Il Papa: la Chiesa non è solo pastorale. Urgente pensare fede e cultura

Leone XIV visita la Lateranense, l’università del Papa, e apre l’anno accademico a Roma. La necessità di una cultura del dialogo e della reciprocità per abbattere «muri e pregiudizi verso chi è diverso». L'invito a un nuovo impegno culturale. «Occorrono laici e preti preparati e competenti»
November 14, 2025
Il Papa: la Chiesa non è solo pastorale. Urgente pensare fede e cultura
Papa Leone XIV apre l'anno accademico alla Pontificia Università Lateranense a Roma. Al suo fianco il cardinale Reina e il rettore arcivescovo Amarante / ANSA
Leone XIV sceglie la Pontificia Università Lateranense per indicare come sfida urgente quella della «cultura dell’alterità e del dialogo». Sia nella Chiesa, sia nella società. Il Papa apre l’anno accademico nella «mia università», come la definisce, l’ateneo del Pontefice, e chiede di «uscire dall’autoreferenzialità» coltivando «la reciprocità, attraverso relazioni improntate alla gratuità ed esperienze che aiutino la fraternità e il confronto tra culture diverse». Nell’Aula Magna a Roma denuncia «il fascino dell’individualismo come chiave per una vita riuscita ha risvolti inquietanti in ogni ambito: si punta alla promozione di sé stessi, si alimenta il primato dell’io e si fatica a fare cooperazione, crescono pregiudizi e muri nei confronti degli altri e in particolare di chi è diverso». Non solo. «Si scambia il servizio di responsabilità con una leadership solitaria e, alla fine, si moltiplicano le incomprensioni e i conflitti». Compito della comunità ecclesiale è «formare operatori di pace e di giustizia che edificano e testimoniano il Regno di Dio». Perché, tiene a ribadire, «la pace è certamente dono di Dio, ma richiede al contempo donne e uomini capaci di costruirla ogni giorno e di supportare a livello nazionale e internazionale i processi verso un’ecologia integrale».
Papa Leone XIV apre l'anno accademico alla Pontificia Università Lateranense a Roma / ANSA
Papa Leone XIV apre l'anno accademico alla Pontificia Università Lateranense a Roma / ANSA
«Viva il Papa», è il grido con cui Leone XIV viene salutato da docenti e studenti. E il Pontefice fa dell’incontro di questa mattina l’occasione per rilanciare l’impegno culturale della Chiesa che necessita dell’incontro fra fede e ragione e del «dialogo con il mondo, con la sua storia che cambia e che spesso provoca la fede del cristiano di fronte ai nuovi problemi ed alle nuove situazioni di vita», dice citando Marcello Bordoni, «illustre teologo di questo ateneo», come lo chiama. «Oggi abbiamo urgente bisogno di pensare la fede per poterla declinare negli scenari culturali e nelle sfide attuali, ma anche per contrastare il rischio del vuoto culturale che, nella nostra epoca, diventa sempre più pervasivo», avverte il Papa. Fede di cui va fatta «emergere la bellezza e la credibilità» perché «appaia come una proposta pienamente umana, capace di trasformare la vita dei singoli e della società, di innescare cambiamenti profetici rispetto ai drammi e alle povertà del nostro tempo». E il Pontefice invita «alla ricerca della verità attraverso le risorse della ragione umana, aperta al dialogo con le culture e soprattutto con la Rivelazione cristiana».
Papa Leone XIV apre l'anno accademico alla Pontificia Università Lateranense a Roma / REUTERS
Papa Leone XIV apre l'anno accademico alla Pontificia Università Lateranense a Roma / REUTERS
Leone XIV mette in guarda da una Chiesa che investe solo sul versante pastorale. «Si riscontra a volte l’idea che la ricerca e lo studio non servano ai fini della vita reale, che ciò che conta nella Chiesa sia la pratica pastorale più che la preparazione teologica, biblica o giuridica. Il rischio è quello di scivolare nella tentazione di semplificare le questioni complesse per evitare la fatica del pensiero, col pericolo che, anche nell’agire pastorale e nei suoi linguaggi, si scada nella banalità, nell’approssimazione o nella rigidità». Il Papa propone una parola che lui ritiene fondamentale: «scientificità». «Abbiamo bisogno di laici e preti preparati e competenti – dice – . Perciò vi esorto a non abbassare la guardia sulla scientificità, portando avanti una appassionata ricerca della verità e un serrato confronto con le altre scienze, con la realtà, con i problemi e i travagli della società». Come orizzonte propone quello del bene comune. «Il fine del processo educativo e accademico dev’essere formare persone che, nella logica della gratuità e nella passione per la verità e la giustizia, possano essere costruttori di un mondo nuovo, solidale e fraterno».
 
A dare il benvenuto a Leone XIV è il cardinale vicario di Roma, Baldassare Reina, come gran cancelliere dell’ateneo.  Ateneo che presenta al Papa come «la sua casa», «luogo di ricerca e studio per sviluppare il magistero petrino». Oltre mille gli studenti e centotrenta i docenti che, sottolinea Reina, «portano avanti la missione indicata dal successore di Pietro», nonostante «il calo delle vocazioni, la crisi demografica e anche la crisi economica». Al suo fianco il rettore, l’arcivescovo Alfonso Vincenzo Amarante. E in prima fila i cardinali Marcello Semeraro, prefetto del Dicastero delle cause dei santi, e Angelo De Donatis, già gran cancelliere della Lateranense e oggi penitenziere maggiore e neo-presidente della Lumsa. Il Papa ricorda i predecessori che hanno legato i loro nomi all’università: da Clemente XIV che l’aveva concepita nel 1773 a Francesco che ha voluto i cicli di studi in scienze della pace e in ecologia e ambiente. Proprio all’inaugurazione del percorso ispirato dalla Laudato si’ risale l’ultima visita di un Papa alla Lateranense, quella appunto di Francesco, nell’ottobre 2021 alla presenza del patriarca ecumenico di Costantinopoli, Bartolomeo.
Papa Leone XIV apre l'anno accademico alla Pontificia Università Lateranense a Roma. Al suo fianco il cardinale Reina e il rettore arcivescovo Amarante / REUTERS
Papa Leone XIV apre l'anno accademico alla Pontificia Università Lateranense a Roma. Al suo fianco il cardinale Reina e il rettore arcivescovo Amarante / REUTERS
Leone XIV pone l’accento sul «vincolo del tutto speciale» che l’ateneo ha con il Pontefice. E la definisce «un centro privilegiato in cui l’insegnamento della Chiesa universale viene elaborato, recepito, sviluppato e contestualizzato. Da questo punto vista, si tratta di una istituzione a cui anche il lavoro della Curia Romana può fare riferimento per il suo quotidiano lavoro». Nel suo intervento parla anche di diritto canonico, tema caro a Prevost canonista. Sollecita «la più ampia valorizzazione della comparazione fra i sistemi giuridici degli ordinamenti civili e quello della Chiesa cattolica» e sprona «a considerare e studiare a fondo i processi amministrativi, urgente sfida per la Chiesa». Quindi la consegna. «L’Università Lateranense occupa un posto speciale nel cuore del Papa e il Papa vi incoraggia a sognare in grande, a immaginare spazi possibili per il cristianesimo del futuro».

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