venerdì 7 maggio 2021
Legato alla Comunità di Sant’Egidio, 66 anni, è sacerdote a Napoli. È stato anche segretario del cardinale Sepe. «Solo radicati in Gesù possiamo stare vicino a poveri, malati, anziani»
Don Giuseppe Mazzafaro è il nuovo vescovo di Cerreto Sannita-Telese-Sant’Agata de' Goti

Don Giuseppe Mazzafaro è il nuovo vescovo di Cerreto Sannita-Telese-Sant’Agata de' Goti - Comunità Sant’Egidio

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Preghiera, povertà, pace. I tre impegni di vita, mutuati dalla Comunità di Sant’Egidio e ora divenuti programma pastorale, risuonano nel salone arcivescovile di Napoli. Don Giuseppe Mazzafaro li indica parlando delle sue priorità come vescovo eletto di Cerreto Sannita-Telese-Sant’Agata de’ Goti. Lo ha nominato papa Francesco e guiderà la diocesi rimasta vacante dopo l’inizio del ministero episcopale a Napoli di Domenico Battaglia (che comunque ne rimane amministratore apostolico fino alla presa di possesso del successore).
Da don Mazzafaro, 66 anni, sacerdote partenopeo, giungono parole commosse per la sua nuova Chiesa. «Sento forte – dice– la responsabilità verso tutto il popolo santo che mi viene affidato. Responsabilità di non divenire un burocrate e un amministratore ma di essere un fratello e un sacerdote tra i fratelli e le sorelle. Responsabilità di essere amico dei poveri, dei sacerdoti e di tutto il popolo di Dio». E ancora. «Ho timore per le responsabilità del ministero – confessa – ma credo che la vita e gli impegni si affrontano rimanendo uniti a Gesù. Solo radicati in Gesù possiamo restare vicino ai poveri, ai malati, agli anziani, ai bambini, ai profughi, ai soli. Rimanere senza fuggire, senza semplificare, senza banalizzare».


A dare l’annuncio, a mezzogiorno in contemporanea con la Sala Stampa vaticana, l’arcivescovo di Napoli, Domenico Battaglia, emozionato. «È bellissimo – afferma – che sia proprio lui a proseguire quel cammino che avevamo iniziato». L’arcivescovo parte dal Vangelo di Giovanni per rivolgere un augurio al sacerdote. «Non vi chiamo più servi, ma vi ho chiamati amici, ci dice oggi la Parola. Ed è questo l’augurio: di riscoprire l’amore e la chiamata del Padre a essere non servi, ma innamorati di Lui». Quindi una raccomandazione: «Riusciamo a stare in piedi solo stando in ginocchio davanti al Signore perché è lì che ci sentiamo accolti e amati». Da qui l’invito «a consegnare la propria inquietudine nelle mani del Signore». E Battaglia aggiunge: «A Cerreto sii artigiano di pace nella misura in cui diventerai amico dei sacerdoti, della gente, del laicato». Poi un dono: la croce pettorale di legno.


Una vocazione adulta quella di don Giuseppe. Nato l’11 febbraio 1955 a Napoli, terminate le scuole superiori, inizia a lavorare come agente di commercio per oltre venti anni: nel cuore sempre i poveri. Così scaturisce il suo impegno nella Comunità di Sant’Egidio e la sua scelta: 1’11 ottobre 2000 diventa sacerdote, a 45 anni. È collaboratore della Caritas diocesana, vicario parrocchiale della Basilica di Santa Maria di Pugliano a Napoli, parroco di Santa Caterina a Ercolano, parroco di Santa Maria dei Miracoli. Dal 2000 è responsabile regionale e per la formazione giovanile di Sant’Egidio. Poi dal 2011 segretario particolare del cardinale Crescenzio Sepe e nel 2019 anche prelato della cappella di San Gennaro. Oggi è amministratore parrocchiale di San Gennaro all’Olmo a Napoli.


«Un sacerdote infaticabile e instancabile», dice il cardinale e arcivescovo emerito di Napoli, Sepe, intervenuto all’annuncio, con i vescovi ausiliari Lucio Lemmo e Gennaro Acampa. «Cerreto ci ha donato il suo vescovo – osserva il porporato – e Napoli manda a Cerreto un suo sacerdote. Uno scambio di doni voluto dalla Provvidenza e che fortifica la fede nella Chiesa, madre che non dimentica mai i suoi figli».

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