sabato 11 gennaio 2025
L’arcivescovo Marcianò ha aperto l’Anno Santo nella diocesi dell'Ordinariato militare: «Un forte segno di speranza voluto dal Papa»
La nave militare Amerigo Vespucci

La nave militare Amerigo Vespucci - Ansa

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Nel mondo è conosciuta come un fiore all’occhiello della nostra Marina militare: l’unica nave scuola a vela della forza armata di mare. Ora, durante l’Anno Santo del 2025, diventa una delle «chiese giubilari» dell’Ordinariato militare, la diocesi che si occupa dei cappellani militari e l’assistenza spirituale degli appartenenti alle Forze Armate. Lo ha annunciato l’ordinario militare per l’Italia, l’arcivescovo Santo Marcianò aprendo ufficialmente l’Anno Santo nella diocesi castrense lo scorso 8 gennaio. La Vespucci, ha detto «sarà uno di questi luoghi giubilari, e il suo cappellano, don Mauro Medaglini, avrà il compito di accompagnare i marinai in questo prezioso tempo del Giubileo. Durante la sua lunga navigazione la Vespucci ha sempre avuto la presenza di diversi cappellani che si sono alternati, accompagnando silenziosamente ma molto efficacemente la vita spirituale dell’equipaggio e lo faranno in modo particolare in questo anno del Giubileo della Speranza».

Dal 2023 la nostra nave scuola è impegnata «nel tour mondiale assieme al Villaggio Italia, l’esposizione internazionale Made in Italy che riunisce le “eccellenze italiane”, voluta dal ministro della Difesa Guido Crosetto e alla quale aderiscono, con la presidenza del Consiglio, ben undici ministeri». Una «chiesa giubilare», l’Amerigo Vespucci, priva, però, di una cappellina, tanto che don Medaglini celebra la Messa sul cassero (una sovrastruttura sopraelevata rispetto al ponte di coperta), quando il tempo lo consente o in alternativa in un atrio interno.

L’Amerigo Vespucci non è l’unica chiesa giubilare indicata dall’Ordinariato: i luoghi giubilari dove è possibile ricevere l’indulgenza saranno anzitutto, come stabilito nel decreto vescovile, in Roma la Chiesa di Santa Caterina da Siena (la principale dell’Ordinariato), assieme a quella del Santissimo Sudario, nelle quali ogni giorno da 11 anni si prega per la pace con l’Adorazione eucaristica perpetua; la Chiesa dell’Ospedale militare del Celio, la cappella del Dipartimento di Lungodegenza di Anzio, quella del penitenziario di Santa Maria Capua Vetere, oltre alle altre poste nelle missioni internazionali di supporto alla pace e in alcune missioni di mare.
L’arcivescovo Marcianò ha aperto ufficialmente il Giubileo nella sua diocesi con la Messa celebrata nella Chiesa della sede dell’Organizzazione penitenziaria militare, in Santa Maria Capua Vetere (Caserta). Lo stesso presule aveva già inviato un messaggio a tutto il presbiterio diocesano, nel quale scriveva: «Nel Giubileo che inizia, tempo di Grazia, la nostra vocazione di servizio evangelico alla pace è e deve essere davvero un segno di speranza. Ho pensato di scegliere il carcere militare come luogo giubilare dove aprire l’Anno Santo; il Papa ha offerto un segno forte in tal senso».

La processione con l’arcivescovo Marcianò che ha preceduto la Messa nella chiesa del carcere militare di Santa Maria Capua Vetere

La processione con l’arcivescovo Marcianò che ha preceduto la Messa nella chiesa del carcere militare di Santa Maria Capua Vetere - Capano

Nell’omelia, dopo aver spiegato il significato dell’indulgenza giubilare, Marcianò ha ribadito che «il perdono è un passo concreto e basilare per chi, come noi, è chiamato a costruire una cultura della pace. E spesso il perdono verso l’altro richiede anzitutto il perdono di sé stessi». Si è poi soffermato sulla dimensione del pellegrinaggio che, «per certi versi, caratterizza la vita e la missione degli uomini e delle donne delle Forze Armate e di polizia, e segna il cammino di fede di ciascuno: perché, nella fatica e nella gioia, il Giubileo sia tempo privilegiato di crescita della comunione con Dio e della fraternità, nel comune servizio alla difesa della vita umana, alla giustizia e alla pace».

La Messa, concelebrata da alcuni cappellani militari, tra i quali quello del penitenziario, il francescano padre Giuseppe Palmesano, è stata introdotta da un breve pellegrinaggio verso la cappella, con la croce portata dai militari in servizio presso la struttura. Mentre l’animazione l’hanno curata con il loro coro gli stessi detenuti. Erano presenti il sottosegretario alla Difesa, senatrice Isabella Rauti, e i vertici militari: i generali Gaetano Zauner e Gianpaolo Mirra, oltre al comandante, Colonnello Giancarlo Sciascia. La diocesi militare si sta intanto preparando al Giubileo delle Forze Armate e di Polizia, cui prenderà parte assieme ai militari che convergeranno a Roma da tutto il mondo sabato 8 e domenica 9 febbraio. Il primo giorno ci si ritroverà in piazza del Popolo per il benvenuto, con un concerto bandistico interforze. Per tutta la giornata è in programma, a gruppi, il pellegrinaggio alla Porta Santa, in preparazione all’incontro col Papa in piazza San Pietro per la Messa della domenica. Il 6 e 7 febbraio si svolgerà l’incontro degli ordinari militari d’Europa, promosso appositamente prima dell’evento giubilare dal Consiglio delle Conferenze episcopali d’Europa presso la sede di Via della Pigna.

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