ll cristiano dev'essere
"una lampada accesa", che dà "luce al mondo". E se "spegne
questa luce", "la sua vita non ha senso", è "un cristiano di
nome soltanto". Ha ribattuto più volte su questo tasto, parlando
spesso "a braccio", papa Francesco nel suo Angelus di ieri, nel
commentare il brano evangelico in cui Gesù dice ai discepoli:
"Voi siete il sale della terra... Voi siete la luce del mondo".
"Tutti noi battezzati - ha detto il Pontefice ai fedeli
riuniti in Piazza San Pietro - siamo discepoli missionari e
siamo chiamati a diventare nel mondo un vangelo vivente: con una
vita santa daremo 'sapore' ai diversi ambienti e li difenderemo
dalla corruzione, come fa il sale". "E porteremo la luce di
Cristo con la testimonianza di una carità genuina", ha aggiunto.
"I cristiani, nuovo Israele - ha proseguito -, ricevono
una missione nei confronti di tutti gli uomini: con la
fede e con la carità possono orientare, consacrare, rendere
feconda l'umanità". Ma "se noi cristiani
perdiamo sapore e spegniamo la nostra presenza di sale e luce,
perdiamo l'efficacia".Qui il Papa ha abbandonato il testo
scritto per rivolgersi spontaneamente alla folla: "Ma che bella
questa missione di dare luce al mondo! - ha detto - È una
missione che noi abbiamo. È bella! È anche molto bello
conservare la luce che abbiamo ricevuto da Gesù, custodirla,
conservarla". Per papa Francesco, "il cristiano dovrebbe essere
una persona luminosa, che porta luce, che sempre dà luce! Una
luce che non è sua, ma è il regalo di Dio, è il regalo di Gesù.
E noi portiamo questa luce. Se il cristiano spegne questa luce,
la sua vita non ha senso: è un cristiano di nome soltanto, che
non porta la luce, una vita senza senso". Bergoglio, come accade
spesso, ha intavolato un dialogo con i fedeli: "vorrei
domandarvi adesso, come volete vivere voi? Come una lampada
accesa o come una lampada spenta? Acceso o spenta? Come volete
vivere?". E ascoltando la risposta ha proseguito: "Lampada
accesa! È proprio Dio che ci dà questa luce e noi la diamo agli
altri. Questa è la vocazione cristiana".Il Papa, in vista della Giornata Mondiale del Malato che si
celebra martedì, l'ha indicata come "l'occasione propizia per
mettere al centro della comunità le persone malate". "La dignità
della persona - ha detto - non si riduce mai alle sue facoltà o
capacità, e non viene meno quando la persona stessa è debole".
Rivolgendosi agli operatori sanitari ("che lavoro prezioso
fanno! Grazie tante per il vostro lavoro prezioso") e alle
famiglie con persone malate ("tanti mi scrivono, e oggi vorrei
assicurare una preghiera per tutte queste famiglie") ha invitato
tutti a non aver "paura della fragilità": "aiutatevi gli uni gli
altri con amore, e sentirete la presenza consolante di Dio".Un pensiero è andato anche alle Olimpiadi Invernali
di Sochi, salutando gli organizzatori e tutti gli atleti, "con
l'auspicio che sia una vera festa dello sport e dell'amicizia".
Poi una preghiera "per quanti stanno soffrendo danni e disagi
a causa di calamità naturali, in diversi Paesi - anche qui a
Roma -: sono loro vicino". "La natura ci sfida a essere solidali
e attenti alla custodia del creato - ha affermato -, anche per
prevenire, per quanto possibile, le conseguenze più gravi".E prima di congedarsi è tornato " a braccio" sul leit-motiv
di oggi, ripetendo la domanda: "lampada accesa o lampada spenta?
Cosa volete? Accesa o spenta? Il cristiano porta la luce! È una
lampada accesa! Sempre avanti con la luce di Gesù!".