lunedì 10 febbraio 2014
Papa Francesco, domenica all'Angelus, ha ammonito: se un cristiano «spegne questa luce» è «un cristiano di nome soltanto» e «la sua vita non ha senso». IL TESTO
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ll cristiano dev'essere "una lampada accesa", che dà "luce al mondo". E se "spegne questa luce", "la sua vita non ha senso", è "un cristiano di nome soltanto". Ha ribattuto più volte su questo tasto, parlando spesso "a braccio", papa Francesco nel suo Angelus di ieri, nel commentare il brano evangelico in cui Gesù dice ai discepoli: "Voi siete il sale della terra... Voi siete la luce del mondo".   "Tutti noi battezzati - ha detto il Pontefice ai fedeli riuniti in Piazza San Pietro - siamo discepoli missionari e siamo chiamati a diventare nel mondo un vangelo vivente: con una vita santa daremo 'sapore' ai diversi ambienti e li difenderemo dalla corruzione, come fa il sale". "E porteremo la luce di Cristo con la testimonianza di una carità genuina", ha aggiunto. "I cristiani, nuovo Israele - ha proseguito  -, ricevono una missione nei confronti di tutti gli uomini: con la fede e con la carità possono orientare, consacrare, rendere feconda l'umanità". Ma "se noi cristiani perdiamo sapore e spegniamo la nostra presenza di sale e luce, perdiamo l'efficacia".Qui il Papa ha abbandonato il testo scritto per rivolgersi spontaneamente alla folla: "Ma che bella questa missione di dare luce al mondo! - ha detto - È una missione che noi abbiamo. È bella! È anche molto bello conservare la luce che abbiamo ricevuto da Gesù, custodirla, conservarla". Per papa Francesco, "il cristiano dovrebbe essere una persona luminosa, che porta luce, che sempre dà luce! Una luce che non è sua, ma è il regalo di Dio, è il regalo di Gesù. E noi portiamo questa luce. Se il cristiano spegne questa luce, la sua vita non ha senso: è un cristiano di nome soltanto, che non porta la luce, una vita senza senso". Bergoglio, come accade spesso, ha intavolato un dialogo con i fedeli: "vorrei domandarvi adesso, come volete vivere voi? Come una lampada accesa o come una lampada spenta? Acceso o spenta? Come volete vivere?". E ascoltando la risposta ha proseguito: "Lampada accesa! È proprio Dio che ci dà questa luce e noi la diamo agli altri. Questa è la vocazione cristiana".Il Papa, in vista della Giornata Mondiale del Malato che si celebra martedì, l'ha indicata come "l'occasione propizia per mettere al centro della comunità le persone malate". "La dignità della persona - ha detto - non si riduce mai alle sue facoltà o capacità, e non viene meno quando la persona stessa è debole". Rivolgendosi agli operatori sanitari ("che lavoro prezioso fanno! Grazie tante per il vostro lavoro prezioso") e alle famiglie con persone malate ("tanti mi scrivono, e oggi vorrei assicurare una preghiera per tutte queste famiglie") ha invitato tutti a non aver "paura della fragilità": "aiutatevi gli uni gli altri con amore, e sentirete la presenza consolante di Dio".Un pensiero è andato anche alle Olimpiadi Invernali di Sochi, salutando gli organizzatori e tutti gli atleti, "con l'auspicio che sia una vera festa dello sport e dell'amicizia". Poi una preghiera "per quanti stanno soffrendo danni e disagi a causa di calamità naturali, in diversi Paesi - anche qui a Roma -: sono loro vicino". "La natura ci sfida a essere solidali e attenti alla custodia del creato - ha affermato -, anche per prevenire, per quanto possibile, le conseguenze più gravi".E prima di congedarsi è tornato " a braccio" sul leit-motiv di oggi, ripetendo la domanda: "lampada accesa o lampada spenta? Cosa volete? Accesa o spenta? Il cristiano porta la luce! È una lampada accesa! Sempre avanti con la luce di Gesù!".
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