mercoledì 10 dicembre 2014
​Udienza generale, chiuso il ciclo di catechesi sulla Chiesa. "Al Sinodo sulla famiglia non scontro di fazioni ma confronto forte" IL TESTO | IL VIDEO | Famiglia, nuove domande per il Sinodo | ECCO LE DOMANDE | SINODO 2014-15, IL DOSSIER
Lettera del Papa a mons. Paglia per l'VIII incontro mondiale delle famiglie
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​All’udienza generale Papa Francesco ha ricordato di aver concluso il ciclo di catechesi sulla Chiesa: “Ringraziamo il Signore – ha detto - che ci ha fatto fare questo cammino riscoprendo la bellezza e la responsabilità di appartenere alla Chiesa, di essere Chiesa, tutti noi”.“Adesso – ha proseguito - iniziamo una nuova tappa, un nuovo ciclo, e il tema sarà la famiglia che si inserisce in questo tempo intermedio tra due Assemblee del Sinodo dedicate a questa realtà così importante. Perciò, prima di entrare nel percorso sui diversi aspetti della vita familiare, oggi desidero ripartire proprio dall’Assemblea sinodale dello scorso mese di ottobre, che aveva questo tema: “Le sfide pastorali sulla famiglia nel contesto della nuova evangelizzazione”. E’ importante ricordare come si è svolta e che cosa ha prodotto”.“Durante il Sinodo i media hanno fatto il loro lavoro – c’era molta attesa, molta attenzione – e li ringraziamo perché lo hanno fatto anche con abbondanza. Tante notizie, tante! Questo è stato possibile grazie alla Sala Stampa, che ogni giorno ha fatto un briefing. Ma spesso la visione dei media era un po’ nello stile delle cronache sportive, o politiche: si parlava spesso di due squadre, pro e contro, conservatori e progressisti, eccetera. Oggi vorrei raccontare quello che è stato il Sinodo”.“Anzitutto io ho chiesto ai Padri sinodali di parlare con franchezza e coraggio e di ascoltare con umiltà, dire tutto quello che avevano nel cuore, con coraggio. Nel Sinodo non c’è stata censura previa, non c’è stata. Ognuno poteva, di più: doveva, dire quello che aveva nel cuore, quello che pensava sinceramente – ha aggiunto a braccio - ‘Ma, padre, questo farà discussione’. E’ vero, abbiamo sentito come hanno discusso gli apostoli. Dice il testo: è uscita una forte discussione. Ma, si sgridavano fra loro, gli apostoli, sì! Perché cercavano la volontà di Dio sui pagani, se potevano entrare in Chiesa o no. Era una cosa nuova. Sempre, quando si cerca la volontà di Dio, in un’assemblea sinodale, ci sono diversi punti di vista e c’è la discussione e quello non è una cosa brutta! Sempre che si faccia con umiltà e con animo di servizio all’assemblea dei fratelli. Ma, sarebbe stata una cosa cattiva, eh!, la censura previa. No, no, ognuno doveva dire quello che pensava”.“Dopo la Relazione iniziale del Card. Erdö, c’è stato un primo momento, fondamentale, nel quale tutti i Padri hanno potuto parlare, e tutti hanno ascoltato. Ed era edificante quell’atteggiamento di ascolto che avevano i Padri. Un momento di grande libertà, in cui ciascuno ha esposto il suo pensiero con parresia e con fiducia. Alla base degli interventi c’era lo “Strumento di lavoro”, frutto della precedente consultazione di tutta la Chiesa. E qui dobbiamo ringraziare la Segreteria del Sinodo per il grande lavoro che ha fatto sia prima che durante l’Assemblea. Davvero sono stati bravissimi”.“Nessun intervento – ha precisato - ha messo in discussione le verità fondamentali del Sacramento del Matrimonio, nessun intervento, cioè: l’indissolubilità, l’unità, la fedeltà e l’apertura alla vita (cfr Conc. Ecum. Vat. II, Gaudium et spes, 48; Codice di Diritto Canonico, 1055-1056). Questo non è stato toccato”.“Tutti gli interventi sono stati raccolti e così si è giunti al secondo momento, cioè una bozza che si chiama Relazione dopo la discussione. Anche questa Relazione è stata svolta dal Cardinale Erdö, articolata in tre punti: l’ascolto del contesto e delle sfide della famiglia; lo sguardo fisso su Cristo e il Vangelo della famiglia; il confronto con le prospettive pastorali”.“Su questa prima proposta di sintesi si è svolta la discussione nei gruppi, che è stato il terzo momento. I gruppi, come sempre, erano divisi per lingue, perché è meglio così, si comunica meglio: italiano, inglese, spagnolo e francese. Ogni gruppo alla fine del suo lavoro ha presentato una relazione, e tutte le relazioni dei gruppi sono state subito pubblicate. Tutto è stato dato, c’era la trasparenza perché si sapesse quello che accadeva”.
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