venerdì 18 aprile 2025
La misteriosa reliquia conservata da 1.200 anni nella Basilica di Basilica di Saint-Denis che interroga la storia e la scienza.
Al via l'ostensione della Sacra Tunica ad Argenteuil, attesi 400mila fedeli
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Anche la Francia ha la sua “Sindone”. Misteriosa, dalle origini antichissime, passata per vie regali da Oriente a Occidente, sopravvissuta a incendi, furti, all’odio anticlericale di chi voleva vederla scomparire. Ma ancora presente, enigmatica per la storia, provocatoria per la scienza e veneratissima dai fedeli. Parliamo della Sacra Tunica, la reliquia conservata da 1.200 anni nella Basilica di Saint-Denis ad Argenteuil, nel dipartimento della Val-d’Oise, a breve distanza da Parigi, che la tradizione ritiene si quella indossata da Gesù durante la sua Passione. Quella che secondo l’evangelista Giovanni, testimone oculare dei fatti, i quattro soldati romani sotto la croce non divisero in quattro come con il resto delle vesti del suppliziato ma se la giocarono fra loro, perché la «tunica era senza cuciture, tessuta tutta d’un pezzo da cima a fondo».

Conservata in un reliquario con alte misure di sicurezza, la Sacra Tunica viene esposta raramente, dall’inizio del 1900 a oggi ciò è avvenuto solo quattro volte, nel 1934, nel 1984, nel 2000 e nel 2016. Ma da oggi è possibile di nuovo ammirarla e pregare davanti ad essa, fino all’11 maggio, quando si chiuderà l’ostensione voluta dal vescovo di Pontoise e Custode della Santa Tunica, monsignor Stanislas Lalanne, in occasione del Giubileo in corso.

Nella Chiesa francese che sta vivendo uno strano passaggio, segnato da scandali e rivelazioni umilianti – il caso Abbé Pierre, le denunce degli abusi avvenuti nel collegio cattolico Notre-Dame de Bétharram – segnato dalla diminuzione del clero, dei religiosi e dal restringimento del tessuto diocesano, ma anche dal boom dei battesimi fra gli adulti, dalla ripresa di partecipazione a momenti liturgici forti come il Mercoledì delle ceneri e dal successo crescente di manifestazioni pubbliche di fede, per esempio il pellegrinaggio di Pentecoste Parigi-Chartres, l’ostensione della Sacra Tunica ha suscitato una notevole attesa, anche mediatica, e sono 400mila le persone attese nell’arco di una ventina di giorni ad Argenteuil. Kto, la principale tv cattolica d’Oltralpe, manderà in onda ogni sera un approfondimento sull’evento. Parteciperanno alle liturgie in programma 21 vescovi e 5 cardinali: Bustillo, Aveline, Sako, Omella e Parolin, che celebrerà la Messa finale.

Il motivo per cui la Sacra Tunica si trova oggi ad Argenteuil risale a uno scambio di doni che avvenne attorno all’800 tra Carlo Magno e l’imperatrice bizantina Irene d’Atene, in un progetto di matrimonio e di riunificazione delle due parti dell’antico impero romano che non andò in porto. Carlo Magno donò poi la reliquia alla figlia Teodorada, badessa del monastero dell’Umiltà di Nostra Signora di Argenteuil. Per quanto riguarda i secoli precedenti, secondo una tradizione fu sant’Elena a trovare la tunica, intorno al 327, insieme alle altre reliquie della Passion. Secondo un’altra tradizione il ritrovamento avvenne invece solo alla fine VI secolo, reso possibile dai discendenti dell’ebreo Simone, un conciatore di Giaffa a cui san Pietro aveva affidato la preziosa stoffa.

Affascinante è anche il capitolo degli esami scientifici svolti sulla reliquia: la giovane rivista di divulgazione e apologetica 1000 raisons de croire - il cui successo editoriale è tra l’altro una piccola storia che si può associare a quel clima di effervescenza cattolica prima citato – sintetizza lo stato dei lavori così: «Nel 1995 è stato istituito un Comitato ecumenico e scientifico per la Sacra Tunica di Argenteuil (Costa). Le ricerche attuali non provano l’autenticità del tessuto, ma lasciano aperta la porta: risalente ai primi secoli e macchiata di sangue, la tunica è di lana finissima e tessuta senza cuciture, il che corrisponde perfettamente ai Vangeli e ai vari episodi della Passione».

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