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«È un momento particolare. Le sensazioni che sto provando sono forti. Da un lato c'è l'emozione per la scomparsa di papa Francesco, che mi ha toccato molto. E dall’altro, c'è la necessità di rimanere concentrati su un’attività di organizzazione, che necessita di razionalità...». Classe 1970, ingegnere idraulico, Luigi D’Angelo è il responsabile del settore emergenze della Protezione civile. Nel suo percorso professionale ne ha viste tante, e non per modo di dire: «Siamo allenati a fronteggiare situazioni fuori dal comune, dai terremoti alle alluvioni. Ma in questo caso, accanto all’impegno capillare affinché tutto vada per il meglio, ci sono anche l'emozione e l‘orgoglio di poter contribuire all’organizzazione di un evento storico».
Il suo è un po’ lo stato d’animo di migliaia di volontari della Protezione civile che stanno arrivando a Roma in queste ore?
Sì, sono sensazioni condivise da noi tutti. Pensi che di solito, per eventi di grande portata, coinvolgiamo anzitutto le strutture delle Regioni limitrofe alla zona interessata. Ma qui tutte le Regioni hanno chiesto di partecipare: perciò abbiamo assegnato aliquote di partecipazione per tutte, con contingenti più ridotti ma che, sommati, fanno il totale delle persone che intendiamo impiegare.
Quante saranno al giorno?
Circa mille per ciascun turno di 8-12 ore, sommate a chi è già dislocato in città, per un totale di circa tremila volontari al giorno.
Già ieri sono giunti centomila fedeli. Come state operando?
Con un’assistenza di prossimità: le squadre di volontari sono presenti nelle zone dove si assembrano i fedeli, pronte a distribuire bottiglie d’acqua e generi di prima necessità. Accanto a questo, c’è un dispositivo di intervento sanitario, con altre squadre di infermieri e medici che a piedi presidiano le varie zone, pronti a fornire una prima assistenza e, se necessario, a condurre chi non sta bene presso le tende dei Punti medici, attrezzate per interventi più delicati, o alle ambulanze collegate con gli ospedali.
Centosettanta delegazioni di personalità straniere, circa mezzo milione di fedeli. Sono le stime complessive su cui state lavorando?
Sono stime possibili, che per ora stiamo usando come parametri di riferimento. Ma che potrebbero variare, perché magari ci sono persone - anche di Roma stessa - che decideranno all'ultimo minuto di muoversi verso l’area interessata dalle cerimonie. I gestori telefonici stanno ampliando le loro reti. Potremmo anche usare il sistema “It-Alert” per inviare messaggi con indicazioni pratiche. E per gli adolescenti attesi per il Giubileo di sabato ci sono diversi punti di accoglienza con migliaia di posti, a partire dalla tendopoli di Centocelle.
Lei è appena uscito dall’ennesima riunione in prefettura. Fra i passaggi più “monitorati” c’è il percorso di 6 km che il feretro di papa Francesco farà fino a S. Maria Maggiore...
Stiamo lavorando anche su questo aspetto, previsto per sabato. Una situazione inedita, di cui non esistono esempi in anni recenti, per la quale occorrerà una pianificazione adeguata e davvero certosina.
Tre consigli pratici per i fedeli in arrivo?
Scarpe comode, uno zainetto con acqua e cibo, un giubbetto per la sera, quando la temperatura diurna cala bruscamente. E soprattutto, una “partecipazione attiva”, che li renda consapevoli di ciò che gli avviene attorno. Poi, per ogni esigenza, noi saremo accanto a loro.
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