giovedì 13 ottobre 2022
L’Università romana ha conferito al presidente della Cei il dottorato honoris causa in Studi politici per il suo impegno nella cooperazione internazionale
Il cardinale Matteo Zuppi mentre pronuncia la sua lectio magistralis nella cerimonia di conferimento del dottorato honoris causa dalla Sapienza di Roma

Il cardinale Matteo Zuppi mentre pronuncia la sua lectio magistralis nella cerimonia di conferimento del dottorato honoris causa dalla Sapienza di Roma - Siciliani

COMMENTA E CONDIVIDI

Il cardinale Matteo Zuppi ha un sogno. Lo stesso di papa Francesco. Veder affermato il «diritto alla pace» e il «ripudio della guerra», affinché siano intraprese «vie di non violenza e percorsi di giustizia», in quanto di fronte «alla pace non possiamo essere indifferenti o neutrali». Sono le parole del Pontefice con cui l’arcivescovo di Bologna e presidente della Cei conclude di fatto la lectio magistralis nella cerimonia durante la quale, ieri pomeriggio, ha ricevuto all’Università "La Sapienza" di Roma il dottorato honoris causa in studi politici. Un riconoscimento tanto più significativo, in quanto decretato «a un rappresentante della Chiesa», come ha ricordato il professor Luca Micheletta (relazioni internazionali), autore della laudatio, da un ateneo «dove non molti anni or sono ha sollevato polemica l’invito a un Papa (Benedetto XVI, ndr)».

Zuppi, sorridente e disteso, tiene la sua lectio sul tema "L’Africa e l’Europa insieme di fronte alle sfide del XXI secolo". Ricorda che il continente nero ancora oggi viene alternativamente dipinto come «terra delle opportunità economiche o come mostro demografico pronto a schiacciarci; giacimento a cielo aperto o antro di malattie e pandemie; buco nero che inghiotte gli aiuti internazionali o socio nel commercio internazionale». Ma è sul positivo, sul sogno appunto, che il porporato concentra la sua attenzione. «I due continenti - dice - sono legati da un principio di interdipendenza che deve essere considerato come un’opportunità nel complesso mondo contemporaneo». Ecco dunque perché «l’Europa non può abbandonare l’Africa ma deve appoggiarla in uno spirito di partnership che, pur facendo tesoro delle esperienze del passato, trovi un nuovo slancio e nuove motivazioni di collaborazione che vadano oltre il mero interesse economico». E in particolare, aggiunge il presidente della Cei, «di fronte agli attuali drammatici conflitti europei e africani occorre una solidarietà attiva in favore della pace capace di coinvolgere tutta la comunità internazionale».

In sostanza, quindi «l’Europa per rinascere dal suo egoismo ha bisogno dell’Africa e, reciprocamente, l’Africa ha bisogno dell’Europa per curare le sue ferite». Del resto «lo possiamo osservare nell’Ue - ricorda il cardinale –: ogni politica basata sull’esclusione e sull’autoreferenzialità è destinata al fallimento». Infine Zuppi indica alcuni «obiettivi concreti». «Oltre alle questioni economiche c’è da inventare assieme un modello di welfare adattato al XXI secolo (in particolare penso all’educazione e alla sanità gratuita per tutti come forma di giustizia); poi la preservazione dell’ambiente, come la protezione delle foreste e la lotta alla desertificazione che è davvero interesse globale; il sostegno alla democratizzazione e infine la cosa più importante: la difesa della pace». «Su tali sfide - conclude - è necessario un impegno ingente e durevole dell’Europa in Africa. Ne va del nostro futuro comune».

In tal modo la lectio dà ragione delle motivazioni di questo dottorato honoris causa. La rettrice della "Sapienza", Antonella Polimeni, ricorda di Zuppi «il costante impegno per il rispetto dei diritti umani e in difesa dei più deboli», in linea - fa notare - «con la strada intrapresa dal nostro Ateneo nella lotta alle disuguaglianze e alle disparità di opportunità». Il vicepresidente della facoltà di Scienze politiche, Giovanni Di Lorenzo, ne sottolinea il pensiero in ordine al «valore dell’impegno politico, come espressione di fede in un’idea del bene comune quale presupposto della democrazia». E Micheletta rimarca che «la Chiesa di Matteo Zuppi vuole aprirsi sempre più alla società e, dunque alla politica, per incontrare la modernità e le sue esigenze».

La cerimonia, alla quale ha preso parte anche il sindaco di Roma Roberto Gualtieri, ha avuto anche momenti suggestivi quando la rettrice ha riconsegnato al cardinale il suo libretto universitario, il diploma del Liceo "Virgilio" di Roma con il quale si iscrisse alla "Sapienza" e la tesi sul cardinale Ildefonso Schuster, arcivescovo di Milano dal 1929 al 1954, con il quale il giovane Matteo Zuppi si laureò in Lettere e Filosofia nell’anno accademico 1977- 1978.

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: