martedì 1 febbraio 2022
Monica Amadini: "Meritano rispetto per il loro sforzo di diventare grandi"
«Occorre rischiare per farli crescere»
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Adulti credibili a cui «prestar fede» e di cui «avere fiducia », ma che sappiano anche «rischiare»: è di questo che hanno bisogno gli adolescenti che stanno mettendo fuori la testa dal buio della pandemia. Lo sostiene Monica Amadini, professore ordinario di Pedagogia all’Università Cattolica di Brescia e direttrice del Centro studi di Pedagogia della famiglia e dell’infanzia che di ragazzi si occupa da vicino sia sul campo che come saggista ( Il desiderio che educa, Scholé, Brescia, 2021).

Il progetto «Seme divento», rivolto proprio agli adolescenti e 'firmato' da tre Uffici Cei (Servizio di pastorale giovanile, Ufficio catechistico e Ufficio per la pastorale della famiglia) insieme con le prime informazioni dettagliate sul Pellegrinaggio dei ragazzi a Roma dal Papa il 18 aprile, raccontano come la Chiesa sia interessata a questo mondo che ha tanto patito la pandemia.

«In questo momento storico la caratteristica fondamentale che gli adulti devono avere è la credibilità – sostiene la pedagogista –. Se vogliamo essere punto di riferimento per preadolescenti ed adolescenti, dobbiamo dimostrarci coerenti e responsabili, persone di cui aver fiducia. Questo si traduce nella capacità di essere vicini, ma non invadenti; di supporto senza però sostituirsi. Eppure è proprio questo l’aspetto più difficile della relazione con gli adolescenti: quello di riuscire a essere ascoltatori attenti, ma non invischiati al punto da non distinguere quanto appartenga alle nostre paure e aspettative e quanto invece a loro che stanno crescendo. Accettare il cambiamento e accompagnare il processo di crescita degli adolescenti ci mette di fronte alla necessità di fare i conti con il senso del rischio. Perché la funzione dell’adulto non è quella di rendere tutto facile, appianando sfide e rischi, ma di rendere possibile e autentico il percorso che loro devono compiere.

Quale ruolo gioca l’ascolto? Quello dell’ascolto è uno stile educativo fondamentale soprattutto con gli adolescenti. La difficoltà di essere se stessi è un tratto evolutivo che segna l’adolescenza, spesso legato al timore di non essere capaci di fare fronte ai compiti evolutivi di individuazione, ma anche di creazione di nuovi legami affettivi. Tutto ciò porta spesso i ragazzi e le ragazze a sperimentare la sensazione della solitudine. Individuarsi e separarsi è un compito difficile per qualsiasi adolescente, oggi poi non ne parliamo. In una fase di dubbi e perplessità su chi si è, un adulto che ascolta può trasmettere valore all’adolescente che parla. «Se mi vuoi ascoltare, se sei disposto a stare con me vuol dire che quello che comunico e che sono ha un valore»: questo è il messaggio che arriva ai ragazzi e che dà loro diritto di esistere. Ciò richiede a chi gli vive accanto, ascolto e pazienza, disponibilità e costanza, per saper accogliere i cambiamenti di umore, le crisi spesso silenziose, la rabbia o il senso di frustrazione, i timori e il senso di inadeguatezza.

Gli adolescenti come «problema» o come «risorsa»: dal suo osservatorio come li vede? L’adolescente è risorsa o problema non in sé, ma a seconda di come l’adulto lo considera. Per essere autentica risorsa gli adolescenti vanno visti come tali. Ogni ragazzo e ogni ragazza ha qualcosa da donare e da insegnare; quello che comunicano non è mai banale. Meritano più rispetto del loro sforzo di diventare grandi e dei significati che ci consegnano attraverso il loro essere persone in crescita.

La pandemia ha svuotato oratori e luoghi di incontro, come possiamo tornare ad animarli? Innanzitutto, vista l’emergenza sanitaria ancora in corso, è necessario uno sforzo creativo per far sentire i ragazzi meno soli. Trovo dunque che abbia un grande valore fargli vivere esperienze come il pellegrinaggio a Roma dal Papa in cui ragazzi e ragazze possano mettersi autonomamente in gioco nelle relazioni extra-familiari, sperimentando la possibilità di fidarsi di sé e degli altri. La fiducia è un importante motore di crescita. Concluderei dicendo che oggi c’è qualcosa che un adulto non dovrebbe mai fare, cioè ferire l’adolescente, togliendogli la speranza. Quella del crescere è un’avventura non priva di dubbi e incertezze, specialmente per i ragazzi di oggi ed è fondamentale che incontrino adulti che infondano loro fiducia. Non sottraendoli alle prove o spostando in là l’appuntamento con le fatiche, ma testimoniando loro che vale la pena crescere e diventare adulti.

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