo più efficace possibile delle risorse europee – dice il presidente di UniCredit Pier Carlo Padoan –. Attraverso iniziative come Road to social change valorizziamo buone pratiche già esistenti legate a specifici settori come per esempio welfare, housing sociale e salute».
Questo percorso di 'sviluppo integrale' del Terzo Settore rappresenta uno dei modi tangibili con cui UniCredit, il gruppo è guidato dal Ceo Andrea Orcel, traduce in progetti concreti una logica Esg che è sempre più imperniata nella strategia della banca. «L’esperienza di interazione con le realtà locali è uno degli aspetti che mi ha colpito di più da quando sono entrato in UniCredit – racconta Padoan –. Non esiste un modello guida da rispettare, ma principi di riferimento da seguire che si traducono con modalità diverse e originali a seconda del contesto di riferimento. Si tratta di un meccanismo di crescita endogena con risvolti estremamente positivi e su cui bisogna conti- nuare a insistere anche sul piano europeo. Qualche anno fa scrissi un volume sull’Europa intitolato 'La diversità come ricchezza'. La grande sfida dell’Unione Europea è proprio quella di conciliare le diversità in un progetto comune». Del resto, anche il contesto attuale spinge in questa direzione. «Siamo in un periodo di trasformazione, in cui nel giro di poco tempo si sono succedute varie crisi, da quella finanziaria di inizio millennio a quella del debito sovrano fino alle implicazioni economiche negative dovute alla diffusione del Covid e, adesso, al conflitto russo-ucraino – ragiona Padoan –. La risoluzione delle crisi passa dai cambiamenti e dalla creazione di sistemi più resilienti. Sono inimmaginabili soluzioni di puro mercato, che comunque risulterebbero inefficaci. L’enfasi sulla doppia transizione era già all’ordine del giorno dell’Europa prima che scoppiasse la pandemia. Deve esserlo ancora di più per il presente e per il futuro. E le banche, che sono al centro dei gangli dei sistemi sociali, sono obbligate a tener conto di questa necessità di trasformazione e adoperarsi per applicarla nelle diverse dimensioni». La crisi energetica in corso non deve indurre a scelte poco lungimiranti per la sostenibilità: «L’aumento vertiginoso dei prezzi energia è stato uno choc su famiglie, imprese e società che è giusto affrontare con misure di emergenza, ma è altrettanto indispensabile avere una strategia di lungo periodo per non sprecare risorse. I principi di un’energia sostenibile non vanno assolutamente abbandonati».
Crisi dopo crisi sono cresciute spaventosamente anche le diseguaglianze. Ecco perché la lotta alle disparità economiche e sociali è una delle priorità su cui UniCredit è impegnata: «Le analisi empiriche dimostrano che dove si allarga il gap tra ricchi e poveri si abbassa il livello di dinamismo di una società e dunque anche il ritmo di crescita – sostiene l’economista –. Ecco perché le banche devono favorire l’interazione alimentando il cosiddetto capitale sociale, che non è un concetto astratto, ma un patrimonio costituito da scambi culturali, ricchezze locali, azioni collettive destinate al benessere della comunità. Dove il capitale sociale è più ricco la crescita è più solida, per cui la banca è obbligata a investire in tutte le istanze che favoriscano un modo migliore di vivere insieme. Tra queste ci sono anche il sostegno ai giovani e all’occupazione femminile nello specifico. Per queste finalità UniCredit continuerà a mettere a disposizione risorse significative ed è pronta a fare sempre di più, nel 2021 sono stati 3,7 milioni i beneficiari diretti e indiretti dei finanziamenti per il sociale». La riforma del Terzo Settore, varata dal governo in cui Padoan era ministro dell’Economia, ha contribuito a far uscire dall’angolo questo mondo. «Disegnando una cornice normativa ben definita dove attivare un’operatività quotidiana si è data anche una sorta di dignità strutturale alle istituzioni del Non profit, che rappresentano uno strumento potente per far progredire la società e per fronteggiare le vulnerabilità sociali».
La combinazione tra attività profit e non profit, che sembra aver 'contagiato' anche le strategie degli istituti di credito, è un processo destinato a proseguire nel prossimo futuro. «Le banche hanno una responsabilità importante, perché soprattutto in Italia rappresentano il principale intermediario finanziario – afferma Padoan –. Ecco che allora dobbiamo essere sempre più coscienti che non è indifferente finanziare un progetto A o B e selettivi nei criteri di finanziamento. La domanda cruciale deve essere sempre di più una: qual è la valenza Esg dell’investimento che si va a finanziare? Non si tratta di seguire una 'moda', ma di fornire risposte a una domanda crescente che viene dalla società civile. Che chiede di unire redditività e valenza socio- ambientale. UniCredit nell’arco del piano prevede finanziamenti e investimenti Esg pari a 150 miliardi di euro». Da questa convinzione nasce Road to social change, ultimo esempio di un impegno di Uni-Credit per la sostenibilità nato in tempi non sospetti, come ricorda Padoan: «Abbiamo rivisto anche il nostro business con la creazione di UniCredit Italia», una geografia autonoma, guidata da Niccolò Ubertalli, «e istituito la funzione Esg Italia, che lavora a fianco della nostra rete commerciale con un approccio olistico che ha l’obiettivo di tradurre la strategia Esg di gruppo in azioni a supporto dell’impegno dei nostri clienti verso la transizione energetica e verso la creazione di una società più inclusiva. Del resto siamo stati la prima banca che si è dotata di un comitato Esg nel board per affrontare queste tematiche in modo organico». Proprio la S di Esg (Environmental, social, governance) per il presidente di UniCredit è quella che ha maggiori possibilità di svilupparsi: «Si parla molto di ambiente e poco di sociale, eppure la parte sociale è quella che ha maggiori spazi di crescita in ambito finanziario. Siamo in Europa, dove il welfare state è imprescindibile e le protezioni sociali sono fondamentali non solo per rispondere alle difficoltà ma anche in chiave preventiva, ovvero per far sì che le crisi future siano meno impattanti».

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