sabato 25 aprile 2020
L'ateneo è chiuso, ma ci sono stati contagi tra le comunità che vivono nel campus. Il rettore: «Affrontiamo questa situazione nello spirito di don Bosco: da buoni cristiani e onesti cittadini»
L'ingresso dell'Università Pontificia Salesiana di Roma

L'ingresso dell'Università Pontificia Salesiana di Roma - Ups

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«Ovviamente non avremmo voluto vivere questa situazione, ma la affrontiamo nello spirito di don Bosco: da buoni cristiani e onesti cittadini» spiega don Mauro Mantovani, rettore dell’Università Pontificia Salesiana (Ups). All’interno dell’ateneo pontificio che si trova a Roma, nel quartiere Nuovo Salario, sono emersi casi di Covid-19. Negli ultimi giorni, ha comunicato questa mattina l’Ups, sono stati riscontrati circa venti casi di positività al coronavirus, con quattro persone che sono attualmente ricoverate in ospedale.

L'università ha quasi 2mila studenti, in maggioranza laici, di 93 nazioni diverse. Dal 5 marzo tutta l’attività didattica si è spostata online, con lezioni video tramite Zoom ed esercitazioni su Moodle, piattaforma digitale per la formazione che l’Ups usava già da diversi anni. Anche gli esami saranno a distanza. I dipendenti lavorano in smart working. All’interno del campus vivono sei comunità religiose, in tutto circa 280 persone, che in queste settimane si sono attenute alle restrizioni previste dal governo e alle misure di prevenzione, protezione e distanziamento sociale.

Con l’emergere dei primi casi di sintomi da coronavirus tra i membri delle comunità, l’Asl ha preso in mano la situazione e ha avviato il controllo di tutti tramite i tamponi. Così sono emersi gli altri casi, tutti asintomatici. I contagiati sono stati prima messi in isolamento all'interno del campus e via via trasferiti dalla Asl in altre strutture. «Non ci sono situazioni di particolare gravità. Un po’ di preoccupazione naturalmente c’è. Seguiamo con precisione quello che ci viene indicato sperando che tutto si risolva per il meglio» conclude il rettore.

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