giovedì 18 maggio 2023
Il messaggio del Papa per il 650° anniversario delle Rivelazioni, visioni mistiche sull’amore misericordioso di Dio e, anche, sul perché del dolore
La statua di Giuliana sulla facciata della cattedrale di Norwich La mistica inglese vissuta tra il XIV e l’inizio del XV secolo è nota per le Rivelazioni avute dal Signore e di cui nel 2023 ricorre il 650° anniversario

La statua di Giuliana sulla facciata della cattedrale di Norwich La mistica inglese vissuta tra il XIV e l’inizio del XV secolo è nota per le Rivelazioni avute dal Signore e di cui nel 2023 ricorre il 650° anniversario - Vatican Media

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Il messaggio del Papa per il 650° anniversario delle Rivelazioni, visioni mistiche sull’amore misericordioso di Dio e, anche, sul perché del dolore. Una riflessione teologica che nei giorni della pandemia è diventata un inno di speranza Anche nella vita dello spirito ci sono figure che diventano “star” popolari quasi per caso. Al netto di agiografici e specialisti, la riflessione sembra fatta su misura per Giuliana di Norwich. Per capirlo basta riavvolgere brevemente il nastro della memoria e tornare ai giorni del lockdown, ai lenzuoli colorati esposti sui balconi, con l’immancabile slogan “tutto andrà bene”.

Richiamo, in molti casi inconsapevole, a questa mistica britannica (di cui si ignora il nome di Battesimo) vissuta tra il XIV e il XV secolo, forse dal 1342 al 1417, in un tempo segnato dalla peste, dalla guerra dei cent’anni tra Francia e Inghilterra e, nella Chiesa, dallo scisma seguito al ritorno del Papa da Avignone a Roma. La giovane donna aveva intorno ai trent’anni quando, nel maggio 1373, si ammalò gravemente sfiorando la morte. Il decorso cambiò drasticamente, e lei guarì, alla vista di un crocifisso portatole da un sacerdote, cui seguirono sedici visioni mistiche in cui potè contemplare la misericordia di Dio per l’uomo. Ne sarebbe scaturito il libro “Rivelazioni dell’Amore divino”, scritto quasi di getto e poi rielaborato in forma più estesa vent’anni dopo. Nel frattempo la mistica aveva scelto la vita solitaria, da anacoreta, nei pressi della chiesa di Conisford intitolata a san Giuliano da cui il nome di Giuliana con cui viene ricordata.

Dalla guarigione alla morte tutta la sua esistenza sarebbe stata poi dedicata alla testimonianza del messaggio ricevuto, ascoltando le pene di chi andava a visitarla, cui dispensava consigli purificati dalla preghiera. Sempre con semplicità, senza mai mettersi in mostra. Lo sottolinea il Papa nella lettera inviata a monsignor Peter Collins, vescovo di East Anglia, per il 650° anniversario delle Rivelazioni. « La sua influenza materna, il suo umile anonimato e le sue profonde intuizioni teologiche – sottolinea Francesco – ci ricordano che la fede nell’amorevole provvidenza di Dio e la santità di vita, espressa nel servizio generoso ai nostri fratelli e sorelle bisognosi, sono verità senza tempo alla base non solo della vita del discepolato cristiano, ma anche del tessuto stesso di una società giusta e fraterna».

Per quanto ne sappiamo infatti tra gli aspetti che sempre caratterizzarono Giuliana c’era una profonda umiltà, che se da un lato la aprirono al totale ascolto del Signore, dall’altro la resero capace anche di una certa audacia. Tanto da essere la prima donna a scrivere un libro in lingua inglese e, in chiave mistica, a ridere del demonio. L’episodio in questione riguarda una visione nella quale la mistica vide «Nostro Signore ridicolizzare la sua (del demonio) malizia e ridurre al nulla la sua potenza » fino a riderne. E Gesù – aggiunge la veggente – «vuole che noi pure facciamo così». Ma a testimoniare in modo ancora più evidente l’audacia radicata nella fede c’è la riflessione sul mistero del male, che diventa domanda insistente a Dio sul perché la sofferenza e su come si possa coniugare con il credere che Egli è Padre di amore infinito. « Imparai dalla grazia di Dio – scrive Giuliana nelle “Rivelazioni” in due passaggi ripresi dal Catechismo al numero 313 – che dovevo rimanere fermamente nella fede, e quindi dovevo saldamente e perfettamente credere che tutto sarebbe finito in bene... “Tu stessa vedrai che ogni specie di cosa sarà per il bene“».

Ma per capirlo fino in fondo si dovrà aspettare il momento della morte, quando tutto sarà chiaro e ogni dubbio troverà una risposta. «Posso portare ogni cosa al bene, sono in grado di portare ogni cosa al bene – spiega il Signore nella Rivelazione 13 –, porterò ogni cosa al bene, voglio portare ogni cosa al bene; e vedrai tu stessa che ogni specie di cosa sarà bene». Nell’attesa, il credente è chiamato a vivere modellandosi su Gesù, «colui – scrive il Papa nel messaggio dedicato a Giuliana – che è venuto non per essere servito ma per servire».

Una chiamata all’impegno che oggi guarda principalmente alla costruzione della pace, alla lotta contro l’abbandono e la solitudine, all’accoglienza dei più bisognosi, alla tutela della casa comune. Nel segno, anche, di una mistica senza grande cultura che in questi giorni, nel 650° delle Rivelazioni, spinge i cristiani, non solo cattolici, da tutto il mondo a Norwich. Guidati dalla consapevolezza dell’amore infinito di Dio. Che malgrado il male, il peccato e la morte ha garantito: «Tutto andrà bene». © RIPRODUZIONE RISERVATA La statua di Giuliana sulla facciata della cattedrale di Norwich La mistica inglese vissuta tra il XIV e l’inizio del XV secolo è nota per le Rivelazioni avute dal Signore e di cui nel 2023 ricorre il 650° anniversario

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