mercoledì 11 giugno 2025
Le autorità cinesi riconoscono il ministero episcopale del vescovo ausiliare di Fuzhou, Giuseppe Lin Yuntuan, finora "clandestino". La Sala Stampa vaticana: avanti con il dialogo
La Cattedrale di San Domenico a Fuzhou in Cina

La Cattedrale di San Domenico a Fuzhou in Cina - .

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«Un ulteriore frutto del dialogo tra la Santa Sede e le Autorità cinesi». Così la Santa Sede – come ha dichiarato il direttore della Sala Stampa vaticana – ha appreso «con soddisfazione che oggi, in occasione della presa di possesso dell’Ufficio di vescovo ausiliare di Fuzhou da parte di monsignor Giuseppe Lin Yuntuan, il suo Ministero episcopale viene riconosciuto anche agli effetti dell’ordinamento civile». Tale riconoscimento da parte delle autorità civili s’inserisce nel quadro del dialogo relativo all’applicazione dell’Accordo Provvisorio tra la Santa Sede e la Repubblica Popolare Cinese che è ormai al suo terzo rinnovo per altri quattro anni fino al 22 ottobre 2028, dopo i precedenti bienni del 2020 e 2022.

Papa Leone XIV, proprio «nel quadro del dialogo relativo all’applicazione dell’Accordo Provvisorio tra la Santa Sede e la Repubblica Popolare Cinese», lo scorso 5 giugno aveva nominato il vescovo Lin Yuntuan come vescovo ausiliare di Fuzhou nella Provincia del Fujian nel sud della Cina, è dunque questa anche la prima nomina riguardante un vescovo cinese che sia stata disposta dall’attuale Pontefice, a meno di un mese dall’inizio del suo pontificato. La cerimonia di ufficializzazione è stata presieduta da vincenzo Zhan Silu, vescovo di Mindong, che lo scorso ottobre aveva partecipato a Roma all’Assemblea del Sinodo dei vescovi. L’Agenzia Fides informa che «durante la cerimonia, il vescovo Lin ha dichiarato la sua adesione alla Costituzione e il suo intento di aiutare tutti a amare la Patria e la Chiesa, per diffondere il Vangelo e favorire l’unità del Paese nell’armonia, seguendo i criteri della “sinizzazione”». Alla cerimonia hanno preso parte anche i rappresentanti della Conferenza episcopale, dell’Associazione patriottica e del Comitato degli Affari religiosi della Provincia ed è stata celebrata poi la Messa, presieduta dal vescovo di Fuzhou, Giuseppe Cai Bingrui, concelebrata da diversi vescovi delle diocesi della provincia di Fujian insieme a circa ottanta sacerdoti e più di duecento religiosi e laici.

Si tratta di un frutto dell’Accordo che, viene sottolineato, costituisce «un passo rilevante nel cammino comunionale della Diocesi». Come spiega il direttore dell’Agenzia Fides, Gianni Valente, «l’ufficializzazione del vescovo Giuseppe Lin Yuntuan quale vescovo ausiliare della diocesi di Fuzhou era un evento atteso nella comunità locale. Finora, le autorità e gli apparati, che fanno capo al governo cinese, non avevano riconosciuto l’ufficio episcopale del vescovo Lin». Giuseppe Lin Yuntuan – riferisce il bollettino della Sala Stampa della Santa Sede – è nato a Fuqing, nel Fujian, il 12 marzo 1952. Dal 1979 al 1983 ha frequentato il seminario diocesano di Fuzhou ed è stato ordinato sacerdote nel 1984. Parroco in diverse parrocchie della diocesi dal 1984 al 2002, ha anche assunto l’incarico di insegnante presso il Seminario diocesano fino a divenire Delegato episcopale, poi Amministratore diocesano, in seguito Amministratore Apostolico ad nutum Sanctae Sedis, ha ricevuto l’ordinazione episcopale nel 2017. Il vescovo Giuseppe Lin Yuntuan era finora un vescovo cosiddetto “clandestino”, cioè non riconosciuto come vescovo dal governo cinese. «Il cammino della comunità ecclesiale di Fuzhou, una delle diocesi più vive e tenaci, è stato segnato negli ultimi decenni da sofferenze e condizionamenti che hanno alimentato anche divisioni» afferma il direttore dell’Agenzia Fides.

«Il precedente vescovo della diocesi morto nel 2020 – scrive Fides – aveva inviato a sacerdoti e consacrate una lettera in cui riferiva di aver accettato il riconoscimento degli organismi che rispondono al governo perché il suo intento era quello di “cercare l’unità” nella diocesi, e dopo l’Accordo Cina-Santa Sede del 2018 e gli “orientamenti pastorali” pubblicati dai Dicasteri vaticani nel 2019 esistevano le “condizioni" per procedere sul cammino della riconciliazione. Il vescovo assicurava che l’atto di ufficializzazione pubblica del suo ministero episcopale era pienamente conforme alla fede confessata dalla Chiesa “una, santa, cattolica e apostolica” e aveva chiesto anche a tutti i battezzati di «vivere in spirito di unità e comunione, percorrendo la via della riconciliazione attraverso l’accettazione e la sopportazione vicendevole, evitando attacchi e giudizi che alimentano la discordia, per essere uno in Gesù Cristo». Oggi, con il riconoscimento da parte delle autorità governative dell’ufficio di vescovo ausiliare Giuseppe Lin Yuntuan, la riconciliazione per la custodia della comunione sacramentale è confermata.

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