Leone XIV: essere segni di speranza e pace in un mondo disperato

Udienza generale con folla da record in piazza San Pietro: oltre 60mila pellegrini. Il Pontefice: «La felicità non è nel potere o nell’avere». L’invito alla Chiesa italiana: più collaborazione fra le comunità e nuovo slancio nell’annuncio del Vangelo. Regalato un cavallo al Pontefice
October 15, 2025
Leone XIV: essere segni di speranza e pace in un mondo disperato
Papa Leone XIV fra i pellegrini per l'udienza generale: folla record con oltre 60mila fedeli che superano piazza San Pietro e si allungano fino a via della Conciliazione / REUTERS
Udienza generale di Leone XIV da primato quella di questa mattina. Piazza San Pietro non riesce a contenere tutti i pellegrini giunti per la catechesi settimanale del Papa: oltre 60mila i fedeli, secondo fonti vaticane. La folla si allunga fino in via della Conciliazione, come di solito accade per le grandi celebrazioni. Con la papamobile il Pontefice taglia il “popolo” della fede, fino ad arrivare proprio in via della Conciliazione, prima di iniziare la sua meditazione sul desiderio di felicità dell’uomo. Un «desiderio abissale del nostro cuore», lo definisce, che «può trovare la sua risposta ultima non nei ruoli, non nel potere, non nell’avere, ma nella certezza che c’è qualcuno che si fa garante di questo slancio costitutivo della nostra umanità». È Cristo Risorto, come evidenzia il tema della catechesi: “Il Risorto, fonte viva della speranza umana”.
Papa Leone XIV fra i pellegrini per l'udienza generale: folla record con oltre 60mila fedeli che superano piazza San Pietro e si allungano fino a via della Conciliazione / REUTERS
Papa Leone XIV fra i pellegrini per l'udienza generale: folla record con oltre 60mila fedeli che superano piazza San Pietro e si allungano fino a via della Conciliazione / REUTERS
Nei saluti in lingua inglese Leone XIV torna a parlare di pace. «È solo Gesù risorto che può dare la pace vera e duratura che ci sostiene e ci riempie». Poi l’invito: «In un mondo alle prese con la fatica e la disperazione, siamo segni di speranza, pace e gioia del Cristo Risorto». Durante la catechesi il Papa richiama le «domande più profonde del nostro cuore: c’è davvero un punto di arrivo per noi? Ha senso la nostra esistenza? E la sofferenza di tanti innocenti, come potrà essere riscattata?». E spiega che «solo Gesù morto e risorto» è la risposta. Poi chiarisce: «Gesù Risorto non fa calare una risposta “dall’alto”, ma si fa nostro compagno in questo viaggio spesso faticoso, doloroso, misterioso. Solo Lui può riempire la nostra borraccia vuota, quando la sete si fa insopportabile. Ed Egli è anche il punto di arrivo del nostro andare. Senza il suo amore, il viaggio della vita diventerebbe un errare senza meta, un tragico errore con una destinazione mancata». Leone XIV ricorda che «siamo creature fragili. L’errore fa parte della nostra umanità, è la ferita del peccato che ci fa cadere, rinunciare, disperare. Risorgere significa invece rialzarsi e mettersi in piedi. Il Risorto garantisce l’approdo, ci conduce a casa, dove siamo attesi, amati, salvati. Fare il viaggio con Lui accanto significa sperimentare di essere sorretti nonostante tutto, dissetati e rinfrancati nelle prove e nelle fatiche che, come pietre pesanti, minacciano di bloccare o deviare la nostra storia». E il Pontefice indica Cristo come la speranza che non delude. La speranza – aggiunge – «non vuol dire pensare in modo ottimistico: spesso l’ottimismo ci delude, vede implodere le nostre attese, mentre la speranza promette e mantiene».
Papa Leone XIV fra i pellegrini per l'udienza generale: folla record con oltre 60mila fedeli che superano piazza San Pietro e si allungano fino a via della Conciliazione / ANSA
Papa Leone XIV fra i pellegrini per l'udienza generale: folla record con oltre 60mila fedeli che superano piazza San Pietro e si allungano fino a via della Conciliazione / ANSA
Nei saluti in lingua italiana fa ancora una volta riferimento ad alcune delle priorità che ha già indicato per la Chiesa italiana: la necessità di «approfondire la comunione e la collaborazione pastorale nelle vostre comunità» e l’urgenza di rinnovare «lo slancio nel farvi annunciatori della Buona Novella». Della collaborazione fra le diocesi aveva parlato sabato durante l’udienza giubilare alle diocesi della Toscana quando aveva affrontato il tema del «processo di unificazione delle diocesi» dicendo che occorre «verificare se ci sono o meno le condizioni per andare avanti». E aveva elogiato «alcune collaborazioni» già in atto che «superano i confini diocesani, come nel caso del Tribunale ecclesiastico». E poi altre “alleanze” «riguardo alla formazione iniziale dei presbiteri e ai Seminari». «Vi invito a proseguire su questa strada», aveva aggiunto papa Leone. Invece nell’udienza alla Cei dello scorso giugno il Pontefice aveva evidenziato che «è necessario uno slancio rinnovato nell’annuncio e nella trasmissione della fede» perché «in un tempo di grande frammentarietà è necessario tornare alle fondamenta della nostra fede» e «si tratta di discernere i modi in cui far giungere a tutti la Buona Notizia, con azioni pastorali capaci di intercettare chi è più lontano e con strumenti idonei al rinnovamento della catechesi e dei linguaggi dell’annuncio».
Papa Leone XIV fra i pellegrini per l'udienza generale: folla record con oltre 60mila fedeli che superano piazza San Pietro e si allungano fino a via della Conciliazione / ANSA
Papa Leone XIV fra i pellegrini per l'udienza generale: folla record con oltre 60mila fedeli che superano piazza San Pietro e si allungano fino a via della Conciliazione / ANSA
Sempre rivolgendosi ai fedeli italiani in piazza San Pietro, il Papa saluta in particolare i pellegrinaggi delle diocesi di Gorizia, con l’arcivescovo Carlo Roberto Redaelli; di Ragusa, con il vescovo Giuseppe La Placa; di Alghero-Bosa, con il vescovo Mauro Morfino. E poi le parrocchie di Donnici di Cosenza, Canosa di Puglia, Castelnuovo Vomano, Villarricca e Maiori. Quindi il saluto al Consiglio nazionale geometri e l’Ordine dei dottori commercialisti ed esperti contabili di Roma: «Tutti esorto ad esercitare la propria professione con integrità, responsabilità ed etica, contribuendo all’autentico benessere della società».
Fra le note di colore, al termine dell'udienza, viene regalato al Papa un cavallo. Si tratta di un purosangue arabo che proviene da un parrocchiano della parrocchia di San Adalberto a Londra. La ragione del dono è che Leone XIV, quando era missionario in Perù, andava spesso a cavallo. Nell'intenzione del donatore, un regalo così raro e prezioso potrebbe essere messo all'asta e il ricavato destinato all'aiuto dei poveri e dei bisognosi. Il cavallo si chiama Proton ed è nato nella più antica scuderia polacca, fondata oltre 200 anni fa, a Janów Podlaski. Ha origini internazionali. Il padre, lo stallone Kahil, è nato nella filiale statunitense di un allevamento del Qatar. La madre, Pradera, proviene da Janów Podlaski, ma suo padre era lo stallone Hlayyil, allevato dalla principessa Alia Al Hussein di Giordania. Proton ha dodici anni ed è di mantello grigio con macchie scure.

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