martedì 9 aprile 2019
L'intervista al presidente Martinez, dopo 42ª Convocazione nazionale: «Il Papa ci ricorda che per essere Chiesa in uscita occorre che Gesù sia in entrata»
Domenica scorsa a Rimini si è chiusa la 42ª Convocazione nazionale. «Un grande evento di preghiera e di evangelizzazione, di fede portata in profondità nel duplice registro sacramentale e carismatico»

Domenica scorsa a Rimini si è chiusa la 42ª Convocazione nazionale. «Un grande evento di preghiera e di evangelizzazione, di fede portata in profondità nel duplice registro sacramentale e carismatico»

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«La Convocazione rimane un grande evento di preghiera e di evangelizzazione non solo per l’Italia. Un evento di popolo, di fede portata in profondità nel duplice registro sacramentale e carismatico». Salvatore Martinez è visibilmente soddisfatto. La 42ª Convocazione nazionale del Rinnovamento nello Spirito (RnS), da lui presieduto, si è appena conclusa. Una tre giorni particolarmente intensa. Un’«esperienza ecclesiale» che ha visto la partecipazione di 15mila persone (ma in centinaia di migliaia l’hanno seguita per radio o in streaming), con 270 sacerdoti e oltre 1.500 bambini e ragazzi contemporaneamente impegnati in tre Meeting. «Il 30% delle persone presenti a Rimini – sottolinea – erano al loro primo incontro o tornavano a Dio dopo anni di distanza dalla Chiesa».

Presidente Martinez, il cardinale Gualtiero Bassetti, presidente della Cei, vi ha indicato come esempio di quella Chiesa in uscita auspicata da Papa Francesco. Un riconoscimento, ma anche una responsabilità…

Perché la Chiesa sia in uscita, papa Francesco ci ricorda che “Gesù deve essere in entrata”! La grande questione è se Gesù è ancora vivo nel cuore degli uomini, per non morire poi nel cuore delle istituzioni. La “Chiesa in uscita” è la Chiesa dei testimoni dello Spirito. Vincere la crisi spirituale in atto è la grande sfida. Occorre ritornare allo Spirito e riproporre già ai battezzati l’esperienza di un Dio che ancora oggi salva amando.

Su espresso desiderio del Papa, il Dicastero per i laici ha costituito Charis. Come avete accolto l’istituzione di questo organismo di servizio alle comunità carismatiche di tutto il mondo?

Allo Stadio Olimpico, nel 2014, Francesco aveva espresso la volontà di creare un servizio alla comunione, onorando un principio che anima il suo pontificato: unità nella diversità. Il Rinnovamento è come una grande costellazione; non ha un fondatore ed è una realtà molto variegata e articolata, già nei singoli Paesi. Charis è un invito promuovere la comunione, sotto lo sguardo dei Vescovi, nel rispetto di tutte le realtà esistenti, che proseguiranno il loro cammino secondo gli statuti e le forme proprie.

Il cardinale Bassetti vi ha consegnato ufficialmente il nuovo Statuto. Quali le novità più significative di questo «dono », come lei lo ha definito?
Si conferma l’impianto esistente; con tre ampliamenti: la diocesanità, la corresponsabilità a livello nazionale e regionale; la dimensione sociale, ministeriale e missionaria.

A fine aprile si riunirà l’Assemblea nazionale del RnS per eleggere il gruppo dirigente per il 2019-2023. Con quale spirito affrontate questo momento?
Siamo grati ai nostri vescovi per la vicinanza e la considerazione che ci assicurano. Viviamo sempre questi passaggi quadriennali con un discernimento che coinvolge tutti e a tutti i livelli, in unità di visione e d’indirizzo, amicizia e collaborazione tra i 6.000 responsabili. Ogni ruolo nel RnS è sottoposto alla verifica comunitaria; nessuno è eletto a vita, nessuno si auto propone o si auto conserva nei ruoli, dal presidente al coordinatore del più piccolo gruppo.

Il RnS ha un respiro che oltrepassa i confini della Penisola. Su quali iniziative internazionali state puntando?
Siamo impegnati in tante attività all'estero, a sostegno di vescovi e di Organizzazioni che chiedono di essere sostenute sul piano spirituale e materiale. Tra queste, dal 2002, la plantatio ecclesiae nella Repubblica Moldova. Il nostro Centro Missionario a Chisinau opera a supporto del disagio, con speciale attenzione ai bambini, alle famiglie e ai sacerdoti.

E poi c’è il Centro internazionale Famiglia di Nazareth in Terra Santa…
Un’opera complessa alla quale si dedica una Fondazione Vaticana appositamente eretta da Benedetto XVI e che Francesco ha voluto ampliare anche in chiave interreligiosa ed ecumenica. La 'Casa del Papa' per tutte le famiglie del mondo a Nazareth, dove tutto ha avuto inizio e da dove il Vangelo della famiglia può ripartire, soprattutto verso il Medio Oriente.

Intanto in Italia state lavorando a un’importante iniziativa a Caltagirone, per ricordare l’Appello ai Liberi e Forti di don Sturzo.
Cento anni sono passati e l’Appello mostra ancora attualità e attuabilità nei suoi 12 punti programmatici, un programma politico che ricentra l’idealismo cristiano dentro le buone prassi che hanno fatto grande il nostro Paese, il nostro stato sociale a partire dalle comunità. Con l’aiuto di 36 esperti rileggeremo il Programma a Caltagirone, in 12 tavoli tematici inclusivi di tutte le istanze pubbliche e private che si riconoscono in ognuno dei 12 punti, per riavviare un nuovo dialogo culturale e sociale con la nostra gente.


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