mercoledì 5 agosto 2020
Santuari, monasteri, antichi itinerari dei pellegrini, ma anche musei e proposte culturali. Le diocesi si aprono ai turisti fra scrigni di spiritualità e iniziative
La casula di san Tommaso Beckett conservata nel museo diocesano di Fermo

La casula di san Tommaso Beckett conservata nel museo diocesano di Fermo - Museo diocesano Fermo

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È difficile sottostimare l’importanza che ebbe per la cristianità medievale l’assassinio di san Tommaso Becket, arcivescovo di Canterbury e primate d’Inghilterra dal 1162. Finito nelle mire del re Enrico II, una volta sua mentore e amico, fu ucciso in Cattedrale dalle spade di quattro cavalieri sicari mentre recitava l’Ufficio divino, il 29 dicembre 1170. Il papa Alessandro III lo canonizzò a tempo di record, tre anni dopo.

Le sue spoglie mortali divennero meta di pellegrini provenienti dall’Inghilterra e dal continente, pellegrinaggi che fecero da sfondo ai Racconti di Canterbury di Geoffrey Chaucer, il capolavoro che nobilitò l’inglese medievale. E l’eco di quel martirio, profezia dell’aggressione di Enrico VIII alla Chiesa cattolica tre secoli e mezzo dopo, ha attraversato tutta la letteratura fino a Thomas Stearns Eliot e al suo Assassinio nella cattedrale.

Non molti sanno però che una reliquia emozionante di san Tommaso Beckett è presente in un luogo insospettabile: nel museo diocesano di Fermo. Si tratta di una casula in seta celeste e ricamata in oro di quasi 900 anni di età ma in uno stato di conservazione sorprendente. Second o una tradizione arrivò a Fermo perché donata da Becket a un vescovo fermano, Presbitero. Avevano studiato insieme a Bologna e la loro amicizia non era mai venuta meno. Secondo un’altra tradizione fu la madre di Becket a donare al vescovo fermano il paramento di suo figlio dopo l’omicidio.

A parlare di questa reliquia, un unicum sotto diversi aspetti, è un numero speciale de La Voce delle Marche, periodico dell’arcidiocesi di Fermo, dedicato ai turisti che giungono in questo lembo dell’Italia centrale nell’estate post quarantena. Un modo per segnalare delle gemme di arte sacra presenti sul territorio, ma soprattutto delle opportunità per coniugare il viaggio, le vacanze, il relax con l’arricchimento dello spirito.

Perché lo spirito si riposa quando si arricchisce. Opportunità che possono essere i «luoghi del silenzio» – i monasteri femminili che punteggiano l’arcidiocesi marchigiana – i numerosi santuari, gli itinerari come il Cammino Francescano della Marca e il Cammino Lauretano, fino alle iniziative organizzate dall’arcidiocesi come il Concerto di musica per arpa con le poesie di Giovanni Paolo II che si è tenuto sul sagrato della Cattedrale.

«In questo periodo molto particolare della storia umana, il tempo del riposo, della vacanza, delle ferie e del viaggio rappresenta un dono prezioso per ogni persona» scrive l’arcivescovo Rocco Pennacchio in una lettera rivolta ai turisti, «mi piace pensare che questo dono sia racchiuso in uno scrigno fatto di incontro e conoscenza reciproca capace di generare una nuova visione per l’umanità intera...». E che il tempo delle ferie possa restituire «il senso di pienezza del presente», quando «nella routine quotidiana il presente è solo quel fugace frangente tra la fatica del passato e la preoccupazione del futuro».

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