giovedì 3 febbraio 2022
Un segno di speranza per la piccola comunità cattolica di questo Paese e di tutta la penisola arabica
Papa Francesco nella cattedrale di San Giuseppe ad Abu Dhabi il 5 febbraio 2019

Papa Francesco nella cattedrale di San Giuseppe ad Abu Dhabi il 5 febbraio 2019 - Ansa/Epa/Vatican Media

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È stato il sostituto per gli Affari generali della Segreteria di Stato, a presiedere, ieri ad Abu Dhabi, la celebrazione eucaristica per l’apertura della nunziatura apostolica negli Emirati Arabi Uniti. Tra i temi affrontati nell’omelia, monsignor Edgar Peña Parra, soffermandosi sulla Giornata della vita consacrata, ha evidenziato come «una delle sfide che appartiene a tutte le vocazioni nella Chiesa sia quella di cadere nello scoraggiamento».

Un pericolo peraltro non nuovo nelle storia della Chiesa. Al contrario, il rischio «di perdere la speranza e di chiederci se ne vale la pena» è sempre stato presente e anche il Signore «venuto ad offrirci la salvezza è stato accolto spesso con rifiuto e incomprensione». Ma nonostante questo ha saputo sopportare tutto «pazientemente, ottenendo per noi la corona della vittoria».

Non a caso proprio la pazienza è stata evidenziata dal sostituto della Segreteria di Stato come la virtù, nutrita dalla speranza cristiana, della comunità cattolica di Abu Dhabi e dell’intera penisola arabica. Giacché anche se è un piccolo gregge– ha aggiunto Peña Parra – «ogni parte del Corpo di Cristo, la Chiesa, ha un ruolo da svolgere».

Da qui l’esortazione a proseguire nella testimonianza del messaggio di salvezza «che Dio offre al mondo: un messaggio di lieta novella, di pace e di speranza; un messaggio di libertà per coloro che sono in una condizione di oppressione o di cecità spirituale; un messaggio che offre verità e autentica unità».

Infine, l’invito dell’arcivescovo a pregare «per le benedizioni della perseveranza, della pazienza e della speranza, in modo da non scoraggiarci neanche quando i nostri sforzi non sembrano portare frutti».

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