Condizioni stazionarie per il Papa. Ha ricevuto Parolin e Peña Parra
di Mimmo Muolo
Nel bollettino della sera si sottolinea che Francesco non ha avuto nuove crisi respiratorie. Effettuata una nuova tac. La prognosi rimane riservata.

"Le condizioni cliniche del Santo Padre rimangono critiche, ma stazionarie". Lo afferma il bollettino di questa sera, 25 febbraio. "Non si sono verificati episodi acuti respiratori ed i paramenti emodinamici continuano ad essere stabili. In serata ha effettuato una tac di controllo programmata per il monitoraggio radiologico della polmonite bilaterale. La prognosi rimane riservata. In mattinata, dopo aver ricevuto l’Eucarestia, ha ripreso l'attività lavorativa".
In mattinata era stato detto che il Papa «ha riposato bene. Tutta la notte». E nel bollettino ordinario della Sala Stampa in cui si dà notizia dei nuovi decreti per le Cause dei Santi (Salvo D'Acquisto e Bartolo Longo, tra gli altri) a metà mattinata giunge anche la notizia che Francesco, ieri 24 febbraio, ha ricevuto in udienza il segretario di Stato, cardinale Pietro Parolin, e il sostituto delle segreteria di Stato, l'arcivescovo Edgar Peña Parra. Nello stesso bollettino viene annunciata l'intenzione del Pontefice di convocare un concistoro che riguarderà le prossime canonizzazioni del fondatore del Santuario di Pompei e di un laico venezuelano, il beato Giuseppe Gregorio Hernández Cisneros.
Buone notizie che si aggiungono a quelle incoraggianti di ieri sera quando il bollettino medico informava: «Le condizioni cliniche del Santo Padre nella loro criticità dimostrano un lieve miglioramento». Il testo proseguiva: «Anche nella giornata odierna non si sono verificati episodi di crisi respiratorie asmatiforme; alcuni esami di laboratorio sono migliorati - prosegue il testo -. Il monitoraggio della lieve insufficienza renale non desta preoccupazione. Continua l'ossigenoterapia, anche se con flussi e percentuale di ossigeno lievemente ridotti». Nel corso della mattinata fonti vaticane confermano che le condizioni del Papa sono sostanzialmente come quelle di ieri sera. Francesco, dunque, non ha avuto crisi respiratorie e continua la terapia abituale di questi giorni per curare la polmonite bilaterale. Le medesime fonti fanno notare che nei bollettini medici non si è mai parlato di sedativi.
Questo il testo integrale del comunicato di ieri sera, 24 febbraio.
«Le condizioni cliniche del Santo Padre nella loro criticità dimostrano un lieve miglioramento. Anche nella giornata odierna non si sono verificati episodi di crisi respiratorie asmatiforme; alcuni esami di laboratorio sono migliorati. Il monitoraggio della lieve insufficienza renale non desta preoccupazione. Continua l'ossigenoterapia, anche se con flussi e percentuale di ossigeno lievemente ridotti.

I medici - prosegue il testo -, in considerazione della complessità del quadro clinico, in via prudenziale non sciolgono ancora la prognosi. In mattinata ha ricevuto l’Eucarestia, mentre nel pomeriggio ha ripreso l'attività lavorativa. In serata il Papa ha chiamato il parroco della Parrocchia di Gaza per esprimere la sua paterna vicinanza. Papa Francesco ringrazia tutto il popolo di Dio che in questi giorni si è radunato a pregare per la sua salute».
Fonti vaticane fanno sapere che il Pontefice si può muovere, che l'attività lavorativa portata avanti in questi giorni di ricovero consiste nella lettura e nella firma di documenti, alcuni dei quali hanno un riverbero all'esterno (ad esempio le nomine dei vescovi), altre invece rientrano in procedimenti che non sono destinati ad essere resi pubblici. Le stesse fonti smentiscono che sia in preparazione uno spostamento dal Gemelli verso il Gemelli Isola (ex Fatebenefratelli). Il Papa non si muoverà dal Policlinico. Filtra invece che la telefonata al parroco di Gaza, menzionata per la prima volta in un bollettino ufficiale durante il ricovero (mentre delle precedenti occasioni era stato lo stesso parroco a darne notizia) è stata originata dalla volontà del Papa di ringraziare per un video di affetto e vicinanza che il parroco con i suoi parrocchiani gli avevano fatto pervenire.

Lo stesso affetto e la stessa vicinanza nella preghiera che si è respirata alle 21,00 quando il cardinale segretario di Stato, Pietro Parolin, ha guidato la recita del Rosario sul sagrato della Basilica di san Pietro. In molte migliaia, sacerdoti, religiosi, religiose e semplici fedeli, hanno preso parte alla preghiera mariana, tra le luci soffuse della piazza che hanno creato un clima di particolare raccoglimento. Una preghiera che è da interpretare, aveva detto in mattinata il direttore della Sala Stampa vaticana, Matteo Bruni, come «un gesto di vicinanza della Chiesa per il Papa e per tutti i malati».
E infatti il segretario di Stato, fin dal saluto introduttivo ha ricordato: «Negli Atti degli Apostoli si racconta che la Chiesa pregava intensamente, mentre Pietro era custodito in prigione. Da duemila anni il popolo cristiano prega per il Papa, che si trova in pericolo o è infermo. Anche in questi giorni - ha proseguito il porporato -, da quando il Santo Padre Francesco è stato ricoverato al Policlinico Gemelli, un'intensa preghiera si eleva per lui al Signore, da parte di singoli fedeli e di comunità cristiane del mondo intero. Da questa sera vogliamo unirci anche noi, pubblicamente, a questa preghiera, qui nella sua casa, con la recita del Santo Rosario. Lo affidiamo alla potente intercessione di Maria Santissima, che invochiamo specialmente con il titolo di Salus infirmorum. Ella che è nostra madre premurosa lo sostenga in questo momento di malattia e di prova, e lo aiuti a recuperare presto la salute». Alla preghiera, che il cardinale ha presieduto davanti a una immagine mariana cara al Pontefice, si sono uniti anche i cardinali presenti a Roma. Il cardinale, alla fine del Rosario ha invitato a recitare anche un'Ave, Pater e Gloria per il Papa. E la “staffetta” di preghiere continuerà anche nei prossimi giorni sempre in piazza San Pietro.
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