![Papa Francesco saluta un gruppo di fedeli cinesi in piazza San Pietro il 15 giugno 2016 (Archivio Ansa) Papa Francesco saluta un gruppo di fedeli cinesi in piazza San Pietro il 15 giugno 2016 (Archivio Ansa)](https://www.avvenire.it/c/2018/PublishingImages/cde606ac786a479c852f19edd9d228dc/cina.jpg?width=1024)
Papa Francesco saluta un gruppo di fedeli cinesi in piazza San Pietro il 15 giugno 2016 (Archivio Ansa)
«Il Papa è in costante contatto con i suoi collaboratori, in particolare della Segreteria di Stato, sulle questioni cinesi» e «viene da loro informato in maniera fedele e particolareggiata sulla situazione della Chiesa Cattolica in Cina e sui passi del dialogo in corso tra la Santa Sede e la Repubblica Popolare Cinese, che Egli accompagna con speciale sollecitudine».
Con questa puntualizzazione contenuta nella dichiarazione diffusa dal direttore della sala Stampa Vaticana, Greg Burke, la Santa Sede è intervenuta per ribadire i termini delle relazioni sino-vaticane. La dichiarazione è in «riferimento alle notizie diffuse circa una presunta difformità di pensiero e di azione tra il Santo Padre e i suoi Collaboratori nella Curia Romana in merito alle questioni cinesi» e le ultime righe del testo fanno comprendere quale sia l’obiettivo a chiare lettere dell’intervento vaticano: «Desta sorpresa e rammarico che si affermi il contrario da parte di persone di Chiesa e si alimentino così confusione e polemiche».
La diffusione orchestrata delle indiscrezioni sul “caso Shantou” puntava anche ad accreditare l’idea di una certa “dissociazione” tra papa Francesco e i sui collaboratori della Segreteria di Stato in merito al dossier cinese. Smentendo così le voci di chi vuole accreditare l’idea di un Papa che «non capisce» di questioni cinesi e di un Vaticano che «stia svendendo la Chiesa cattolica in Cina», la dichiarazione viene a rassicurare i cattolici cinesi. Il comunicato di oggi rappresenta la prima risposta ufficiale d’Oltretevere all’accanimento di certe campagne strumentali volte a screditare le trattative in corso tra Cina Popolare e Santa Sede, accusata da certe dinamiche di disinformazione mediatiche di perseguire un accordo politico con Pechino «sulla pelle dei cattolici cinesi», o di cedere al governo cinese solo per compiacere il proprio «cieco e ingenuo ottimismo». Si tratta di grottesche manovre rispetto al modus operandi della Santa Sede, attenta per il bene dei fedeli a tenere sempre conto di tutti i fattori e gli attori implicati nella grande partita cinese.