Il Papa ai movimenti popolari: «Soccorrere è Vangelo»

di Agnese Palmucci, Roma
Leone XIV ha citato la Rerum Novarum di Leone XIII evidenziando che oggi «l’esclusione è il nuovo volto dell’ingiustizia sociale»
October 23, 2025
Il Papa durante l'udienza coi rappresentanti dei movimenti popolari
Il Papa durante l'udienza coi rappresentanti dei movimenti popolari / Ansa
È sembrato un assaggio di quello che in molti si aspettano di capire da lui: quale Rerum novarum ha in mente papa Leone XIV per il nuovo millennio. «Ci sono certamente “cose nuove” nel mondo, - ha detto ieri in Aula Paolo VI, dopo aver citato l’enciclica di Leone XIII, nell’appassionato discorso rivolto ai partecipanti al Giubileo dei movimenti popolari - ma, quando diciamo questo, in genere adottiamo uno “sguardo dal centro” e ci riferiamo all’intelligenza artificiale o alla robotica». Al contrario, «oggi vorrei guardare alle “cose nuove” con voi, partendo dalla periferia», comprendendo che «chiedere terra, casa e lavoro per gli esclusi» come fanno i movimenti popolari oggi «è una “cosa nuova”». Ieri la “periferia”, infatti, in Aula Nervi era il “centro”, con centinaia di giovani, adulti e bambini, accompagnati da referenti delle Chiese locali, in rappresentanza dei movimenti che si impegnano nel mondo per la giustizia sociale. «La terra, la casa e il lavoro sono diritti sacri, vale la pena lottare per essi e voglio che mi sentiate dire “Ci sto!”, “sono con voi”!»., ha ribadito Prevost, citando le tre parole chiave della “lotta” degli attivisti, o «poeti sociali», come li ha chiamati lui. Tre parole impresse anche sul lungo striscione che era alla testa del corteo che ha attraversato via Ottaviano per raggiungere il Vaticano. «Lo striscione che sventolate - ha sottolineato - è così attuale che merita un intero capitolo nel pensiero sociale cristiano sugli esclusi nel mondo di oggi». Le cose veramente “nuove”, non sono dunque «veicoli autonomi, oggetti o vestiti all’ultima moda, cellulari di fascia alta o criptovalute», ma piuttosto la comprensione che «l’esclusione è il nuovo volto dell’ingiustizia sociale». Quando «si formano cooperative e gruppi di lavoro per sfamare gli affamati, dare riparo ai senzatetto, soccorrere i naufraghi, - ha continuato spesso interrotto dagli applausi - dobbiamo ricordarci che non si sta facendo ideologia, ma stiamo davvero vivendo il Vangelo». E la Chiesa «deve essere con voi», ha ribadito con forza, «una Chiesa coraggiosa, profetica e gioiosa!». È stata l’esperienza da vescovo in Perù, dove sono molto attivi nella solidarietà i movimenti popolari, a far sperimentare al Pontefice «una Chiesa che accompagna le persone» in ogni momento della vita, vero «antidoto contro un’indifferenza strutturale che si va diffondendo».
Se in Rerum Novarum, dunque, il problema riguardava il miglioramento delle condizioni dei lavoratori, oggi riguarda «l’esclusione sociale», nel «paradosso» in cui, ha spiegato, «la mancanza di terra, cibo, alloggio e lavoro dignitoso coesiste con l’accesso alle nuove tecnologie che si diffondono ovunque attraverso i mercati globalizzati». L’impatto sul clima ad esempio, per la cui crisi «sono sempre i più poveri» a soffrire le conseguenze peggiori. Problemi di «non poco conto» riguardano anche le «angosce dei più poveri in riferimento ai modelli di vita» irraggiungibili promossi dai social, oppure la «diffusione della dipendenza dal gioco d’azzardo digitale», o ancora l’«ambiguità» dell’«industria farmaceutica» che, in alcune parti del mondo, per guadagnare incrementa le dipendenze. Come quella da «antidolorifici» o da «oppioidi negli Stati Uniti», ha evidenziato, citando anche la piaga del fentanyl, seconda causa di morte tra i poveri negli Usa. Poi ha acceso i riflettori sullo «sviluppo delle nuove tecnologie dell’informazione e delle telecomunicazioni» che dipende «dai minerali che spesso si trovano nel sottosuolo dei Paesi poveri», come il coltan del Congo, o l’«“oro bianco” del litio», estratti violando la dignità dei popoli. L’ultimo riferimento di Leone XIV è alla sicurezza e ai migranti. «Gli Stati hanno il diritto e il dovere di proteggere i propri confini», ha detto, ma «con l’abuso dei migranti», si assiste «a gravi crimini commessi o tollerati dallo Stato», con «misure sempre più disumane». Il cristianesimo, invece «si riferisce al Dio amore, che ci rende fratelli tutti», e l’impegno dei movimenti e della Chiesa contro le «nuove forme di disumanizzazione» oggi è molto «incoraggiante».

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