mercoledì 17 maggio 2023
Sei tappe sul territorio in luoghi e realtà molto diversi, dalle parrocchie a un monastero, da Case per anziani e diversamente abili, a una sede dell’Azienda trasporti...
Una delle tappe della discesa della Madonna di San Luca

Una delle tappe della discesa della Madonna di San Luca - Minnicelli-Bragaglia

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Sei tappe sul territorio in luoghi e realtà molto diversi, dalle parrocchie a un monastero, da Case per anziani e diversamente abili, a una sede dell’Azienda trasporti, più quella conclusiva in Cattedrale: l’annuale discesa in città a Bologna, dal Santuario sul Colle della Guardia, della Madonna di San Luca è stata quest’anno, come nei tre precedenti, particolarmente «movimentata » e varia. Con un «leit motiv », ribadito dall’arcivescovo di Bologna cardinale Matteo Zuppi, in tutte le tappe: la preghiera per la pace, in particolare per la «martoriata Ucraina».

Accompagnata in gran parte dalla pioggia, come da tradizione (la prima discesa della Madonna in città, nel 1433, fu per chiedere la cessazione delle precipitazioni che rovinavano i raccolti, e da allora i bolognesi si aspettano che il suo arrivo sia accompagnato dal tempo perturbato), il percorso si è snodato nella zona Sud-Est della città, prima periferia, prima di approdare in San Pietro, dove l’icona rimarrà fino a domenica prossima. Una scelta ormai consolidata, quella di far percorrere all’icona, trasportata da un mezzo dei Vigili del Fuoco, alcune strade periferiche e non più come in precedenza solo vie centrali: è iniziata infatti nel 2020 a causa della pandemia, che impediva lo svolgimento di processioni ed è stata confermata per il forte significato e la grande accoglienza di questa modalità.

Ogni anno quindi la Madonna percorre un Vicariato cittadino, sostando in alcuni luoghi significativi. Stavolta si è fermata anzitutto in una parrocchia molto popolosa, San Silverio di Chiesa Nuova, accolta da una numerosa folla e dall’arcivescovo, che da quel punto l’ha seguita su un pullman scoperto assieme al vicario generale Stefano Ottani. Poi, per la prima volta almeno nella storia recente, la Madonna ha fatto tappa in un monastero di clausura, il Cuore Immacolato di Maria, delle Carmelitane Scalze. Qui Zuppi ha ricordato l’opera importantissima di queste suore, «la preghiera, che “disinquina” l’aria della città e del mondo» e ha invitato a pregare perché quest’opera rimanga sempre. Particolarmente calda e affettuosa è stata l’accoglienza della Vergine all’Istituto «Sant’Anna e Santa Caterina», per anziani e persone fragili, dove l’arcivescovo ha parlato della «consolazione» portata da Maria e si è soffermato a lungo a parlare con gli ospiti, il personale e i parenti.

Molto bella anche la sosta a Casa Rodari (davanti alla parrocchia di Fossolo), struttura di residenza e accoglienza per persone diversamente abili, dove Zuppi ha detto agli ospiti che: « La Madonna è venuta qui per far capire a tutti quanto siete importanti, e perché tutti vengano qui ad imparare la gentilezza e la compassione, per fare davvero la pace». Ancora, un bagno di folla nella parrocchia del Corpus Domini, davanti alla grande e bella chiesa moderna. Poi l’ultima e ancora molto significativa tappa: il principale deposito cittadino di autobus dell’Azienda trasporti Tper, dove la presidente Giuseppina Gualtieri ha ricordato l’opera meritoria del Gruppo cattolico interno, che ha organizzato la visita, e ha chiesto all’arcivescovo la benedizione per tutti i bus del Deposito, che ogni giorno percorrono città e provincia. Infine, l’arrivo «trionfale» alla Cattedrale, dove la folla numerosissima, finalmente liberata dalle mascherine e dagli obblighi della pandemia ha accolto la Madonna con un fragoroso applauso, ha affollato la Messa celebrata dall’altro vicario generale Giovanni Silvagni e si è preparata per una settimana di intensa fede e devozione. Pioggia premettendo.

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