lunedì 8 dicembre 2014
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Dal Sinodo sulla famiglia alla riforma della Curia, dallo Ior alla sua vita a Casa Santa Marta, papa Francesco ha rilasciato un’intervista a tutto campo al quotidiano argentino La Nacion.Parlando con la giornalista Elisabetta Piqué, il Pontefice ha sottolineato che il processo sinodale deve andare avanti “senza paura” nell’ascolto dello Spirito Santo. Come riferisce il servizio di Alessandro Gisotti su Radio Vaticana. Il Sinodo, spazio "aperto". Il Sinodo non è un parlamento, ma uno spazio “aperto, protetto dallo Spirito Santo”. Francesco risponde ampiamente nell’intervista a “La Nacion” sull’ultimo Sinodo sulla famiglia e osserva che è “semplificatorio” dire che i padri sinodali si sono divisi in due settori uno contro l’altro. E ribadisce l’importanza di “parlare chiaro e ascoltare con umiltà”. La famiglia, prosegue, è oggi in grande difficoltà e rileva che per molte persone “sposarsi è diventato un fatto sociale” e questo implica anche il chiedersi, come aveva fatto Benedetto XVI, quanti matrimoni siano realmente compiuti nella fede e con quale fede, quale consapevolezza abbia avuto una persona quando si è sposata, il che naturalmente è rilevante per la validità o nullità del matrimonio.Accanto alle famiglie con figli omosessuali. A proposito delle preoccupazioni in alcuni ambienti riguardo alle posizioni emerse al Sinodo sulle unioni omosessuali, il Pontefice ha precisato che “nessuno ha parlato di matrimonio omosessuale al Sinodo”. Quello di cui si è parlato, ha proseguito, è “una famiglia che ha un figlio o una figlia omosessuale” e quindi come aiutare “questa famiglia in questa situazione un po’ inedita”. Insomma, si è “parlato della famiglia e delle persone omosessuali in relazione con i propri familiari, poiché è una realtà che si incontra nei confessionali”.A proposito delle obiezioni sulla “Relazione dopo il dibattito”, il Papa fa notare che era una “prima bozza”, “un documento relativo”. E sui timori di alcuni ambienti, ha sottolineato che non si può leggere una notizia, un articolo e non leggere invece “ciò che ha deciso il Sinodo”. Cos’è ciò che “conta nel Sinodo?”, si è chiesto: “la relazione post Sinodale, il messaggio finale e il discorso del Papa”. Al tempo stesso, ha detto, “non bisogna aver paura” di andare avanti guidati dallo Spirito Santo. Nel discorso finale, ha soggiunto, “ho detto che non si è toccato nessun punto della dottrina della Chiesa sul matrimonio”.Divorziati, "aprire un po' di più le porte". Nel caso dei divorziati che si risposano, ha detto ancora, si presentano molte domande pastorali. Ed ha affermato che “non è una soluzione se diamo loro la Comunione. Questo soltanto non è la soluzione: la soluzione è l’integrazione”. “E’ vero che non sono scomunicati”, ha constatato, “però non possono essere padrini di Battesimo, non possono leggere a Messa, non possono dare la Comunione, non possono insegnare catechismo”, perciò “sembra che siano scomunicati di fatto”. Per questo, ha esortato, “bisogna aprire un po’ di più le porte”. Il Papa ha rilevato che per alcuni queste persone non danno una buona “testimonianza” e però si consente magari a un “politico corrotto” di fare da padrino, lo si accetta “perché è sposato in Chiesa”. Allora, ha detto, “bisogna cambiare un po’ le cose, le norme di valore”.E a chi ha parlato di confusione, risponde: “continuamente pronuncio discorsi, omelie e questo è il Magistero”. Questo, ha rimarcato, “è quello che io penso, non quello che i giornali dicono che io pensi”, “Evangelii Gaudium è molto chiara”. Riforma della Curia, "un processo lento". Francesco non ha mancato di rispondere anche sulla riforma della Curia, affermando che “è un processo lento” e non pensa che sarà concluso nel 2015. Ed ha spiegato che una delle proposte in discussione è l’accorpamento dei dicasteri dei Laici e della Famiglia, e “Giustizia e Pace”. Del resto, il Papa ribadisce che la riforma che ha più a cuore è quella “spirituale, la riforma del cuore” e spiega che, per Natale, sta preparando un discorso ai membri della Curia e uno per i dipendenti del Vaticano con le famiglie, che incontrerà in Aula Paolo VI.Il Pontefice ha detto di “non essere preoccupato” per le “divergenze” emerse nella riforma della Curia Romana e ha ricordato che questo processo è stato deciso dai cardinali nelle Congregazioni Generali che hanno preceduto il Conclave. Lo Ior, ha poi aggiunto, “sta funzionando benissimo” e anche la riforma economica “sta procedendo bene”. "Dio mi ha donato una sana dato di incoscienza". Francesco ha quindi parlato del suo “essere Papa”, confidando che quando è stato eletto al Conclave si è detto: “Jorge non cambiare, continua a essere te stesso perché cambiare alla tua età è ridicolo”. Sulla salute, ha affermato, “ho degli acciacchi che alla mia età si sentono, però sono nelle mani di Dio e finora posso tenere un ritmo di lavoro più o meno buono”.E scherzando ha soggiunto che Dio gli ha donato “una sana dote di incoscienza”.Un pensiero all'Argentina... Sui prossimi viaggi apostolici, ha detto che andrà “forse in Argentina nel 2016”, mentre nel 2015 c’è in programma una visita a tre Paesi dell’America Latina e in Africa. Proprio sulla sua terra natale, il Papa ha sottolineato che “in vista delle prossime elezioni, non riceverà politici argentini” per “non interferire”. Ha però affermato che, in questo momento, “la rottura del sistema democratico, della Costituzione” sarebbe “un errore” per l’Argentina. ...e uno alla Guardia Svizzera. Infine, sull’avvicendamento del Comandante della Guardia Svizzera, decisione su cui non sono mancate interpretazioni del tutto ingiustificate, il Papa ha voluto riaffermare la sua grande stima per il Comandante, definendolo “persona eccellente, buon cattolico, con una famiglia eccellente”, e di desiderare semplicemente un sano e normale rinnovamento. Il mandato del Comandante era terminato da tempo e ora era in corso una proroga “donec aliter provideatur” (“finché non si disponga altrimenti”), e il Papa lo aveva da tempo informato personalmente che la proroga sarebbe terminata con l’anno in corso.
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