martedì 18 maggio 2021
l vescovo di Novara Brambilla: «È stata una grande donna, una madre tenerissima, una voce con un’infinita capacità di interrogare e amare la vita»
A. Anzani Colombo

A. Anzani Colombo - .

COMMENTA E CONDIVIDI

«È stata una grande donna, una madre tenerissima, una voce con un’infinita capacità di interrogare e amare la vita». Sono le parole con cui il vescovo di Novara Franco Giulio Brambilla ha voluto ricordare Adelaide Anzani Colombo, morta a Meda a 81 anni, con una lettera alla famiglia ieri, nel giorno dei funerali.

Nota ai lettori di Avvenire per il commento al Vangelo della domenica che curò per tre anni (dal 1991 al 1994) e per diversi interventi sulle pagine del quotidiano cui si sentiva legata, «Ade» – seconda di cinque fratelli, tra i quali Giuseppe, nostro editorialista – è ricordata da chi la conosceva come una donna animata da una ricerca inesausta di capire, a volte tenendo caparbiamente le parti di personaggi chiamati a funzioni apparentemente marginali.

Autrice di libri come Dio, i figli e noi (Paoline), ebbe tra gli amici più cari i cardinali Dionigi Tettamanzi ed Ersilio Tonini, del quale scrisse su queste pagine ricordandone proprio le parole sulla morte: «Un giorno capiremo, dopo capiremo tutto... E la morte, oh la morte: il presentarsi al Signore, in un a tu per tu stavolta totale, definitivo, a carte scoperte. L’ho sempre pensato dolcissimamente quell’incontro». Parole che fece sue scegliendole nella mole enorme degli scritti – «un diario incredibile, più di 300 quaderni, scritti di getto davanti al tabernacolo... » – al punto che oggi, ricordandola con affetto insieme a tutta la famiglia di Avvenire, potremmo attribuirgliele come sue.

Così come sua è stata la capacità di tenere insieme gli aspetti contraddittori della realtà, dei pensieri, dei caratteri e delle condotte umane, con una fede da innamorata. Brambilla, che ne conosceva tutta la forza interiore per una lunga frequentazione familiare ed epistolare, ci consegna parole che ce la mostrano in un ritratto vivo: «La ricchezza del suo cuore, nel senso più forte e nobile, ha saputo raddoppiarsi per il marito Gabriele e per i figli, senza mai sottrarre ad alcuno la tenerezza del suo amore di moglie e di madre ». Una donna «tenera e forte», «sempre prodiga nel generare vita attorno a sé». Fu la stessa Adelaide a inviare al vescovo i versi di Alda Merini che l’amico oggi ci riconsegna:

«Gesù / forse è per paura delle tue immonde spine / ch’io non credo / per quel dorso chino sotto la croce / ch’io non voglio imitarti. / Forse, come fece San Pietro / io ti rinnego per paura del pianto./ Però io ti percorro ad ogni ora / e sono lì in un angolo di strada / e aspetto che tu passi. / E ho un fazzoletto, amore, / che nessuno ha mai toccato / per tergerti la faccia».

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: