Papa Leone e il grido dei giovani in San Pietro: vogliamo la pace nel mondo
Il Papa a sorpresa in mezzo ai 120mila ragazzi di fronte alla Basilica Vaticana per la Messa di apertura del Giubileo dei giovani. «Siete sale e luce della terra. Il pianeta ascolti le vostre voci»

C’è chi ha sperato fino all’ultimo minuto che il suo sogno si realizzasse. «Il Papa ci sarà, ci sarà», ripeteva una delegazione di ragazzi francesi. Hanno avuto ragione loro. Leone XIV è arrivato davvero in piazza San Pietro alle otto e mezzo di questa sera. A sorpresa. Non era prevista la presenza del Pontefice alla Messa di benvenuto che nel tardo pomeriggio ha aperto il Giubileo dei giovani. Invece, eccolo uscire a piedi dalla sua residenza, entrare dentro la piazza in papamobile, passare a bordo dell’auto bianca fra il “popolo” arrivato da tutto il mondo per il più partecipato appuntamento dell’Anno Santo. Forse non poteva essere altrimenti quando il colonnato di Bernini, le strade intorno, il viale che porta a Castel Sant’Angelo erano state invase da oltre 120mila ragazzi. Anche dalle finestre del palazzo che ospita il Pontefice si vedevano i gruppi seduti sull’asfalto che non erano riusciti a superare i controlli perché l’emiciclo era già al completo.

Applausi, grida e bandiere al vento mentre la vettura con Leone XIV ha solcato la folla “giovane” fino in fondo a via della Conciliazione. Gli inni delle varie Gmg ad accompagnare il tragitto pontificio: da Resta qui con noi all’Emmanuel. E luci accese nella piazza per un “fuori programma” che ha allungato di molto il raduno intorno alla tomba dell’Apostolo. Dopo mezz’ora di giro, il saluto dal sagrato della Basilica Vaticana. Tutto a braccio, come non era mai accaduto dall’inizio del pontificato. «Il nostro grido deve essere per la pace», uno dei pensieri del Papa. E la richiesta ai giovani di indirizzarlo a chi ha in mano le sorti dell’umanità. «Diciamo a tutti: vogliamo la pace nel mondo». Un appello che l’intera piazza ha tradotto in urlo nelle diverse lingue. Poi l’invito: «Preghiamo per la pace. Siamo chiamati a essere testimoni di riconciliazione».

Le prime parole di Leone XIV sono state un messaggio di incoraggiamento: «Siete il sale della terra e la luce del mondo. L’umanità ha bisogno di speranza. Il mondo ascolti le vostre voci e il vostro entusiasmo che è per Gesù». Frasi in italiano, inglese e soprattutto spagnolo, la lingua del “suo” Perù dove è stato missionario e vescovo. «Inizia un percorso di alcune giornate in cui avrete l’opportunità di essere una forza, un messaggio di speranza, una luce per la città di Roma, per l’Italia e per il mondo intero. Camminiamo insieme con la nostra fede in Cristo». Quindi la benedizione, prima di dare appuntamento ai giovani per la Veglia di sabato e la Messa di domenica. «Ci vediamo a Tor Vergata. Buona settimana».

«A nome di papa Leone XIV vi do il benvenuto», aveva ripetuto l’arcivescovo Rino Fisichella, pro-Prefetto del Dicastero per l’evangelizzazione che guida la macchina organizzativa del Giubileo, all’inizio della celebrazione che ha presieduto. I cinque continenti che hanno il volto della generazione Z e dei Millennials si sono ritrovati in San Pietro per un evento «atteso da tanto tempo», secondo le parole dell’arcivescovo. Quello che era stato annunciato da papa Francesco durante la Gmg del 2023 a Lisbona. Quello che ha già visto Leone XIV abbracciare i ragazzi.

«Grazie per avere accolto l’invito del Papa di partecipare a questo Giubileo dedicato a voi e alla speranza che ognuno porta dentro di sé – ha sottolineato Fisichella –. Ci sono amici che provengono anche dalle zone di guerra: dall’Ucraina alla Palestina, giunga a tutti l’abbraccio di fraternità che ci rendi uniti e un corpo solo; non fate mancare loro i segni della vostra amicizia». E, facendosi interprete delle storie dei partecipanti, ha aggiunto: «Molti tra di voi hanno fatto tanti sacrifici per essere qui a Roma. Il Signore non vi deluderà. Vi viene incontro e voi siate vigili per cogliere la sua presenza. Vivete questi giorni con gioia e spiritualità, scoprendo nuove amicizie, ma soprattutto contemplate Roma e le tante opere d’arte espressione della fede che ha generato tanta bellezza». Poi il primo mandato: «Siamo qui per trasmettere la fede e comprendere il grande valore che Gesù Cristo possiede nella nostra vita. Rispondiamo con entusiasmo: in questi giorni Roma, con tutto ciò che rappresenta, è nelle vostre mani».
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