giovedì 22 maggio 2025
Per i giovani detenuti il progetto con la Fondazione Scholas Occurrentes. Si rilancia così l'invito di papa Francesco alla Gmg 2023: trasformare il caos in cosmo. A partire dalla nostra vita
Il progetto "Zona Luce" coinvolge detenuti dell'istituto penale minorile di Nisida, educatori di Scholas Occurrentes e studenti dell’Accademia di Belle Arti di Napoli

Il progetto "Zona Luce" coinvolge detenuti dell'istituto penale minorile di Nisida, educatori di Scholas Occurrentes e studenti dell’Accademia di Belle Arti di Napoli - .

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Uno spazio dove poter esprimere in maniera creativa le domande e i desideri dei giovani, attraverso un murale realizzato in un luogo che è insieme di sofferenza e di speranza. Ha preso vita nelle scorse settimane a Nisida, l’isola che si affaccia sull’incantevole scenario del Golfo di Napoli e che ospita il carcere minorile. Un progetto gestito in collaborazione tra la direzione del carcere e la Fondazione Scholas Occurrentes, nata in Argentina sotto gli auspici dell’allora cardinale Bergoglio per promuovere l’educazione dei giovani e da anni presente anche in Italia.

Il 3 agosto 2023, durante la Giornata mondiale della gioventù in Portogallo, papa Francesco percorreva una strada su cui si affacciava un murale lungo quattro chilometri che si concludeva in una sala interamente dipinta dai ragazzi di Scholas di diverse culture e religioni, che il Pontefice aveva battezzato come «la Cappella Sistina dei giovani». Nelle scorse settimane a Nisida si è aperto il cantiere per realizzare un’analoga “Sistina dei Giovani” grazie alla collaborazione tra un gruppo di ospiti del carcere, alcuni educatori di Scholas e tre studenti dell’Accademia di Belle Arti di Napoli, che lavorano insieme nella progettazione, nel disegno dei bozzetti e nella pittura. Gli ingredienti di questa opera corale sono l’ascolto attivo e l’apertura all’altro come mezzi per creare uno spazio di incontro e riflessione, dove le diverse esperienze rafforzino il senso di comunità. Il tutto sulla scia delle parole che il Papa rivolse ai giovani a Cascais: trasformare un caos in un cosmo. «Questo è il cammino di ognuno. Una vita che rimane nel caotico è una vita fallita, e una vita che non ha mai provato il caos è una vita distillata, dove tutto è perfetto. E le vite distillate non danno vita, muoiono in sé stesse. E se una vita personale e relazionale che ha provato la crisi come caos e lentamente dentro di sé, e nella comunità, si è trasformata in un cosmo… tanto di cappello!».

Il percorso artistico che ha preso forma a Nisida è una delle due declinazioni di un originale progetto promosso da Scholas: si chiama “Zona Luce”, dal nome di un termine tecnico del calcio che indica il cono di luce che si apre tra chi ha la palla e il suo compagno che si trova dietro l’avversario. Lo presenta così l’architetto Mario Del Verme, coordinatore internazionale di Scholas Sport: «Il progetto nasce dal dialogo avuto con alcuni ragazzi che avevamo coinvolto nelle carceri minorili. Evoca qualcosa che accade nella vita quotidiana: per poter ricevere la palla dal mio compagno, devo assumermi il rischio d riceverla e giocare. Questa dinamica aiuta i giovani a mettersi in gioco, a essere autentici. La libertà implica sempre un rischio, chi non rischia rimane nella propria comfort zone, non diventa protagonista dell’esistenza. Attraverso il gioco i ragazzi si raccontano, si dialoga su concetti importanti come resilienza, condivisione, identità, rispetto, comunità. Parole che interpellano tutti, a qualsiasi tradizione culturale e religiosa si appartenga. È un modo per andare al cuore dell’esperienza elementare di ogni persona, proprio come sta accadendo nel percorso artistico che abbiamo inaugurato in questi giorni».

Il percorso sportivo coinvolge trenta ragazzi dell’Istituto penale minorile di Nisida che partecipano a un corso di formatore sportivo sponsorizzato dalla Uefa e della Federazione Gioco Calcio, al termine del quale quattro di loro ricevono una borsa lavoro per un’esperienza lavorativa in un centro sportivo napoletano: un piccolo trampolino di lancio che può favorire il reinserimento nella società attraverso il lavoro dopo il periodo di detenzione.

Il percorso artistico, incentrato sulla realizzazione della “Cappella Sistina dei giovani”, viene realizzato in un grande spazio ricavato da un cantiere in cui lavorano da anni gli ospiti di Nisida all’interno di un progetto finanziato dal Cosvip, un ente di formazione professionale, sotto la guida dell’architetto Felice Iovinella. Nel murale verranno inserite anche delle ceramiche realizzate dagli studenti di alcune scuole di Napoli, dando vita in questo modo a un’opera autenticamente corale, espressione di varie anime. Una Cappella Sistina che in questo modo dà voce alle diverse sensibilità del popolo napoletano.

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