mercoledì 4 marzo 2020
Nelle domeniche di Quaresima nelle chiese della diocesi. Hanno aderito anche rappresentanze delle chiese ortodossa e protestante presenti in Trentino, insieme a esponenti delle comunità islamiche
La campagna "Posto occupato" contro i femminicidi

La campagna "Posto occupato" contro i femminicidi - www.postooccupato.org

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Una sedia vuota in chiesa nelle domeniche di Quaresima, non solo per l’otto marzo. A tenere il “posto occupato” a memoria delle donne che non ci potranno più entrare perché vittime di femminicidio o comunque ferite da altre violenze. È un segno forte, ben evidenziato da un drappo o da un foulard dal colore rosso, quello fatto proprio dalla Chiesa trentina in risposta a un invito dall’Osservatorio interreligioso sulle violenze sulle donne. «Dobbiamo tenere alta l’attenzione su questo dramma ancora molto diffuso», ha spiegato domenica nella chiesa di Sant’Antonio il parroco don Severino Vareschi, valorizzando anche la convergenza di musulmani e cristiani di varie confessioni.

Al gesto fortemente simbolico hanno aderito rappresentanze della Chiesa cattolica, ortodossa e protestante presenti in Trentino, insieme a esponenti delle comunità islamiche, ha spiegato il delegato vescovile don Cristiano Bettega: «Siamo consapevoli che ci vuole molto di più per sradicare una piaga così diffusa; ma anche il linguaggio può fare la sua parte, ancor meglio se accompagnato da qualche richiamo da parte di chi presiede o anima le liturgie».

E infatti nelle varie comunità del Trentino il segno è stato illustrato in vari modi, diventando anche impegno a non «abbassare la guardia» rispetto a forme di sopraffazione nascoste nelle case. «Vedo in quel posto vuoto – interpreta Ornella Bernasconi, mamma e nonna, catechista dei ragazzi – anche un invito alle donne che si trovano in difficoltà affinché non temano di rivolgersi alla comunità ecclesiale per potervi trovare accoglienza».

Non si tratta di un’idea trentina ma di una campagna dal titolo postooccupato.org partita sette anni fa dall’altro estremo della Penisola, a Rometta, in provincia di Messina. «Con questa sensibilizzazione – spiega la promotrice Maria Andaloro – vogliamo impedire che il problema, subito dopo la naturale, ma temporanea indignazione collettiva, tornasse a rinchiudersi sempre e solo all’interno delle mura delle case e nei contesti dove le vittime o i sopravvissuti di quelle mamme, figlie, sorelle, amiche, vicine di casa rientrano». Numerose le parrocchie trentine che aderiscono a quest’iniziativa (anche la comunità ortodossa rumena che l’8 marzo comincia la Quaresima) e che ora pensano come dare continuità anche oltre il tempo pasquale al richiamo esigente di questa sedia vuota, anzi occupata, macchiata di rosso.

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