sabato 26 settembre 2020
Nella Cattedrale di Napoli il rito presieduto dal cardinale Sepe Le sofferenze fisiche, l’amore per la Croce di Cristo, l’impegno educativo: le priorità della religiosa morta a Casoria
Due suore Francescane Adoratrici della Croce col ritratto della fondatrice, Madre Maria Luigia Velotti, che da oggi sarà beata

Due suore Francescane Adoratrici della Croce col ritratto della fondatrice, Madre Maria Luigia Velotti, che da oggi sarà beata - .

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Nella nuova tela che la raffigura è ritratta con il Crocifisso tra le mani e seduta sulla sedia a rotelle. Madre Maria Luigia Velotti sarà oggi beata nella Cattedrale di Napoli. Una vita di preghiera e di penitenza, agendo nel nascondimento e nell’umiltà. Fin da giovane Maria Luigia non ebbe buona salute, ma la sofferenza fisica fu un mezzo per sentirsi unita alle sofferenze di Cristo. Per questo nel ritratto stringe la croce sul cuore, perché fu quello il suo tesoro. Alle suore raccomandava: «Amate la croce di Cristo, baciatela spesso e stringetela al cuore».

Alle 11 la celebrazione sarà presieduta dal cardinale Crescenzio Sepe, arcivescovo di Napoli, su mandato del Papa. Poi il viaggio della reliquie della Madre proseguirà per le 23 case presenti in Italia e negli altri 7 Paesi del mondo. «Dopo la fiaccolata per le strade cittadine con i rappresentanti di tutte le comunità parrocchiali – spiega suor Rosalia Vittozzi, madre generale delle Francescane Adoratrici della Croce, la congregazione fondata dalla futura beata – ci recheremo in ogni casa religiosa in processione: a causa delle limitazioni imposte dalla pandemia, non è stato possibile invitare le rappresentanti delle altre case religiose presenti. Perciò ci recheremo noi da loro».

La diocesi è in festa per la «monaca santa come viene chiamata – aggiunge la madre generale – per le sue virtù di umilta, povertà, carità in assoluto nascondimento». Come a Casoria in una scuola a lei dedicata dove «si insegna (dalla materna al liceo), sull’esempio della Madre, alle ragazze a lavorare, leggere e scrivere». La celebrazione doveva svolgersi lo scorso 26 maggio ma, per il Covid, è stata spostata a settembre dopo che papa Francesco aveva autorizzato lo scorso dicembre la promulgazione del decreto che riconosceva la guarigione miracolosa di Giuseppe Russo affetto da pleuropolmonite con gravi complicanze di sepsi e di nefrite. In epoca preantibiotica, infatti, la malattia era inguaribile e conduceva alla morte. Il 19 dicembre 1926 Russo rientrò in casa in preda a una febbre molto alta.

L’evoluzione della malattia si presentò fin da subito grave. All’uomo furono amministrati i sacramenti. Fu allora che il medico condotto di Casoria, essendo ormai la medicina impotente, spronò la moglie dell’infermo a invocare l’intercessione di Maria Luigia. La donna si recò sulla tomba della fondatrice e pregò ad alta voce per chiedere la guarigione. Al rientro a casa la donna sentì l’infermo, che era stato lasciato in condizioni disperate, chiedere da bere. Non ebbe vita facile Madre Maria Luigia. Nata a Soccavo il 16 novembre 1826, rimase orfana a quattro anni. Accolta da una zia, a Sirico di Saviano, ricevette un’educazione cristiana e un’elementare istruzione.

A causa dell’invidia di alcuni parenti per questioni di eredità, la zia fu istigata a maltrattarla, finché una coppia di sposi senza figli l’accolse. Nel 1853 entrò nel Terz’Ordine Francescano ricevendo l’abito e il nome di Maria Luigia Pascale del Santissimo Sacramento. Si ritirò in una casa di religiose nel quartiere Capodimonte a Napoli e da quel momento visse particolari esperienze mistiche. Nel 1864 incontrò una ricca vedova, Eletta Albini, con la quale condivise un ideale di vita apostolica. Nel 1868, insieme ad altre giovani, diede inizio alle Adoratrici della Santa Croce. Nel 1884 la comunità trovò una casa a Casoria dove si stabilì e aprì anche una scuola per le ragazze esterne. In seguito alle malattie che l’accompagnarono per anni, la Madre morì a Casoria il 3 settembre 1886.

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