mercoledì 31 marzo 2021
Pastore anglicano poi diventato prete cattolico, entrò nella Congregazione passionista e fu guida spirituale degli emigranti irlandesi che vivevano in povertà nell’Inghilterra occidentale
Ignatius Spencer

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Tre settimane dopo essere diventato cattolico fu proprio da Ignatius Spencer che san John Henry Newman andò a confessarsi. Eppure il primo incontro tra i due, a Oxford, nel gennaio 1840, era stato un po’ freddo. Il famoso teologo, allora ancora anglicano, era rimasto insospettito da questo ex pastore anglicano passato alla Chiesa di Roma che gli chiedeva preghiere per l’unità dei cristiani e che aveva avviato una campagna per la conversione dell’Inghilterra.

Dichiarato venerabile da papa Francesco il 20 febbraio scorso, Ignatius Spencer è, insieme a Newman, Elizabeth Prout e il passionista viterbese Domenico Barberi, una delle figure più importanti della seconda primavera del cattolicesimo inglese. Quella rinascita, a metà ottocento, legata anche alla riconquista, da parte dei fedeli di Roma, dei diritti civili. Prozio della principessa Diana e di Winston Churchill, il famoso aristocratico rinunciò alla ricchezza per vivere tra gli ultimi della Rivoluzione industriale. Nacque il 21 dicembre 1799 ad “Admiralty House”, a Londra, da dove il padre, primo lord dell’Ammiragliato, controllava la Marina britannica nel momento di massimo splendore dell’impero di sua Maestà.

George, come venne battezzato dai genitori, frequentò le scuole migliori dell’epoca, da Eton college all’università di Cambridge seguendo poi la vocazione religiosa. Scelse il nome Ignatius più tardi quando entrò nella Congregazione dei passionisti nel 1847, diciassette anni dopo essere diventato cattolico. Dopo la laurea scelse la carriera ecclesiastica nella “Chiesa d’Inghilterra" come pastore anglicano nella parrocchia della tenuta di famiglia di Althorp, proprio dove è sepolta oggi la principessa Diana.
Fin dai primi anni il suo ministero venne guidato da un amore fortissimo per i poveri. Visitava parrocchiani malati o in fin di vita e distribuiva cibo, vestiti e soldi a chi ne aveva bisogno. Una carità che si intensificò quando divenne prete cattolico, pastore degli emigranti irlandesi nella zona occidentale d’Inghilterra che vivevano in grotte ricavate da cumuli di macerie, tra l’immondizia, come veri rifiuti della società.

Il passaggio alla Chiesa cattolica, l’unica, secondo Spencer, depositaria della verità, arrivò, come sarebbe capitato anche a Newman, grazie alla riscoperta dei padri della Chiesa san Giovanni Crisostomo e san Gregorio Magno. A lui si deve l’arrivo in Inghilterra di Domenico Barberi che Spencer aveva incontrato a Roma mentre studiava all’English College e che accolse poi il futuro cardinale John Henry Newman nella Chiesa cattolica.

Oggi Ignatius Spencer riposa accanto al beato Domenico Barberi e alla venerabile Elizabeth Prout soprannominata la “Madre Teresa” di Manchester per la sua opera instancabile al servizio degli ultimi della Rivoluzione industriale, anche lei dichiarata venerabile dalla Congregazione delle cause dei santi lo scorso mese. Le tombe si trovano nella chiesa di Saint Anne e beato Barberi a Sutton nel Lancashire, nell’arcidiocesi di Liverpool. «Elizabeth Prout e Ignatius Spencer ci mostrano come andare oltre noi stessi per raggiungere i poveri», ha dichiarato recentemente l’arcivescovo di Liverpool, il domenicano Malcolm McMahon.

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