venerdì 16 maggio 2025
Il sacerdote missionario in Guatemala da 25 anni ora si trova ad affrontare la prova più dura: la lotta a un tumore. Ma non dimentica nel suo apostolato a favore dei poveri e dei bimbi malati
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«Animo padre Angelo te queremo mucho». Coraggio padre Angelo ti vogliamo bene. È il videomessaggio dei bambini di Tacanà, in Guatemala, per padre Angelo Esposito, ricoverato all’ospedale Gemelli di Roma. Il messaggio corre rapido sul web e unisce la missione, quella che il sacerdote ha scelto di compiere, alle prove della vita che abitano le stanze di un ospedale. Il missionario, molto amato soprattutto per il lavoro con i piccoli Maya della foresta centramericana, da 25 anni dedica la sua vita all’annuncio del Vangelo.

Nato a San Sebastiano al Vesuvio (Na) nel 1973, quinto di 7 figli, riceve dai genitori l’insegnamento a vivere radicato nei valori umani e del Vangelo. «Sono grato a mio nonno materno, mi ha fatto conoscere l’amore di Dio», ha scritto padre Esposito riguardo al suo passato.

Diventato sacerdote per l’arcidiocesi di Napoli, vive esperienze missionarie in Romania, Etiopia e Guatemala. Ed è tra i bambini scalzi incontrati nella foresta dell’America Latina che questo gigante, quasi due metri d’altezza, decide di rimanere come fidei donum, in specifico nella diocesi di San Marcos, prima a Tajumulco e dal 2012 a oggi Tacaná. padre Angelo non si risparmia. Visita foreste, città, villaggi e selve ai confini tra Guatemala e Messico in fuoristrada, dove una strada c’è, in mulo o cavallo quando deve arrampicarsi su percorsi inaccessibili.

Semplice e concreto, dice che l’America Latina gli ha toccato il cuore. «A Tacanà ho scoperto il vero volto di Dio. La Sua parola è stata la mia luce, accompagnata dalla testimonianza di grandi santi che mi hanno insegnato che la santità si trova nel quotidiano, nel dono totale di sé e nel servizio ai poveri» ricorda in una missiva ricca di emozioni agli amici dell’associazione Hermana Tierra.

Nella terra dei vulcani si è sentito a casa essendo nato sotto il Vesuvio. Qui don Angelo ha scoperto gli ultimi. Ha visto donne crescere da sole i figli, non sapendo come sfamarli, uomini rischiare pericolosi viaggi verso gli Usa cercando una vita dignitosa e i narcos trucidare famiglie intere. Guardando le sofferenze dei bambini a causa della malnutrizione ha scelto di impegnarsi per loro. «Così è nato “Los Angelitos”, una clinica pediatrica per curare i piccoli denutriti. Ho visto persone ammalarsi e morire per mancanza di farmaci, medici o strutture capaci di curare le malattie legate alla cattiva alimentazione» ricorda il sacerdote. Grazie alla solidarietà di molti, oggi esiste una clinica per i primi soccorsi e per le diagnosi. Progetti, incontri e preghiere hanno permesso la costruzione di un asilo, un orto e una fattoria sociale.

Ma a volte accadono eventi inattesi. Una mattina di febbraio padre Angelo non è riuscito a muoversi. Il braccio e la gamba sinistra non rispondevano più. «Lo sgomento è stata la prima emozione, poi la speranza che fosse qualcosa di passeggero» spiega. La situazione peggiorava, la corsa in ospedale, le visite, le analisi e la partenza per l’Italia senza poter salutare nessuno. Oggi la radioterapia accompagna le giornate del missionario, in cura al policlinico Gemelli di Roma per un tumore. Mentre i suoi amici pregano per lui, dalla parrocchia dell’Assunzione a radio Asunción di Tacaná fino a Napoli. Dopo aver dato tanto oggi è lui che deve ricevere.

Nonostante la sofferenza la missione continua. Sacerdote dal 14 maggio 2000, padre Angelo invita tutti alla solidarietà. Una celebrazione ed una cena diventano occasioni di un momento speciale. Dal Guatemala è giunto il vescovo di San Marcos, monsignor Bernabé de Jesus Sagastume. «La vocazione di don Angelo è stata un grande dono – ha ricordato il vescovo nella Messa del 14 maggio a San Sebastiano al Vesuvio –. A giugno 2023 la Chiesa di Napoli ha rinnovato la disponibilità a concederci don Angelo come fidei donum, la sua testimonianza è un dono prezioso per noi. La condivisione di gioie e fatiche di don Angelo in Guatemala è motivo di edificazione di tutto il presbiterio napoletano, come ha sottolineato il cardinale Domenico Battaglia».

La cena di beneficenza programmata per stasera 16 maggio in Contrada Patacca a Ercolano sosterrà i progetti che padre Esposito sta realizzando con l’associazione Hermana Tierra (hermanatierra.org). «Il mio pensiero va all’ospedaletto, ai bambini che spero di poter riabbracciare un giorno – confida il sacerdote –. Sono i miei maestri: mi hanno insegnato ad accettare la sofferenza e a continuare ad amare».

© riproduzione riservata

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