Apre a Parma la prima lavanderia per i poveri di Leone XIV
Il progetto dell’Elemosineria apostolica permette ai bisognosi di trovare l’occorrente per la cura dell'igiene personale e del bucato, dando la possibilità di fruire del servizio docce

È stata inaugurata oggi a Parma la lavanderia “San Francesco d'Assisi”, un progetto promosso dall’Elemosineria apostolica e reso possibile da una sinergia feconda tra aziende, in particolare tra Procter&Gamble, che rifornisce i detergenti per il bucato, e Haier Europe, donatrice di due lavatrici e due asciugatrici, assieme alla Caritas diocesana, che gestisce questa nuovo servizio per le persone in difficoltà. Il progetto, iniziato nel 2017, intitolato a papa Francesco e già attivo in altre città, continua così anche nel pontificato di papa Leone XIV, con questo cambio di nome da lui stesso indicato. Allestita nei locali della chiesa cittadina di San Giuseppe, nel cuore dell’Oltretorrente, la lavanderia completa il ventaglio di servizi che Caritas offre alla persona, accolta e accompagnata nei suoi bisogni primari. «Una giornata di festa e di gioia – ha sottolineato il cardinale Konrad Krajewski, elemosiniere del Papa, al momento della benedizione di questa nuova attività –, perché rendiamo visibili quelli che solitamente sono invisibili» e che spesso vengono privati della loro dignità. «Un giorno importante – ha aggiunto il sindaco Michele Guerra, tra le autorità presenti insieme con l’assessore ai servizi sociali, il prefetto e il maresciallo dei carabinieri – per la Caritas, per Parma, per tutti». «L’iniziativa – ha proseguito il sindaco – si iscrive all’interno delle azioni che Caritas mette in campo per stare vicino a chi è in difficoltà», aiutando con un ancora più forte slancio, a rafforzare il contrasto alla povertà, in aumento anche a Parma. È necessario «migliorare la qualità di vita delle persone», ha riassunto così la filosofia dell’azienda, Riccardo Calvi, direttore generale della comunicazione di Procter&Gamble, e «restituire – attraverso la possibilità di lavare gli indumenti – il senso di proprietà alle persone». È il mantello l’immagine usata poi dal vescovo Enrico Solmi, unica cosa che il povero possiede. Viene lasciato a terra, ma può essere tenuto pulito, questo è l’auspicio, «se grazie all’incontro con chi si fa vicino nella carità, si riacquista dignità e autonomia», ha concluso il vescovo.
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