lunedì 13 maggio 2019
Con la scomparsa di Sfeir, che martedì avrebbe compiuto 99 anni, il Libano ha perso un personaggio chiave della sua tormentata storia contemporanea.Due giorni di lutto nazionale. I funerali il 16
Il Libano dà l'addio al patriarca emerito Sfeir
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«La Chiesa maronita è orfana e il Libano è in lutto». Con queste parole il patriarca maronita, cardinale Béchara Boutros Rai, ha annunciato la morte del patriarca emerito Nasrallah Boutros Sfeir. Con la scomparsa di Sfeir, che martedì avrebbe compiuto 99 anni, il Libano ha perso, infatti, un personaggio chiave della sua tormentata storia contemporanea.

Eletto a capo della Chiesa maronita nel 1986, Sfeir è stato costretto dalle circostanze politiche a diventare il punto di riferimento dei cristiani libanesi: Nel 1990 la comunità cristiana era uscita sconfitta dalla lunga guerra, con molti suoi leader in carcere o in esilio. Grazie alla sua tenacia e finezza diplomatica, il patriarca ha saputo preservare non solo gli interessi della sua Chiesa - l’unica di rito orientale interamente cattolica -, ma anche quelli del Libano.

Creato cardinale da Giovanni Paolo II nel Concistoro del 1994, Sfeir ha visto celebrare in Vaticano un Sinodo speciale per il Libano che ha ridato speranza ai cristiani del Paese mediorientale. È stato inoltre il principale ispiratore della protesta pacifica contro il dominio politico-militare esercitato da Damasco sul Paese dei cedri, e perciò protagonista della "Primavera libanese" che ha portato, nel 2005, al ritiro completo delle truppe siriane dal Libano. Un altro successo di Sfeir è stata la riconciliazione tra cristiani e drusi, suggellata dal suo tour nelle montagne dello Chouf, dopo anni di animosità esacerbati dalla guerra. Il patriarca, inoltre, non ha esitato a parlare contro le armi di Hezbollah, ripetendo più volte la necessità di trovare una soluzione all’arsenale del partito sciita per costruire un solido Stato libanese.

Nel 2011, dopo 25 anni di guida della Chiesa di Antiochia, Sfeir ha presentato le sue dimissioni, ritirandosi gradualmente dalla scena. La sua ultima apparizione pubblica è stata il 20 aprile scorso: in compagnia del patriarca Rai, ha ricevuto il capo di Stato, il generale Michel Aoun, per la Messa di Pasqua. Sei giorni dopo, è stato ricoverato in ospedale per una congestione polmonare. Il governo di Beirut ha decretato due giorni di lutto nazionale, 15 e 16 maggio, rispettivamente giorno del suo compleanno e dei funerali. Da Milano, dove si trovava domenica per partecipare a un convegno sul dialogo interreligioso in Libano, il vicario patriarcale maronita, monsignor Hanna Alwan, ha reso omaggio alla figura di Sfeir e al suo attaccamento alla missione del Libano come «laboratorio della convivenza islamo-cristiana».

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