La “mamma delle Filippine” salva gli orfani grazie agli aiuti dall'Italia
Con i fondi dell’8xmille sarà aperta nella città di Dagupan una casa per universitarie bisognose, gestita dalle Pie Operaie dell’Immacolata Concezione. La testimonianza di suor Maria Adele Toccaceli

L’arcipelago delle Filippine è uno Stato grande quanto l’Italia formato da uno spezzatino di circa settemila isole. Qui vivono oltre cento milioni di abitanti in maggioranza cattolici. Nella sua capitale, Manila, si arriva con circa venti ore di volo e uno scalo internazionale. Queste isole sono oggi viste come un autentico paradiso turistico; eppure nascondono una seconda faccia della medaglia fatta di malattie, sfruttamento sessuale di donne e bambini, insurrezioni armate... Qui, dove un quarto della popolazione sopravvive con meno di un euro al giorno, arrivano anche i fondi dell’8xmille alla Chiesa cattolica italiana, grazie ai milioni di contribuenti che firmano e sostengono così il volto “in uscita” delle comunità cristiane del nostro Paese. Un volto ben visibile, ad esempio, nell’impegno delle Suore Pie Operaie dell’Immacolata Concezione, una congregazione fondata l’8 dicembre 1744 ad Ascoli Piceno dal venerabile Francesco Antonio Marcucci. Oggi queste religiose si trovano a svolgere la propria missione anche a contatto con i poveri del Brasile e del Madagascar. Ma è nelle Filippine che in questi giorni si sta realizzando un sogno.
Grazie ai fondi dell’8xmille, infatti, sta per essere inaugurata la «Casa dello studente e della donna» nella città di Dagupan, sull’isola di Luzon. «Una struttura che sembra pensata dal Signore, visto che la nostra congregazione ha il proprio carisma nella promozione umana e cristiana della donna»: a parlare è suor Maria Adele Toccaceli, rientrata da poco nella casa generalizia di Ascoli Piceno dopo oltre trent’anni di missione nelle Filippine.

«Il mio ultimo servizio come delegata della madre generale in questo Paese, è stato seguire la realizzazione di questo centro – spiega suor Maria Adele – una costruzione su due piani che servirà da rifugio per le universitarie più disagiate». L’edificio, capace di ospitare una trentina di persone, è stato finanziato dalla Chiesa cattolica italiana con un contributo di oltre 300mila euro. «Per quanto riguarda l’arredamento e la possibilità di sopraelevare un terzo piano – prosegue la religiosa – abbiamo raccolto circa 65mila euro grazie alla generosità di tanti fedeli e confidiamo di poter coprire tutte le spese con il sostegno di altre offerte». Ma questo è solo l’ultimo dei sogni che suor Maria Adele riconduce alla provvidenza. Lei che viene chiamata la “mamma delle Filippine”, è riuscita in questi anni addirittura a strappare dalle mani dei trafficanti di bambini oltre mille orfani. «Lo abbiamo potuto fare grazie alle adozioni a distanza – spiega – che ci hanno permesso di crescerli nelle nostre scuole». Del resto tutta la vita di suor Maria Adele è un meraviglioso sogno tra le braccia del Signore.
Ha appena nove anni quando, mentre riceve la prima comunione nella parrocchia di Acqualagna, un paesino dell’entroterra pesarese, avverte con chiarezza una voce: «Un giorno sarai suora». Pochi mesi dopo si trasferisce con la famiglia a Pesaro dove frequenta con assiduità alcune suore della sua futura congregazione presso la scuola materna “Tomassoli” di viale della Vittoria. Pian piano cresce in lei il desiderio di consacrarsi a Dio. Per tre anni lavora anche alla Cisl. A vent’anni entra in convento. Viene inviata come insegnante a Padova. Eppure il suo sogno è la missione in un Paese povero. «Desideravo tantissimo stare accanto agli ultimi della terra – dice – così quando nel 1989 mi hanno detto che intendevano aprire una missione nelle Filippine ho subito accettato con gioia».
Parte senza neppure conoscere una parola di tagalog, la lingua del luogo. Insieme a due consorelle apre la prima missione a Quezon City tra le baracche della periferia di Manila. Dopo poco si ritrova tra le bombe scagliate dai rivoluzionari contro la presidentessa Corazon Aquino, ma riesce a salvarsi. Nel 1998 fonda la seconda missione a Calaca, città nella provincia di Batangas. Il terzo convento di Dagupan è storia recente.
Qui, il prossimo 12 settembre, sarà inaugurata la “Casa dello studente e della donna” e pare che anche questa volta la provvidenza ci abbia messo lo zampino. Infatti, insieme allo studentato si festeggerà anche il 50° di professione religiosa di suor Maria Adele. «Tornerò assieme alla madre superiora generale – dice – e ritroverò tutte le mie consorelle e i piccoli delle Filippine». Sarà come riavvolgere il nastro di una vita intera e ritrovarsi bambina nel giorno della prima comunione: «Adele, sarai suora».
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