mercoledì 16 giugno 2021
L’impresa riuscita di don Luca Ravaglia: cento chilometri a piedi sui luoghi del poeta
La lapide sulla tomba di Dante a Ravenna

La lapide sulla tomba di Dante a Ravenna - Wikipedia commons

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«Durante il lockdown ogni sera leggevo e meditavo un canto della Divina Commedia. Poi è arrivata la lettera di papa Francesco “Candor Lucis Aeternae”. Infine, ho preparato un Cammino di 100 chilometri a piedi (quanti sono i canti) su luoghi danteschi, che ho intrapreso lo scorso mese di maggio». Don Luca Ravaglia, 57 anni, parroco di San Savino a Faenza, è un podista collaudato, avendo partecipato per dieci anni alla corsa “La 100 km del Passatore” Firenze-Faenza, attraverso l’Appennino. Ogni anno don Luca prepara anche un libretto di 50 pagine «per non camminare da solo, ma per indicare anche i luoghi lungo il tragitto dove fermarsi a pregare e meditare sul alcuni temi, insieme a chi vuole unirsi a me». Quest’anno e anche nel 2020 a causa della pandemia la corsa del Passatore non si è svolta e quindi ha camminato sulle orme di Dante, in occasione dei 700 anni della morte del Sommo Poeta.

Racconta il sacerdote podista: «Ho costruito un itinerario con un percorso in discesa (Inferno), con partenza da una grotta di Brisighella fino alla parrocchia di Pieve Cesato, dove Dante ambienta l’episodio di “frate Alberigo e della frutta del mal orto” (Inferno, XXXIII, 118120). Poi dalla pianura e dal cimitero del Ronco, dov’è sepolto il nostro missionario fidei donum padre Daniele Badiali, ucciso in Perù a 37 anni, sono salito fino al monte dell’eremo di Montepaolo (Purgatorio), dove ho pregato i salmi con l’inno della compieta “Te lucis ante terminum” (Purgatorio, VIII, 13-18) con le suore Clarisse Urbaniste. Infine, sono partito da Lido Adriano all’alba per ammirare “il tremolar de la marina”, attraversare la foresta della pineta di Classe, i mosaici bizantini (Paradiso) delle basiliche di Ravenna (Sant’Apollinare in Classe, dove ho pregato il Padre Nostro, la casa di Francesca da Polenta o da Rimini, Sant’ Apollinare Nuovo, il Mausoleo di Galla Placidia, dove l’Alighieri è stato ispirato per una delle immagini più rappresentative “Amor che move il sol e l’altre stelle…”) per concludere sulla tomba di Dante, dove ho recitato il Gloria, insieme a diverse famiglie e pellegrini che si sono uniti a me nella lode».

Il cammino per don Luca è non solo metafora della vita, ma soprattutto cammino di speranza dalle tenebre alla luce, dallo smarrimento al ritrovato desiderio, verso una conoscenza più vera di Dio, del mondo e di se stesso. Conclude il sacerdote- podista: «Camminare con Dante significa anche fare esperienza dell’esilio, molto attuale oggi per tanti immigrati, far esperienza del peccato affidandosi però alla misericordia, e fare esperienza della preghiera e del silenzio in mezzo alla natura anche quando si è in mezzo alla città».

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