lunedì 15 settembre 2014
​Monsignor Perego, Fondazione Migrantes della Cei,: occorre una politica più capace di affontare il dramma di chi fugge e anche di prevenirlo
COMMENTA E CONDIVIDI
"Il Mediterraneo è ancora teatro di una nuova tragedia, in acque libiche. I morti aumentano, ma non aumenta la consapevolezza europea di un impegno più condiviso per dare continuità a Mare Nostrum, per costruire corridoi umanitari, per rafforzare la possibilità di visti d'ingresso nei diversi paesi europei per chi è in fuga da conflitti e persecuzioni". Lo afferma monsignor Gian Carlo Perego, direttore generale della Fondazione Migrantes della Conferenza episcopale italiana. "Popoli, famiglie in cammino - aggiunge - chiedono, più che di rafforzare i nostri arsenali di armi, la revisione e l'ampliamento di politiche di sviluppo, proprio a partire dai Paesi di provenienza di giovani, uomini e donne, bambini che stanno arrivando, se la morte non li ferma prima, sulle nostre coste: Siria e Palestina, Eritrea, Somalia, Mali, Senegal, Nigeria e Gambia, Afganistan e Pakistan".
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: