Il Papa: tanti i popoli spogliati e derubati da guerra e povertà

Prima Messa e primo Angelus dal suo soggiorno estivo. Nuovo appello alla pace. L’invito a «far cadere i muri» e alla «rivoluzione dell’amore». I ragazzi dell’oratorio lo sfidano a una partita a tennis
July 12, 2025
Il Papa: tanti i popoli spogliati e derubati da guerra e povertà
Ansa-Vatican Media | Leone XIV durante l'Angelus a Castel Gandolfo
«Benvenuto Santo Padre Leone XIV». Lo striscione passa da una finestra all’altra in uno dei palazzi della piazza centrale di Castel Gandolfo. Il Papa alza lo sguardo verso il lungo cartello. Poi sorride. Ore 9.30 di domenica mattina. Prima uscita pubblica di Leone XIV nella località sui Colli Albani, a trenta chilometri da Roma, che da una settimana è tornata a ospitare il Papa per il suo soggiorno estivo. Ed è un abbraccio di popolo quello tributato a Leone XIV sia dagli abitanti che rivedono un Pontefice dopo anni di assenza, sia dai pellegrini arrivati da mezzo mondo per incontrare il Papa in un ambiente più familiare rispetto a quello grandioso di piazza San Pietro.
Leone XIV saluta la folla prima della Messa nella parrocchia pontificia a Castel Gandolfo - Ansa
Leone XIV saluta la folla prima della Messa nella parrocchia pontificia a Castel Gandolfo - Ansa
Centro blindato. E fra le transenne anche i fedeli di Chiclayo, la diocesi del Perù dove Robert Prevost era stato missionario e poi vescovo. «Non dimentichiamoci di pregare per la pace e per tutti coloro che, a causa della violenza e della guerra, si trovano in uno stato di sofferenza e di bisogno», dice Leone XIV al termine del suo primo Angelus a Castel Gandolfo che guida dalla soglia del portone del Palazzo Apostolico affacciato su piazza della Libertà. Palazzo che adesso è stato aperto al pubblico per volontà di papa Francesco e che quindi non accoglie più il Vescovo di Roma se non per pochi momenti domenica mattina.
Leone XIV durante l'Angelus a Castel Gandolfo - Ansa
Leone XIV durante l'Angelus a Castel Gandolfo - Ansa
Il dramma dei conflitti torna nell’omelia della Messa che il Papa presiede nella parrocchia pontificia dedicata al santo agostiniano Tommaso da Villanova, sempre nel cuore della cittadina. «Tanti» sono «i popoli spogliati, derubati e saccheggiati, vittime di sistemi politici oppressivi, di un’economia che li costringe alla povertà, della guerra che uccide i loro sogni e le loro vite», denuncia Leone XIV che sceglie la “cittadina dei Pontifici” per lanciare il suo monito contro la cultura dell’indifferenza. Indifferenza che riassume in un atteggiamento: il «vedere e passare oltre», dice citando la parabola del Buon Samaritano. Anche di fronte a «coloro che sprofondano nel male, nella sofferenza e nella povertà» o alle «molte persone appesantite dalle difficoltà o ferite dalle circostanze della vita». L’opposto di quella «compassione» per l’umanità e il mondo che insegna il Vangelo e che deve tradursi in incontro con l’altro. Perché, avverte il Papa, «a volte ci accontentiamo soltanto di fare il nostro dovere o consideriamo nostro prossimo solo chi è della nostra cerchia, chi la pensa come noi, chi ha la stessa nazionalità o religione; ma Gesù capovolge la prospettiva presentandoci un samaritano, uno straniero ed eretico che si fa prossimo di quell’uomo ferito». Richiamo indirizzato anche alla politica. Serve far «cadere muri e steccati» e generare «una vera fraternità», chiarisce il Pontefice. Vale tanto più per chi crede. Altrimenti il «rischio» è quello rifugiarsi nella «tranquillità delle nostre coscienze addormentate o distratte» o di avere «una fede accomodante, sistemata nell’osservanza esteriore della legge ma incapace di sentire e di agire con le stesse viscere compassionevoli di Dio».
Leone XIV fra la folla a Castel Gandolfo - Ansa
Leone XIV fra la folla a Castel Gandolfo - Ansa
Le sue parole escono dalla piccola chiesa con duecento persone all’interno e riecheggiano dagli altoparlanti nella piazza e nelle vie del paese dei Castelli Romani dove cade anche un po’ di pioggia. C’è bisogno di «un cuore che si commuove, due mani che soccorrono e leniscono ferite, le spalle forti che si prendono il carico di chi è nelle difficoltà», afferma il Papa. Quella che chiede Leone XIV è una «rivoluzione dell’amore» che è «più forte del male e della morte». E all’Angelus aggiungerà: «Dio si è fatto prossimo di ogni uomo e di ogni donna: perciò ciascuno di noi può e deve diventare prossimo di chi incontra lungo il cammino. Sull’esempio di Gesù, anche noi siamo chiamati a portare consolazione e speranza, specialmente a chi è scoraggiato e deluso».
Leone XIV fra la folla a Castel Gandolfo - Fotogramma
Leone XIV fra la folla a Castel Gandolfo - Fotogramma
Con una piccola macchina elettrica il Papa percorre il corso principale che collega Villa Barberini, la dimora seicentesca dove sta trascorrendo il suo “buen retiro”, e la piazza principale. Ultimo tratto a piedi fino al sagrato della chiesa dove gli danno il benvenuto prima della celebrazione il vescovo di Albano, Vincenzo Viva, il parroco don Tadeusz Rozmus e il sindaco Alberto De Angelis. Quindi il saluto alla gente che lo attende. A conclusione della Messa lo scambio di battute con i ragazzi dell’oratorio della “sua” parrocchia pontificia che gli strappano una promessa: una partita a tennis con loro. «Quando le acque si calmeranno…», è la risposta del Papa.
Leone XIV saluta i ragazzi dell'oratorio della parrocchia pontificia a Castel Gandolfo - Ansa-Vatican Media
Leone XIV saluta i ragazzi dell'oratorio della parrocchia pontificia a Castel Gandolfo - Ansa-Vatican Media
Poi la passeggiata in mezzo alla piazza, fra due ali di folla, dalla chiesa al Palazzo Apostolico per la preghiera mariana. Passo sostenuto. E ancora sorrisi. «Sono contento di trovarmi qui in mezzo a voi», confida alla fine dell’Angelus. Un particolare saluto lo riserva ai cento allievi della scuola carabinieri di Velletri «intitolata a Salvo D'Acquisto», sottolinea per ricordare che è in corso la sua causa di beatificazione. Cariche di affetto anche le parole per i fedeli della diocesi di Bergamo impegnata nel pellegrinaggio giubilare a Roma e per i membri della Famiglia dell’Amore Misericordioso. Quindi il riferimento al Giffoni Film festival che Leone XIV definisce un’«importante iniziativa» capace di «raccogliere ragazzi da tutto il mondo». Pranzo nelle Ville Pontefice. E inizio di un’altra settimana fuori Roma per il Papa, fino a domenica prossima.

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