venerdì 25 febbraio 2022
Nella Messa mattutina la vicinanza alle sofferenze delle popolazioni in Ucraina. Nel tardo pomeriggio la veglia a San Miniato al Monte
I vescovi del Mediterraneo in preghiera per la pace nella Basilica di Santa Maria Novella a Firenze

I vescovi del Mediterraneo in preghiera per la pace nella Basilica di Santa Maria Novella a Firenze - Avvenire

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A Firenze con lo sguardo all’Ucraina. I vescovi del Mediterraneo, riuniti nel capoluogo toscano per il loro secondo Incontro per la pace promosso dalla Cei, seguono passo dopo passo la guerra nel cuore dell’Europa che scuote le nazioni affacciate sul grande mare. La crisi fra Mosca e Kiev entra nel confronto fra i vescovi ma soprattutto è al centro della preghiera per la pace dei pastori.

I vescovi del Mediterraneo in preghiera per la pace nella Basilica di Santa Maria Novella a Firenze

I vescovi del Mediterraneo in preghiera per la pace nella Basilica di Santa Maria Novella a Firenze - Avvenire

Questa mattina, nella Basilica di Santa Maria Novella, durante la Messa che ha preceduto l’inizio della terza giornata di lavori, il cardinale Béchara Boutros Raï, patriarca di Antiochia dei maroniti in Libano, ha sottolineato che la celebrazione da lui presieduta sarebbe stata «in comunione con la Chiesa cattolica in Ucraina» e un «segno di vicinanza a tutta la popolazione colpita dal conflitto». Poi il richiamo alla preghiera come “arma” di pace. E l’appello per «l’immediata cessazione delle ostilità» e perché «prevalga la mediazione politica». Nella preghiera dei fedeli un’intenzione è stata dedicata alle «popolazioni sofferenti e all’Ucraina» invocando il Signore affinché «converta il cuore dei potenti per camminare sui sentieri della pace».

La Messa dei vescovi del Mediterraneo presieduta dal cardinale Béchara Boutros Raï

La Messa dei vescovi del Mediterraneo presieduta dal cardinale Béchara Boutros Raï - Avvenire

Ieri sera i 58 fra cardinali, patriarchi e vescovi avevano concluso in anticipo i lavori per ritirarsi nella Basilica di Santa Maria Novella per un momento di preghiera personale e silenziosa «per la pace in Ucraina». Davanti al Santissimo Sacramento esposto sull’altare maggiore, i presuli si sono inginocchiati restando nelle panche. Insieme con loro, in modo spontaneo, numerosi fedeli che, trovando la chiesa aperta, si sono uniti all’iniziativa spontanea suggerita dal cardinale presidente della Cei, Gualtiero Bassetti, e dall’arcivescovo di Firenze, il cardinale Giuseppe Betori (che oggi 25 febbraio compie 75 anni).

La Basilica di San Miniato al Monte a Firenze e l'abate dom Bernardo Gianni

La Basilica di San Miniato al Monte a Firenze e l'abate dom Bernardo Gianni - Cannarsa

Anche nel tardo pomeriggio di oggi la preghiera sarà “protagonista” del forum ecclesiale. Alle 18.30, nella Basilica di San Miniato al Monte, sulla collina da cui si può ammirare tutta Firenze, si terrà la veglia per la pace che si soffermerà non solo sui drammi dell’Ucraina e dell’intero Mediterraneo ma anche sui “martiri e i testimoni della fede e della giustizia”. Ad animarla i monaci olivetani e i fratelli e le sorelle della Fraternità monastica di Gerusalemme della Badia fiorentina, due “polmoni spirituali” per la città. «La preghiera – spiega l’abate di San Miniato, dom Bernardo Gianni – è prima di tutto accoglienza della Parola di Dio: occorre fare spazio al Signore dentro di noi. Questo aiuta a vaccinarci dalla tentazione di scegliere le nostre logiche o i nostri schemi che generalmente sono istintivi e divisivi. Poi la preghiera è umile esercizio di affidamento della nostra precarietà – da qui la parola “preghiera” – all’unica forza che cambia la storia: la forza dell’amore. Del resto nella preghiera è presente una dimensione misteriosamente sociale e civile che agisce in modalità che sfuggono ai nostri parametri».

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